La classifica delle 10 migliori pizzerie di Milano 2019
La parte meneghina della redazione di Agrodolce si è riunita per decretare quali siano le migliori pizzerie di Milano: ecco la nostra classifica.
UPDATE: la classifica è aggiornata a febbraio 2019.
Quando si parla di crescita esponenziale, un buon modo per semplificare con un esempio potrebbe prendere in riferimento le pizzerie di Milano. Da quando avevamo pubblicato la precedente classifica, nel lontano 2014, negli ultimi anni milano è diventata una delle città della buona pizza la situazione cittadina è cambiata in maniera notevole, tanto da collocare definitivamente Milano sul radar degli appassionati ed esperti del settore. La pizza qui in città prevede tutte le sfumature possibili: è tonda, è sottile, è napoletana, è al trancio, è al taglio, è fritta, è al tegamino, è gourmet, è a degustazione. In questa classifica rinnovata ci proponiamo però di concentrarci sulle categorie di pizza tonda al piatto. Abbiamo incluso anche una menzione d’onore e un fuori classifica per quelle pizze che hanno fatto parlare di sé e che, in un modo o nell’altro, ci hanno convinto (anche se non possono essere inserite in una lista classica).
- Ambaradan (via Lodovico Castelvetro, 20). La pizzeria di Paolo Polli è stata spesso nominata per il format che permette ai clienti di pagare in base alla soddisfazione finale. Per quanto ci riguarda, è la pizza – digeribile, con una bella alveolatura e un cornicione classico – a convincerci. Nota di merito anche per la fattura e cottura di montanare e pizza fritta.
- Lievità (in riferimento a via Pasquale Sottocorno, 17). Forno a legna e farina integrale e semi-integrale per Lievità, pizzeria che dispone di due sedi a Milano (l’altra in via Ravizza). Al di là della montanara, leggera e fragrante, ciò che ci piace sono le varianti di Margherita, in cui gli ingredienti (ottimi) cambiano sull’impasto – fondente, digeribile – ma in bocca ricordano sempre un’ottima margherita in diverse sfumature. Notevole anche la Viola, con radicchio rosolato, gorgonzola dolce, fiordilatte di Agerola, salsiccia, riduzione di prugne secche e olio extravergine Tonda Iblea.
- Dry (in riferimento a viale Vittorio Veneto, 28). A Dry va sicuramente il merito di aver creato una pizza (in realtà una focaccia) unica e riconoscibile che va ad arricchire il panorama gastronomico cittadino: gli spicchi ariosi sono cosparsi da una cremosa salsa tonnata, fettine di vitello arrosto e polvere di capperi. Tornando ai classici, la Margherita è saporita, leggera, digeribilissima, con un bel cornicione maculato. Il papà della pizza vitel tonné ha di recente aperto Crosta (via Felice Bellotti, 13), un panificio con cucina dove sta già facendo proseliti con le sue nuove creazioni. Per ora, la nostra preferita è quella che abbiamo definito taco pizza, che riprende sapori e feeling di un taco al pastor: fiordilatte, ventricina, cipollotto, ananas e coriandolo fresco.
- Marghe (in riferimento a via Cadore, 26). Un’altra pizzeria dalla doppia sede (il secondo locale è in via Plinio), un’altra pizzeria che negli anni continua a trovare il nostro consenso. Niente canotti da Marghe, ma un cornicione appena pronunciato e un disco di pasta steso molto sottile. Il menu è breve e arricchito dall’aggiunta di pizze stagionali, vegane e speciali riportate sulla lavagna. La nostra pizza preferita rimane la Teo, con datterini gialli e rossi.
- Biif Burger San Vito (via San Vito, 7). Dal nome probabilmente non ci si aspetterebbe una pizzeria, invece i ragazzi di Biif Burger sanno il fatto loro quanto a impasti e cotture. In un locale votato alla carne, le pizze sono comunque davvero notevoli. Lo stile è napoletano, con un cornicione di maggior presenza, e gli ingredienti sono di qualità ottima. Le pizze, cotte in forno a gas, spaziano dalle classiche alle più pornografiche come l’eccellente Biif Dop, con mozzarella di bufala, pomodoro, polpettine di manzo fritte, cornicione farcito di ricotta e prosciutto cotto. Per i puristi, naturalmente è ottima anche la margherita.
- Berberè (in riferimento alla sede di Isola in via Sebenico, 21). Dal 2016 i fratelli Aloe hanno conquistato anche Milano. All’apertura in Isola è seguita poi quella dei Navigli (via Vigevano) l’anno successivo. A fine marzo 2019 si farà tris con una terza sede in zona Stazione Centrale (via Cappellini) aperta anche a pranzo. Già divisa in spicchi, soffice all’interno e croccante all’esterno, la pizza di Berberè fa parte del filone gourmet-degustazione. Tre tipi di impasto: classico, indiretto e idrolisi. La carta d’identità degli ingredienti parla molto chiaro, e la qualità si rispecchia nella riuscita finale delle pizze. Imprescindibile, quando è in menu, la variante con coppa estiva di Mora Romagnola Zivieri, stracciatella, fiordilatte e olio all’arancia.
- Cocciuto (via Bergognone, 24). Uno degli ultimi arrivi in città, e già uno dei nostri indirizzi preferiti. Da Cocciuto le redini sono tenute da Antonio Caputo e Andrea Godi, un lucano e un salentino, il cui background spesso si riflette sulle pizze, a partire dalla scelta degli ingredienti: capocollo di Gioi, capperi di Racale, carciofi pugliesi e via dicendo. Qui la pizza è incorniciata da un canotto notevole e rimane equilibrata, con un impasto dalla bella struttura che non cede sotto il peso delle farciture. Margherita squisita; da provare anche la Pancetta, con vellutata di cavolo viola, pancetta di Gioi, provola affumicata, olio extravergine Frantoio Muraglia, noci e basilico.
- Pummà (via Caminadella, 7). Giovani, attenti, preparati, premurosi, i ragazzi dello staff di Pummà sono uno dei punti di forza della pizzeria. La mettiamo sul terzo gradino del podio per la cura nei dettagli, per la qualità degli ingredienti (in particolare per l’olio), per i diversi tipi di impasto e per la bontà della Margherita di stampo napoletano, anche se non autentico (il che non è per forza un difetto). Ci sono piaciute molto anche le pizze da degustazione, in particolare la Milanese con ossobuco sfilacciato e crema di riso e zafferano. Notevole anche quella con capocollo, gorgonzola, miele di castagno e mandorle.
- Capuano’s (via Londonio, 22). Medaglia d’argento per la pizzeria di Luigi Capuano, dopo gli anni trascorsi da Anema e Cozze in via Orseolo. Quando si ha voglia di una pizza tradizionale, di chiara impronta partenopea, la risposta è Capuano’s. Leggera, digeribilissima, stesa con cura e farcita in modo impeccabile, questa pizza ci ha conquistato dal primo morso (e continua a farlo nel tempo). Oltre alla Margherita, le nostre preferite sono la Crocché (con prosciutto cotto e crocché di patate) e la colossale Montanarona ripassata al forno.
- DaZero (via Luini, 9). Il podio per noi è nei dintorni della zona di Cadorna (anche se da qualche mese c’è una seconda sede in Brera, via dell’Orso) ed è un angolo di Cilento dove ci rifugiamo ogni volta che abbiamo bisogno di una pizza perfetta. DaZero ha per noi una pagella invidiabile, in termini di impasto, di cottura, di qualità degli ingredienti, di golosità, e anche di calore umano e accoglienza. La pizza ha un bel cornicione importante (anche senza essere un canotto), una pasta scioglievole e piena di sapore, ed è sottoposta a una cottura uniforme che la profuma di forno a legna. Le farciture attingono a piene mani dal territorio cilentano, senza dimenticare le eccellenze del resto d’Italia. Squisita la Margherita, squisite le pizze più ricche. La migliore.
Fuori classifica: le pizze di Franco Pepe da Identità Golose Milano
Franco Pepe non ha aperto una succursale a Milano, e rimane a sorvegliare e dirigere il suo regno di Caiazzo. Per Identità Golose il pizzaiolo ha creato 3 pizze eccellenti, servite in un formato ridotto per adattarsi a essere incluse in un menu da ristorante. L’ideazione è di Pepe, mentre la realizzazione milanese è a cura del giovane pastry chef Gabriele Tangari, responsabile di tutti i lievitati dell’hub cittadino. La celebre Margherita Sbagliata è sempre notevole, ma la pizza che ci farebbe tornare è la Scarpetta, con bufala, fonduta di Grana Padano DOP 12 mesi, composta di pomodoro, basilico liofilizzato e scaglie di Grana DOP 24 mesi.
Il motivo della posizione fuori classifica è presto spiegato: Identità Golose Milano non è una pizzeria e le pizze firmate Pepe possono essere gustate solo a pranzo e durante le cene di lunedì e martedì. Ma non potevamo non nominarla.
Menzione d’onore: la pizza di Cracco
Probabilmente la pizza più famosa del 2018, non solo a Milano, la pizza Margherita servita nel bistrot di Carlo Cracco in Galleria Vittorio Emanuele ha diviso l’Italia. Tantissimi i detrattori – specialmente per il prezzo e l’aspetto poco canonico – ma anche alcuni convinti sostenitori di questa pizza fuori dagli schemi. Per quanto riguarda il costo, non ci dilungheremo: anche ora che è salito a 20 euro (a marzo 2018, quando l’abbiamo assaggiata, era 16), è in linea con il microcosmo del Duomo, in cui pizze turistiche sfiorano e a volte superano i 15 euro. Non è ovviamente una pizza in stile napoletano, ma l’impasto è godibile, croccante, gli ingredienti sono eccellenti e, alla fine dei conti, è molto buona. A voi decidere se la curiosità (e la possibilità di mangiare in Galleria) vale la candela. Per noi sì.
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