I migliori hamburger di Torino: la classifica
A Torino la qualità proposta dalle hamburgerie di norma è sempre alta, ma quali sono i panini che davvero valgono l’assaggio? Ecco i 10 migliori indirizzi.
Piccola fondamentale premessa: la ricerca dell’hamburger perfetto tende all’infinito e divide come pochi altri piatti. Prendi 5 amici, chiedigli qual è la migliore hamburgeria di Torino e otterrai 5 risposte diverse. le variabili per decidere il miglior hamburger sono molte, dalla carne al pane Del resto le variabili sono molte – la cottura della carne, la scelta delle salse e la qualità del pane, tanto per citarne un paio – i palati sempre più esigenti e mettere tutti d’accordo è impresa pressoché impossibile, soprattutto nella patria dello slowfoodismo senza limiti. Una cosa però è certa, cioè che la qualità è altissima e più che alle tendenze fighette si bada alla sostanza, con la razza Fassona a farla da padrona. La caccia al miglior burger di Torino è insomma in continua evoluzione – con nuovi posti che aprono senza continuità di soluzione – e molto si gioca sui dettagli. Ecco i 10 migliori hamburger di Torino secondo Agrodolce.
- Muurgheria (via Nizza, 129/a). Tra le aperture più recenti, si segnala per la qualità della carne, fornita dell’Agrimacelleria Cascina Capello di Villanova d’Asti. Tutti gli hamburger sono rigorosamente di vitella di Fassone. Il locale è piccino, il primo bicchiere di vino in omaggio è un ottimo benvenuto. Quanto alle combinazioni d’ingredienti, si va da quello tradizionale ai più sofisticati, come quello con pere noci e gorgonzola o quello con crema di funghi porcini e crosta di parmigiano. I più coraggiosi puntano dritti ai Muusuperburger, hamburger maxi da 300 g, o al triplo burger con abbinamenti vari. Il pane è croccante comme il faut.
- Slowburger (via Monginevro, 21/c). Nel regno incontrastato della Fassona, qui si osa proponendo anche l’hamburger di manzo e maiale. Il locale, in zona Politecnico, è davvero piccolo e trovare posto non sempre è facile: si viene qui allettati soprattutto dalla possibilità di personalizzare al massimo il panino, giocando con il proprio palato. Gli ingredienti sono selezionati con cura, dal Castelmagno al paté di peperoncino. Da provare la birra del Birrificio San Paolo e le patatine dal taglio casalingo. Ottimo il rapporto qualità prezzo.
- Qualeaty (corso Regina Margherita, 68/f). Poco prima del boom delle hamburgherie, sotto la Mole era già un locale cult. Qui ogni singolo ingrediente è scelto con cura, dalla carne di Fassone Piemontese ai formaggi (forniti da un’azienda di Giaveno) passando per le farine e le verdure: nel panino, insomma, c’è tutto il Piemonte. Stravince il Carmagnola, l’hamburger con pancetta della Val di Susa, verdure stagionali e la gustosa toma della Valsangone. Impossibile non provare la miaccia, una sottile piadina preparata con farina di mais, cotta su piastra e servita con salumi e formaggi. Ultralocal.
- Hamburgeria (corso Peschiera, 177). Più che ai proclami pseudo-gourmet, qui si bada alla sostanza e forse per questo, da anni, mangiare qui è un rito torinese. Il locale è mignon e l’attesa inevitabile ma diventa cosa trascurabile, soprattutto quando le papille reclamano uno dei migliori panini di Torino. Si sceglie tra carne di bovino, pollo e suino (quella di cavallo non è più in menu), poi tra una delle 25 combinazioni di condimenti proposti. Il panino è più che sostanzioso, i condimenti ottimi, il pane tende un po’ a sfaldarsi.
- Brasserie Bordeaux (via Baretti, 15). Nel cuore più caotico di San Salvario, questo ristò ha saputo catturare una clientela più che variegata, dall’hipster alle famiglie in cerca di un posto per il brunch domenicale. Non è classica hamburgeria, ma in carta ha uno dei burger più buoni della città: la carne resta succosa ed è cotta al punto giusto (non secca e difficile da deglutire come capita altrove), il pane tostato alla perfezione e le salse di accompagnamento completano golosamente il piatto. Una delle poche certezze nella ristorazione fighetta (ma spesso di bassa qualità) del quartiere.
- Petit Baladin (via Saluzzo, 21). La carne trova il suo degno accompagnamento nel pane, fornito dalla cooperativa Ecosol e prodotto all’interno del carcere Le Vallette di Torino, con il progetto Liberamensa di cui è consulente Gabriele Bonci. La scelta dei panini mette in crisi: dal classico Giotto (qui la carne è 100% manzo La Granda), proposto con pomodorini confit e cipolla caramellata, si passa al White Burger con carni bianche e agli speciali della settimana. La proposta più curiosa? Il Vegeburger, con burger di verdure e crema di pecorino. Discrete le patate, tagliate alla maniera rustica in grossi spicchi e con la buccia, da provare le chips fatate aromatizzare al cacio e pepe o alla liquirizia.
- M**Bun (corso Siccardi, 8/a e via Rattazzi, 4). I primi amori non si scordano mai e gli aficionados della prima ora dell’anti-McDonald's in salsa piemontese, difficilmente dimenticheranno com’era agli esordi il primo locale, a Rivoli. Oggi il piccolo impero conta altre 2 hamburgerie oltre a quella iniziale che nel frattempo si è ingrandita, ma la qualità è rimasta alta. Passano gli anni ma ci sono panini che restano saldamente dei must, vedi il Tuma (hamburger di misto bovino e suino, più toma) e il Sensa cognisiun (ovvero senza cognizione, con la bagna caôda). Golose le robiole al forno, da gustare le patatine proposte in taglio chips. Tutti i panini sono proposti anche con pane senza glutine.
- Hamburgheria di Eataly (piazza Solferino). I detrattori dell’universo legato a Farinetti la criticano senza sosta. Gli va invece riconosciuta una qualità molto alta delle materie prime, a cominciare dalla carne, razza piemontese de La Granda marchiata dal presidio Slow Food. Capitolo panini: il grande classicone è il Giotto ma vale la pena di spingere sul tasto della goduriosità col Cis-panciotto: sull’hamburger cola una fetta fusa di Raschera dop - di un caseificio cuneese – cui s’aggiunge una croccante pancetta naturale affumicata. Il risultato? Un’esplosione di sapori. Non sempre le patatine sono croccanti come ci si aspetterebbe, ma ci si consola con dolci di Luca Montersino.
- Burgheria (via del Carmine, 24/f). Sei nel centro di Torino ma ti sembra di stare in una vera hamburgeria americana. Quello in via Baretti è quasi sempre sold out, preso d’assalto dai frequentatori di San Salvario, perciò meglio optare per quello in via delle Rosine o in quello alle spalle di piazza Statuto. Il menu non è la consueta lenzuolata di voci (per fortuna) ed è impossibile sbagliare: equilibrato e goloso il cheeseburger classico, cui è possibile aggiungere fontina, croccante il bacon burger con pancetta affumicata e gorgonzola. Poi c’è il panino Protagonista, con ingredienti che cambiano tutte le settimane. Imperdibili le patatine fritte, tra le più buone in circolazione a Torino.
- Fassoneria (piazza Emanuele Filiberto, 4). Nel salotto buono del Quadrilatero, in uno degli angoli più parigini di Torino, in 2 anni questo locale si è imposto come indirizzo cult per gli amanti dell’hambuger. La prima cosa che colpisce tutti è il pane casereccio e tostato alla perfezione, fornito da un panettiere di Porta Palazzo, a pochi metri da qui: poi lo scrigno si apre e svela una carne saporita e succosa - in arrivo dalla cooperativa di allevatori Compral di Cuneo - ed è chiaro perché abbia stregato in maniera trasversale, dai giovani nottambuli agli incalliti gourmet. Strepitoso il cheeseburger, diventato marchio di fabbrica, con i pezzetti di formaggio Raschera mescolati alla carne di Fassone.
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