Pasta fredda vegana
La pasta fredda vegana condita con pesto di capperi, menta e basilico e con pomodori pachino e origano è un primo piatto originale per ogni occasione. Si prepara velocemente e può essere una valida alternativa per quanti hanno deciso di seguire questo regime alimentare.
La pasta fredda vegana è un primo piatto di cui esistono numerose varianti. Il piatto perfetto per chi segue una dieta vegana o vegetariana è saporito e facile da realizzare. In questa ricetta abbiamo deciso di preparare un pesto utilizzando aromi mediterranei: mescolate menta, capperi, basilico e una manciata di origano secco. Abbiamo aggiunto alla pasta pomodorini pachino freschi.
Questo primo piatto può essere preparato in anticipo, conservato in frigorifero e gustata comodamente a casa, durante il pic nic o un pranzo in ufficio. La pasta fredda vegana non necessita di molti ingredienti, proprio per questo bisogna scegliete con la massima cura le materie prime: le foglie di basilico e di menta devono essere freschissime, i capperi conservati sotto sale perfettamente dissalati e l’origano fresco o secco.
Se non avete un mortaio ma decidete di utilizzare il frullatore per la preparazione del pesto ricordatevi di mettere le lame in freezer almeno 1 ora per evitare che il pesto si ossidi e annerisca, procedete a frullare a intervalli per non far riscaldare il composto. Potete aggiungere un cucchiaio di mandorle in modo da dare maggiore sapore al sugo, unite abbondate di olio extravergine di oliva per aumentare la cremosità.
Come pasta abbiamo utilizzato i rigatoni, ma potete utilizzare il formato che più preferite.
Variante Pasta fredda vegana
Potete aggiungere una maggiore quantità di menta se preferite un sapore più fresco oppure aumentare la quantità di basilico se amate un sapore più simile al pesto alla genovese. In alternativa, potete anche optare per un condimento a base di pomodori, fagioli e carote, come in questa insalata di pasta fredda vegana.
Come conservarla?
La pasta fredda vegana si può conservare in frigo per 2 o 3 giorni, chiusa in un contenitore per alimenti.