Sapete cos’è la carruba?
La carruba è un frutto dimenticato: adoperato nell’industria alimentare è adatto ad arricchire le nostre ricette, ha indubbie qualità benefiche.
La carruba è un frutto con cui abbiamo perso familiarità. Non più di qualche decennio fa questo baccello essiccato occupava un degno spazio nei carretti ambulanti dei dolciumi e tra i sacchi di caramelle nei banchi al mercato. In verità sfigurava un po’ accanto agli involucri colorati, marroncina e sgraziata com’è. I più giovani posti di fronte a questo frutto forse si chiederanno cos’è e soprattutto che sapore abbia. Per anni è stata etichettata esclusivamente come golosità per i cavalli (che si sa vanno ghiotti di dolciumi), La carruba è un alimento dimenticato ricco di proprietà nutritive e utilizzato nelle preparazioni dolciarie. ma, pur essendo adoperata per la realizzazione di mangimi, la carruba è un frutto che merita di essere riscoperto. In molti non sanno che questa pianta è originaria dell’Asia Minore, come altri alimenti, pare che sia stata introdotta in Italia attraverso il dominio arabo della Sicilia. Non manca chi sostiene che questi frutti sarebbero giunti sulle coste sicule per mano fenicia. Le origini di questa coltivazioni sono quantomeno incerte. Il carrubo, albero da frutto tra i più longevi che si conoscano (dopo un secolo di vita la produttività diminuisce leggermente, alcuni esemplari raggiungono i 500 anni), si erge maestoso e i suoi frutti raggiungono piena maturazione zuccherina a fine agosto. La raccolta di questi baccelli avviene durante il mese di settembre e territori come quelli di Modica, Ragusa, Scicli, Comiso, Noto e Avola, la zona iblea per intenderci, sono quasi interamente dedicati alla coltura di questo frutto. In passato consumato come street food è utilizzato principalmente nell’industria alimentare, anche per la produzione di distillati.
La carruba è un frutto dalle proprietà straordinarie: può essere usato come regolatore delle funzioni intestinali, se ne ricavano sostanze coloranti e ben tre tipi di farine:
- farina di semi che viene utilizzata in pasticceria come additivo: la cospicua pectina in esso contenuta svolge infatti una funzione addensante (simile a quella dell’amido di mais ma con meno calorie), inoltre aiuta a stabilizzare e omogenizzare i gelati e per realizzare torte prive di latte e uova.
- farina di polpa che ha un sapore molto simile al cacao e viene spesso adoperata come sostitutivo di questo alimento nella preparazione di dolci. Gode di un minor impatto ambientale e sociale e a, differenza del cacao, è priva di caffeina; inoltre non contiene colesterolo, è ricca di calcio e di ferro ed è estremamente zuccherina.
- farina dell’intero baccello, più rozza e fibrosa, viene spesso utilizzata in ricette tradizionali per la preparazione di piatti anche salati come gli gnocchi o i risotti.
Il novero delle vitamine in essa contenute è praticamente infinito, ricca di fibre e povera di carboidrati è molto amata da chi svolge una dieta vegana o paleo e può essere utilizzata come bevanda in sostituzione dei preparati a base di orzo.
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- Carrube via Shutterstock