7 modi per distruggere la pasta al tonno
• Pubblicato 5 Novembre 2015 Aggiornato 14 Agosto 2017 18:28
La pasta al tonno è tra i piatti più preparati in Italia, ma ci sono alcuni passi falsi che potrebbero rovinarla irrimediabilmente: eccoveli elencati.
Avere un passato da fuori sede vuol dire commuoversi a ogni scaffale del supermercato davanti a scatole di purè in fiocchi, sughi pronti e pizze surgelate. Le lunghe ore di lezione, il viavai di amici a studiare e la scarsità di ingredienti freschi mi hanno resa, con il tempo, cintura nera di ottimizzazione di spese insensate – quelle fatte di scatolette di tonno, lenticchie secche e tabasco maxi. Basta mettere insieme la pasta e un buon sugo al tonno viene fuori: ecco 7 passi falsi da evitare preparando la pasta al tonno.
- Usare la cipolla. Diciamolo una volta per tutte: la cipolla con il tonno non ci va. A meno che non stiate preparando un’insalata ammazza-alito, per il sughetto meglio un bello spicchio di aglio, magari vestito se volete un gusto più tenue. Ma la cipolla no. Ho detto no.
- Trascurare il peperoncino. La pasta al tonno è un piatto veloce, va bene. La gente ha il palato delicato, va bene. Ma il tempo per insaporire il tutto con qualche seme di peperoncino lo troviamo tutti, e poi si sa che il piccante rende più interessante qualsiasi cena.
- Usare il concentrato di pomodoro. Il pomodoro, questo frutto dalla forma e dal sapore irripetibile cui noi italiani abbiamo dichiarato eterno amore, merita di vivere la sua vita, di incontrare un giorno del tonno decente e di riscaldarsi quel tanto che basta da divenire un sughetto amabile e lento. Quindi mettete via il concentrato semplice, doppio e triplo, e per favore, spegnete quel fornello dopo 10 minuti: non state mica preparando il ristretto per il ragù.
- Comprare la scatola piccola di tonno. Va bene la crisi, la dispensa piccola e la porzione da single, ma il tonno in scatola piccola ha solo svantaggi: sa di cartone, è un taglio pessimo, costa il doppio e finisce subito. Visto che in olio si conserva tutto – perché non avrete certamente preso quello al naturale - abbondate con le dimensioni della scatola da dispensa: mal che vada domani a pranzo schiscetta di tonno e patate lesse.
- Dimenticare le olive. Ormai è tardi se avete già messo su la pentola per l’acqua, ma qui trovate un po’ di roba da aggiungere alla prossima spesa: olive nere di Gaeta da aggiungere mentre il tonno sfrigola con aglio e peperoncino, capperi sotto sale a impreziosire il piatto, alici sott’olio da tenere in frigo per insaporire il soffritto.
- Aggiungere il prezzemolo all’inizio. Possiamo discutere sulla migliore marca di tonno, sul formato di pasta ideale, sulla cottura del sugo, ma non sul prezzemolo alla fine. Si chiamano erbe fresche perché sono fresche e si mettono solo lontano dal fuoco: se le mollate a soffriggere con l’aglio, vi meritate la pasta scotta e il tonno al naturale.
- Aggiungere il parmigiano. Sono subdoli e schivi, quelli del partito del parmigiano: sanno che se propongono la spolverizzata di Parmigiano per tutti saranno ostracizzati dalla tavolata intera. Ecco perché li vedete attardarsi in cucina: cercano la grattugia per aggiungere di soppiatto la grattata selvaggia al proprio piatto. Anticipateli facendo sparire il formaggio o facendo sparire loro dalla vostra tavola.