Veneto: il cibo di strada raccontato in 17 punti
• Pubblicato 19 Novembre 2014 Aggiornato 10 Aprile 2024 10:30
Lo street food del Veneto è più variegato di quanto si possa pensare e spazia dal salato al dolce, dalla carne al pesce, dai formaggi alla polenta.
La cucina di strada è semplice, genuina, rispetta la stagionalità e porta avanti la tradizione di ogni regione. Il cibo consumato in strada non è una trovata che segue la moda del momento, è un’usanza che dura da sempre, nata tra il popolo e per il popolo. Gli scavi di Pompei hanno dimostrato che già a quell’epoca esistevano botteghe che vendevano cibi caldi; nelle vie dei quartieri della Roma imperiale si trovavano venditori di polpette, di rustici lievitati e di preparazioni dolci. Anche il Veneto possiede una tradizione ben radicata per quanto riguarda lo street food: ripercorretela con noi.
- Ai tempi della Serenissima si pranzava la mattina presto, dopo aver concluso gli scambi commerciali con le campagne, con i cicheti, spuntini che troviamo ancora ai giorni nostri a Venezia andando in giro per bàcari: polpette, crostini con il baccalà, sarde in saor, acciughete, folpeti, salumi, mezze uova e molto altro, accompagnano i bicchieri di vino che si è soliti a bere in questi casi. Il cicheto si consuma in piedi ed è molto facile vedere gente chiacchierare fuori per strada col bicchiere di vino e con un bocconcino saporito in mano.
- Usanza che sta ritornando e che ha caratterizzato la vecchia abitudine veneziana di mangiare per strada, è el scartosso de pesse frito (il cartoccio di pesce fritto), preparato da un fritoin, friggitoria, specializzato proprio nello street food.
- Anche la pasticceria veneziana da strada è molto rinomata soprattutto per la biscotteria: baicoli e zaeti sono i più conosciuti, ma anche i bussolà di Burano e i papini di Chioggia, assieme alla torta di carote e radicchio chioggiotto IGP, al panconso di Sottomarina, al pandolse e alle carnevalesche fritole venexiane.
- Nella zona del trevigiano lo streef food è caratterizzato dal radicchio rosso IGP e dai tanti modi di cucinarlo: fritto, ai ferri, al forno, il tipico radici e fasioi (preparato con radicchio e lamon, fagioli IGP della vallata del bellunese)
- Nei dintorni di Treviso è tipica anche la particolare porchetta cotta a bassa temperatura, prodotta solo con carne della coscia di maiali magri alimentati con cibi vegetali, per conferire al grasso le stesse caratteristiche dell’olio.
- Molto apprezzate sono anche le stracaganasse, castagne della Marca fatte essiccare e conservate tutto l’anno.
- Nel bellunese, oltre ai fagioli, tipico cibo da strada è la polenta e salsiccia o il panino col fromai (formaggio) e pastin, carne trita a grana grossa, di manzo e maiale, salata e speziata o solo salata.
- L’accostamento ideale per i salumi e i numerosi formaggi di malga, è la puccia, un pane piatto dell’ampezzano preparato con farina di grano tenero e farina di segale, con l’aggiunta di semi di cumino, semi di finocchio e zigoinr, un particolare origano selvatico della zona.
- Lo street food dolce dolomitico ha il nome di kodinza ed è una torta preparata con mele bellunesi e mais sponcio, una varietà di mais autoctona.
- A Vicenza il baccalà alla vicentina con la polenta abbrustolita è diventato il must dello street food, così come polenta o panino con la sopressa vicentina DOP, salume tipico della tradizione culinaria veneta, l’asparago bianco di Bassano DOP, e tutta la gamma di prodotti caseari dell’Altopiano di Asiago.
- La provincia di Verona si distingue per il prosciutto veneto berico-euganeo DOP e il formaggio Monte Veronese DOP, con i quali si possono preparare dei ghiotti panini.
- Gli sfilacci di cavallo, carne tenuta sotto sale, affumicata e pestata fino a ridurla in filamenti, sono uno street food molto comune in Veneto: a volte ci si condisce persino la pizza.
- I baci di Giulietta e Romeo e i rafioli sono tra i dolci più rappresentativi della provincia di Verona.
- Per le strade di Padova è d’obbligo accompagnare lo spritz a folpeti lessi, in umido o fritti, ingrediente divenuto il vanto della città tanto da aver dedicato al polipo una sagra.
- Durante il periodo invernale, il cibo da passeggio padovano è la polenta fasoà, farina bianca da polenta cotta con una zuppa di fagioli, arrostita e tagliata a fette.
- Nell’area di Rovigo e il polesine, il pesce azzurro fritto e in saor regna sovrano, assieme alla famosa sopressa del Delta.
- Tra i prodotti della pasticceria della provincia di Rovigo si distinguono la miassa o smegiassa, una torta di zucca, e il moro, il salame dolce al cacao.
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