Le scrippelle: cosa sono queste frittelle, ricetta iconica abruzzese
Le scrippelle, preparazione gastronomica abruzzese, vengono preparate con uova, farina e acqua, e possono essere servite in diversi modi, ma il più tradizionale è quello “mbusse”, ossia arrotolate, ripiene di formaggio grattugiato, meglio se parmigiano reggiano, e immerse in un delicato brodo di carne.
Le scrippelle sono un piatto tipico della provincia di Teramo in Abruzzo. Similissime alle crêpes francesi, differiscono sia nella preparazione che negli ingredienti. Per quanto siano buone da mangiare calde, con un velo di spalmabile al loro interno, sono alla base di diversi piatti fondamentali della cucina teramana tra i quali i cannelloni di ragù bianco, il timballo e le scrippelle ‘mbusse.
Nate nelle umili cucine delle case abruzzesi, tramandate di generazione in generazione, mantengono intatta una forte autenticità, nonché il profondo legame il territorio. Non si tratta solo di una ricetta, ma di un vero e proprio simbolo della cultura e dell’identità di un popolo, capace di evocare ricordi e sapori di un tempo, in ogni boccone.
Di seguito tutto quello che c’è da sapere!
Come si preparano?
In Abruzzo esistono due varianti delle scrippelle: quelle teramane, le classiche, e quelle all’olio. Le prime sono preparate con acqua, farina e uova. La versione all’olio, invece, conosciute come “rivotiche” o “ribalte”, sono diffuse in altre aree della regione e realizzate senza uova. Composte solo di acqua, farina e olio d’oliva, sono simili a piadine sottili, friabili esternamente e morbide all’interno, prive di lievito, potete consumarle al posto del pane.
La pastella va cotta in un padellino per crespelle antiaderente, ben oliato e poi tamponato con dello scottex. Mi raccomando, il fondo dev’essere bollente, attenzione però a tenere sotto controllo la fiamma.
Le scrippelle ‘mbusse
Il piatto sembra essere nato durante i primi dell’800, grazie al teramano Enrico Castorani, assistente del cuoco addetto alla mensa degli ufficiali francesi di stanza a Teramo. ‘Mbusse in dialetto vuol dire bagnate, questo perché leggenda narra che all’epoca un vassoio di crêpes, che stava preparando, cadde in un recipiente colmo di brodo di gallina. Non sapendo come rimediare, pensò bene di servirle, al posto della minestra.
Una volta cotte, si distendono, e in ciascuna di loro viene grattugiato del pecorino o del parmigiano e un pizzico di noce moscata. Vengono poi arrotolate, e disposte in un piatto fondo, successivamente bagnate (mbusse) con il brodo preparato in largo anticipo. Alcune varianti più antiche prevedono l’introduzione al loro interno delle pallottine di carne mista fatte saltare in padella senza sugo.
Se aveste voglia di realizzarle in casa, vi suggeriamo di utilizzare un brodo di pollo e cappone, leggero, e ben filtrato, sentirete la differenza.
Conclusione
La loro versatilità e la capacità di adattarsi a diverse preparazioni le rendono un piatto amato e apprezzato non solo in Abruzzo, ma anche oltre i confini regionali. Preparare e gustare le scrippelle significa immergersi in un mondo fatto di sapori autentici e genuini, che rievocano il calore delle cucine di un tempo e la semplicità della vita contadina. Conservare e tramandare questa tradizione è fondamentale per mantenere vivo il legame con le nostre radici e per continuare a celebrare la ricchezza della cucina abruzzese, capace di unire generazioni intorno alla tavola.