3 locali per l’aperitivo da provare a Cagliari
Abbandonati i suoi abiti folcloristici, Cagliari si dimostra una città viva dal punto di vista enogastronomico: ecco 3 locali perfetti per un aperitivo.
Cagliari è una città sui generis, capitale di un’isola con un forte senso identitario e un bagaglio di tradizioni enogastronomiche influenzate dalle diverse dominazioni subite nei secoli. Da qualche anno la città si è finalmente svegliata dal torpore abbandonando parzialmente i suoi abiti folcloristici grazie alle spinte di tanti professionisti, la città si è finalmente svegliata dal torpore abbandonando parzialmente i suoi abiti folcloristici chef e produttori, che portano avanti meravigliosamente territorio e insularità come ingrediente aggiunto nei loro piatti, vini e prodotti tipici. Il rispetto della tradizione, della terra e della tipicità, sono carte sempre forti da giocare ma è anche interessante poter inseguire un discorso di eccellenze a tutto campo. Questo si può fare proponendo ai clienti abituali e turisti dei prodotti di qualità che arrivino anche oltre Tirreno. Non ultimo, in una terra difficile come quella sarda, è importante trovare e alimentare preziose sinergie produttive tra attività che hanno identità diverse ma che cercano di fare sistema tra loro per soddisfare ogni tipo di clientela. È bastata una passeggiata serale con l’idea di prendere un aperitivo in centro città per scoprire 3 locali uniti da un’idea comune basata su professionalità e qualità.
Oyster
Filippo Mundula è il patron di Oyster (via Sardegna, 30), nuova creatura nata da poco meno di un anno, come spin off dello storico Ristorante Italia, gestito dalla famiglia Mundula fin dal 1921. Filippo è un sommelier diplomato AIS con una formazione in cucina partita dalle scuole del Gambero Rosso e che successivamente lo ha fatto approdare ai fornelli del ristorante di famiglia. È la sua immensa passione per i vini che gli ha fatto pensare al concept dal quale è nato Oyster.
Oyster nasce come enoteca dove comprare e bere delle ottime etichette. Il locale permette al cliente di scegliere dallo scaffale una bottiglia di vino e di gustarla comodamente seduto pagando un minimo sovrapprezzo sull’etichetta, scegliendo eventualmente di abbinarci alcuni piatti studiati appositamente dalla cucina: diverse varietà di ostriche, crudi di pesce, cartocci di fritto di paranza, salumi e formaggi locali. Una scelta informale, quella dalla cucina, creata per porre l’accento sulla grande qualità e varietà dei vini presenti in cantina, partendo dalle ricercate selezioni di champagne, bollicine italiane, birre artigianali locali e grandi vini bianchi e rossi provenienti da Italia e Francia.
Da Oyster si va per bere un calice o condividere una bottiglia senza dover affrontare una cena intera, il ventaglio di prezzi è ampio e riesce a soddisfare una vasta clientela. Le etichette ruotano spesso con nuove proposte e degustazioni ad hoc organizzate a cadenza mensile. Interessante anche la possibilità, dopo un aperitivo, di portare la bottiglia scelta anche ai tavoli del ristorante per una eventuale cena.
Sabores
È proprio Filippo Mundula che inizia a introdurre il concetto di sinergia accompagnandoci da Sabores (via Lodovico Baylle, 6), bottega di prelibatezze nata come gemello diverso dello store Sapori di Sardegna che si trova a pochi passi dallo stesso Oyster. Sabores è gestito con passione da Samuele Muscas, che nella sua bottega celebra il territorio sardo in modo innovativo nonostante il fortissimo rispetto per la tradizione. Siamo ai margini del concetto, spesso troppo restrittivo, di folklore che accompagna le botteghe sarde come immagine portante: qui si persegue esclusivamente la qualità e la professionalità dei produttori artigiani.
Sabores mostra una continua attività al suo interno: turisti e clienti locali affezionati che comprano, si fanno consigliare, guardano e annusano i prodotti esposti, a partire da un bellissimo scaffale all’ingresso interamente occupato da splendide forme di pecorino e salumi artigianali.
Da Sabores si possono gustare selezioni di prodotti sardi accompagnati da vini al calice e birre artigianali, e tutto quello che si assaggia poi si può acquistare: salumi e formaggi, pane ma anche pasta di semola tradizionale, miele e conserve. Tutto è rigorosamente locale e fuori dal giro dei marchi commerciali più conosciuti, in aggiunta a qualche chicca rappresentata da poche selezionate eccellenze di provenienza nazionale come il parmigiano vacche rosse e la mortadella artigianale.
Cucina.Eat
Sia Filippo che Samuele ci consigliano una visita nel giorno seguente da Cucina.Eat (piazza Galileo Galilei, 1), bellissimo spazio polifunzionale totalmente dedicato al mondo del cibo e vino. Il locale si presenta come uno store di prodotti enogastronomici di qualità, attrezzature e libri di cucina, con un bellissimo bancone rettangolare che fa da cornice alla cucina totalmente a vista.
Qui si può stare seduti a bere un bicchiere al banco osservando i giovani chef che cucinano piatti espressi per chi vuol mangiare qualcosa o prendere un ottimo aperitivo grazie alle tante etichette presenti in carta. La proposta della cucina è legata a ciò che si trova giornalmente al grande mercato centrale di San Benedetto, che offre quanto di meglio si possa cercare. Alessandra Meddi ci ha raccontato il progetto pensato insieme a Giuseppe Carrus, entrambi proprietari del locale: la loro scelta di lasciare Roma e aprire a Cagliari è stata un azzardo vista la particolarità dell’idea in ballo, ossia creare un locale che non c’era e che difficilmente si sarebbe potuto vedere in una città come questa.
Degustazioni per promuovere chef locali e cantine sarde sono organizzate mensilmente, unite a eventi enogastronomici legati a nomi importanti della cucina nazionale. Cucina.Eat, a 2 anni dall’apertura, ha vinto la sua scommessa creandosi una sua clientela nonostante la posizione leggermente nascosta in una piazza che, anche se centrale, non risulta strettamente di passaggio.
- IMMAGINE
- Arianna Giuntini