Cos’è la liquirizia?
La mangiamo spesso per concederci un momento di dolcezza, la liquirizia invece ha molte proprietà terapeutiche e qualche controindicazione.
Se non fosse così amata, la liquirizia non avrebbe un museo a lei dedicato. A Rossano Calabro dal 2001 è aperto il museo Amarelli, azienda storica questa che ha fatto della lavorazione della liquirizia il suo core business: in esposizione si trovano macchinari per la produzione e utensili che hanno alle spalle più di un secolo di storia. Ma cos’è la liquirizia? Pianta erbacea diffusa nel bacino del Mediterraneo con ramificazioni striscianti, cresce fino a un metro di altezza ed è capace di resistere al gelo. La pianta della liquirizia è originaria del bacino del Mediterraneo Per l’uso alimentare vengono utilizzate le radici di piante di 3 – 4 anni e la raccolta avviene durante la stagione fredda. Dopo essere state essiccate, le radici vengono private delle parti fibrose e, dopo averle macinate, viene estratto il succo attraverso l’azione dell’acqua bollente. Il liquido ottenuto viene filtrato e concentrato fino a ottenere la pasta scura e morbida a cui siamo abituati. Se a questo liquido, invece, vengono aggiunti zucchero, gomma arabica e altri aromi si ottiene la liquirizia dura. I rami più giovani della pianta o le radici più sottili sono commercializzate come bastoncini di liquirizia.
Non tutti sanno che la liquirizia contiene l’acido glicirrizico e il suo sale di ammonio: hanno un’azione antinfiammatoria e antivirale. Più dolce del saccorosio la glicirrizina è stata, sin dall’antichità, utilizzata per ristabilizzare l’organismo dopo le intossicazioni alimentari, per curare la tosse e attenuare i disturbi epatici. Bisogna però prestare attenzione al consumo costante ed eccessivo di liquirizia: la glicirrizina assunta in più di mezzo grammo al giorno provoca ritenzione idrica e aumento della pressione arteriosa pertanto è da evitare per donne in gravidanza e soggetti ipertesi.
- IMMAGINE
- Liquirizia via Shutterstock