Home Guide di cucina Piano a induzione: tutto quello che dovete sapere

Piano a induzione: tutto quello che dovete sapere

di Nadine Solano 6 Giugno 2024 14:00

State valutando l’idea di sostituire i tradizionali fornelli a gas con un piano a induzione? Una scelta sempre più comune, che offre diversi vantaggi ma anche qualche svantaggio. Vi diamo le info più utili e vi togliamo alcuni dubbi.

State pensando di acquistare un piano a induzione magnetica? Bene. Probabilmente siete già al corrente del fatto che sfrutta l’energia elettromagnetica ed è caratterizzato da un ripiano in vetroceramica, sotto il quale si trovano bobine alimentate da corrente elettrica alternata. Queste bobine – in estrema sintesi – si attivano quando entrano in contatto con il fondo metallico di pentole e padelle; si genera così un campo magnetico, rapidamente, e dunque il calore. Senza fiamma. Ma sapere come funziona un piano cottura a induzione non è sufficiente. Prima di prendere la decisione, è bene avere altre informazioni che si rivelano utili quanto determinanti.

Zero emissioni e perdite

Piano a induzione

Non c’è fuoco, dunque. Ma il piano cottura a induzione, al contrario di quello a gas, presenta un altro vantaggio: non comporta l’emissione di monossido di carbonio, perché funziona esclusivamente con l’energia elettrica. E non c’è il rischio di perdite di gas.

Quali pentole e padelle usare

Quali pentole si usano per il piano a induzione? Quelle che permettono il trasferimento elettromagnetico. Devono avere un fondo realizzato con un materiale ferroso: vanno bene l’acciaio, l’acciaio inox, l’acciaio smaltato e la ghisa. NO invece al vetro, alla ceramica, alla porcellana, alla terracotta, all’alluminio e al rame.

Fondamentale è anche che il fondo sia liscio e piatto, altrimenti nelle zone a contatto con la vetroresina le pentole non si riscaldano adeguatamente e la cottura non risulta omogenea. Vi state chiedendo cosa succede se si usa una pentola normale per il fornello a induzione? La risposta è qui.

Tempi di cottura inferiori

Sempre facendo il paragone con i tradizionali piani a gas, c’è da dire anche che i tempi di cottura risultano notevolmente inferiori. L’acqua e gli altri liquidi raggiungono l’ebollizione in un batter d’occhio. Questo perché il campo magnetico riscalda velocemente il fondo di pentole e padelle, lo ribadiamo; ma anche perché è inferiore la dispersione di calore e anzi quest’ultimo avvolge in modo omogeneo stesso. Quindi anche il risultato finale è più uniforme.

Però attenzione, questo vale anche per l’olio, il burro e i grassi in generale: si riscaldano con grande rapidità. Poi ci si abitua, ma i primi tempi occorre essere vigili altrimenti si finisce per buttare tutto.

Nessun rischio di scottarsi

Piano a induzione

Nel piano a induzione, si riscalda soltanto la zona di cottura. Tutta la parte circostante resta fredda, di conseguenza il rischio di scottarsi diventa davvero minimo.

Attenzione ai consumi

Ecco, questa è una cosa di cui essere ben consapevoli: l’utilizzo del piano a induzione comporta un incremento dei consumi di elettricità. Si possono anche superare i 3 Kwh. In parte i tempi brevi ammortizzano, ma concreta è la probabilità che la spesa sia comunque elevata. Ci sono alcuni modelli, però, dotati di limitatori di potenza. Ci si regola decisamente meglio.

La profondità necessaria

Piano a induzione

Bisogna anche ricordare che il piano a induzione ha bisogno di maggiore profondità – all’interno del mobile da cucina – rispetto al fornello a gas: 5 cm vs 2,5 cm. A questi bisogna aggiungerne un altro paio affinché l’elettrodomestico lavori in modo ottimale.

Il controllo della temperatura

I migliori piani a induzione consentono il controllo della temperatura. Integrano, cioè, un sensore che a seconda del programma di cottura scelto mantiene costante la temperatura delle piastre. Questa funzione è molto utile soprattutto nei casi in cui si vogliano friggere, bollire o sobbollire i cibi.