Le 10 alghe commestibili più utilizzate
Ricche di minerali e povere di calorie, le alghe posseggono molte altre qualità benefiche: ecco le 10 più utilizzate in cucina.
Per molti continuano a rappresentare i filamentosi residui del mare, che restano attaccati a mani, polsi e schiene durante il bagno; in realtà, le alghe sono verdure di acqua marina, ovvero le nonne delle nonne delle nostre verdure di terra, rimaste sorprendentemente uguali a se stesse nel corso dell’evoluzione. A livello gastronomico sono utilizzate praticamente da sempre: sono ricchissime di vitamine e sali minerali, hanno proprietà antiossidanti e depurative; poverissime di calorie, presentano un alto contenuto proteico. Al contrario di pesci e molluschi, non assimilano le sostanze inquinanti. Il Giappone (dove le alghe sono coltivate su quasi tutte le coste) rappresenta il maggior consumatore e il massimo esportatore. Impariamo dall’Oriente e riappropriamocene. Ecco le 10 alghe commestibili più utilizzate.
- Arame. Dopo l’ammollo, le alghe arame diventano un ottimo contorno, da condire con olio di sesamo e abbinare a carote, cipolle e altri ortaggi; l’alto contenuto di iodio, calcio e potassio, le rende perfette per l’alimentazione degli sportivi; possiedono altresì qualità ipotensive.
- Dulse. Rossa, piccante e ricchissima di ferro, è perfetta in abbinamento a legumi e cereali, o per insaporire zuppe e salse. È tra le poche alghe diffuse in Nord-Europa, dove cresce tra le coste rocciose ed è fatta essiccare al vento. Già nel XVII secolo era masticata dai marinai inglesi alla stregua del tabacco.
- Hijiki. Molto scenografiche, sono spesse stringhe brunastre. Oltre a minerali e ferro costituiscono una straordinaria riserva di calcio. Il sapore è piuttosto marcato, vanno utilizzate soprattutto per condire paste e risi o in abbinamento a verdure a radice.
- Kanten. Probabilmente l’avete già usata e non ne eravate consapevoli: i suoi estratti sono alla base dell’agar agar, gelificante vegetale sempre più diffuso; in polvere o scaglie, l’agar agar può sostituire la colla di pesce in ogni preparazione. In Giappone è utilizzata anche come accompagnamento al sashimi.
- Kelp. Di colore verde-bruno, possiede qualità antiossidanti, rimineralizzanti e antinfiammatorie; è usata anche come diuretico o per regolare le funzioni del metabolismo in soggetti affetti da ipotiroidismo.
- Klamath. Venduta in tavolette, costituisce un ottimo antiossidante e un efficace immunostimolante; le si riconoscono anche qualità importanti per normalizzare il livello dei lipidi nel sangue e come tonico neurosomatico.
- Kombu. Quando preparate il latte di soia, l’aggiunta di alghe kombu può rafforzare l’apporto di calcio, ma il contenuto naturale di acido glutammico la rende ideale per minestre e zuppe. Un efficace rimedio casalingo può essere quello di porre qualche alga nell’acqua d’ammollo dei legumi per renderli più digeribili.
- Nori. Data la diffusione di ristoranti giapponesi, è forse l’alga che abbiamo imparato a conoscere meglio: costituisce il rivestimento dei classici maki. Può essere anche marinata (con limone, soia, sesamo) e gustata in insalata; è una riserva di proteine, vitamine (A, B1, C), omega 3 e calcio.
- Spirulina. Il gomasio è diventato un alimento di tendenza: se ne avete sentito parlare, dovete sapere che la spirulina è tra gli ingredienti principali (insieme a semi di sesamo e sale marino integrale); l’alga cresce nelle acque dolci e le si riconoscono importanti qualità depurative e disintossicanti.
- Wakame. È tra gli ingredienti principali della notissima zuppa di miso, ma può essere mangiata anche cruda (dopo un breve ammollo in acqua), eventualmente unita ad altre verdure. Per preparare la tradizionale insalata di alghe wakame, bisogna tagliarle a striscioline e mescolarle con olio di sesamo, semi di sesamo tostati, aceto di riso, miele o zucchero, zenzero.
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