Basta qualche goccia di limone per sanificare i frutti di mare?
I mitili spesso vengono consumati crudi, ma sono sufficienti qualche goccia di limone o una spruzzata di aceto per sanificare i frutti di mare?
Cozze, vongole, ostriche e lumache di mare: frutti di mare, frutti proibiti dal sapore salino, marino, indimenticabile. Proibiti per il loro modo di essere assunti: in molte regioni del sud Italia si mangiano con le mani, crudi, assaporando fino in fondo la sapidità nascosta nella loro conchiglia. I frutti di mare spesso vengono consumati crudi accompagnati da succo di limoneMa basta aggiungere qualche goccia di limone per renderli sicuri? Il limone cuoce leggermente le carni di questi animali filtratori, ma non basta di certo per sanificarli. Perché sia la marinatura con aceto, sia l’aggiunta del succo dell’agrume non disinfettano, ovvero non rendono sicuri dal punto di vista sanitario, i frutti di mare. Questi accorgimenti gastronomici non hanno infatti una valida attività che elimini i germi contenuti nei molluschi che potrebbero nuocere alla salute. I monovalvi o gasteropodi, alla cui specie appartengono lumache di mare o cozze patelle, si alimentano per ingestione e triturazione; i bivalvi, di cui fanno parte le cozze, le telline, le vongole, filtrano direttamente l’acqua in cui crescono. L’inquinamento delle acque vicine alla costa si ripercuote quindi direttamente sulla qualità del frutto di mare: in questi organismi si accumulano e concentrano anche batteri, virus, metalli, tossine e altri inquinanti. Come evitare i rischi derivanti dal loro consumo?
Assicurandosi che i molluschi siano cresciuti in zone di produzione classificate come A (ovvero acque pulite) e rifiniti, lavati, puliti e confezionati prima di essere venduti. In caso di allevamento in zone B e C occorre che siano stati sottoposti a depurazione e tenuti, per un tempo idoneo, in aree di stabulazione. Queste informazioni devono sempre essere riportate in etichetta. È sempre preferibile cuocere le cozze e le vongole, perché il calore elimina gli eventuali batteri pericolosi. Per il consumo crudo, che sconsigliamo vivamente, occorre invece verificare che al momento dell’acquisto i frutti di mare non siano tenuti in acqua, siano vivi, che la confezione sia provvista del bollo sanitario e che, aprendo le conchiglie, non si sentano odori anomali o di ammoniaca, indice di alterazione delle carni.
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