10 involtini dal mondo che dovreste provare
Gli involtini mettono acquolina e ne esistono varianti di tutti i tipi, dolci e salate: ecco 10 involtini dal mondo che secondo noi dovreste assaggiare.
Vere e proprie esplosioni di sapore della dimensione di un boccone, gli involtini sono i maggiori responsabili dell’acquolina nel mondo. Un solo nome ma per un’infinita varietà: possono essere di carne, di verdura, di pesce, di riso o ancora fritti al forno o impanati, l’unica regola è che siano arrotolati. un solo nome per un'infinita varietà di ripieni, dalla carne al riso Siamo certi che ognuno di voi abbia ben chiaro il proprio involtino preferito: se romani lo farcite con mortadella, se pugliesi amerete le bombette impanate o gli gnumridd di interiora, se siciliani vi verranno certamente in mente le melanzane o la carne con uvetta e pinoli. Insomma, in Italia le varie declinazioni degli involtini fanno parte dell’immaginario collettivo e ci si pensa soprattutto se si parla di fame, perché è impossibile guardarli senza aver voglia di divorarli. Di seguito vi proponiamo 10 involtini da provare in giro per il mondo.
- Dolma. Involtino della cucina greco-balcanica e di tutti i territori una volta appartenenti al dominio ottomano, è composto da carne macinata, riso o grano abbondantemente speziati con cumino, maggiorana e semi di finocchio, arrotolati in foglie di vite. I dolma sono spesso accompagnati da yogurt o tzatziki e rappresentano un piatto unico e delicato, diffuso ormai nelle sue innumerevoli versioni (sarma in Turchia, töltött Káposzta in Ungheria, mashi in Egitto) in tutta l’area europea.
- Fila. Antipasto egiziano per eccellenza sono i fila, involtini di sottilissima pasta sfoglia ripieni di carne di montone o agnello o formaggio.
- Briouats. Variante marocchina degli involtini primavera, i briouats si presentano alla vista molto simili a questi ultimi ma all’interno della pasta sfoglia il ripieno varia dalla carne d’agnello al pesce, dal formaggio alla frutta secca, alla variante dolce con mandorle e miele. Generalmente fritti, possono essere cucinati anche al forno e serviti con crema di formaggio come contorno.
- Kourkoubinia. Dolce tradizionale greco, sono a tutti gli effetti degli involtini di baklava (sottili sfoglie di pasta fillo) fritti e intinti nel miele. Consumati specialmente durante le festività natalizie, sono tuttavia ormai elemento immancabile nelle migliori gyrosterie d’Europa.
- Golubcy. Risalendo l’Europa verso nord fino alla steppa, a far da padroni tra gli involtini troviamo i golubcy. Discendenti diretti dei dolma balcanici, anch’essi sono involtini ripieni di carne macinata di manzo e riso ma con la particolarità di aver sostituito alle foglie di vite la verza, ortaggio più consono alle algide temperature russe.
- Kohlrouladen. I diretti parenti teutonici dei golubcy e dei dolma sono invece kohlrouladen, involtini di carne macinata, pancetta, sale, pepe e maggiorana rivestiti da cavolo acido o da foglie di verza, cotti solitamente al vapore e sigillati con spago o stuzzicadenti.
- Spring rolls. Sempre più a est seguendo il tour degli involtini, arriverete dritti dritti in Cina, tappa obbligata in cui non potrete fare a meno di assaggiare gli autentici involtini primavera. Pilastri della millenaria cultura culinaria cinese, antipasto di dovere anche per chi con le bacchette proprio non va d’accordo, sono divenuti tanto amati nel mondo per la croccantezza. Tra le innumerevoli versioni spicca la più rinomata con le verdure (carote, sedano, cavolo e cipollotto) e i germogli di soia cotti in wok, ma in Cina, Taiwan e Vietnam, si è soliti farcirli anche con carne di maiale, erbette e funghi o con pasta di fagioli dolci, nella versione dessert.
- Cha giò. Menzione a parte merita il Vietnam che arricchisce la tradizione dell’involtino anche con i cha giò, involtini fritti di carne di maiale tritata con funghi e verdure tra cui la carota, il cavolo rapa e le jicama (patate dette messicane) , avvolti in una striscia di carta di riso umida. I cha giò, chiamati così nel Vietnam del Sud mentre a Nord prendono il nome di nem rán, sono fritti in abbondante olio e consumati quando la carta di riso diviene croccante e dorata.
- Teclal. Interpretazione molto particolare vegana e gluten free dell’involtino sono i teclal africani, rotolini di injera, una pastella particolare formata da farina di teff, cereale tipico eritreo e acqua, farciti con hummus di ceci e lenticchie. Possono essere insaporiti con il berberè, un composto di spezie tra cui zenzero, coriandolo, semi di cardamomo, noce moscata, chiodi di garofano, cannella, pepe nero e peperoncino piccante.
- Lumpia. Altra rinomata variante dell’involtino primavera cinese, diffusasi nella zona indonesiana e filippina, è il lumpia, la cui traduzione letterale corrisponde a involtino fresco. Ripieno di palmito, pezzetti di pollo, arachidi e rape, è avvolto in uno strato doppio di foglie di lattuga e sfoglia per crepes all’uovo. Il lumpia è solitamente servito insieme a una salsa composta da brodo di pollo o maiale, un mix di farine e aglio fresco o salsa piccante. A differenza dell’involtino primavera nella sua versione più diffusa non è fritto, ma esistono tanti metodi di cottura e infinite combinazioni di farcitura a seconda della zona di consumo.
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