Come comporre il perfetto cesto di frutta per Natale
A Natale anche il cesto di frutta deve essere preparato ad arte, mescolando frutta fresca, secca e disidratata: vi diamo alcuni consigli per comporlo.
Natale significa anche fare cose che nel resto dell’anno risulterebbero insolite, come ostinarsi a cercare frutti che mai ci verrebbe in mente di comprare, nemmeno se a tavola sedessero il Presidente Napolitano e la signora Clio. A Natale anche il cesto di frutta deve essere preparato ad arte, mescolando frutta fresca e secca In effetti la scelta della frutta richiede la stessa attenzione che si dedica alle altre portate, dunque ci sembra il minimo darvi qualche qualche indicazione su come comporre un cesto di frutta perfetto e una descrizione su ogni singolo frutto, in modo da poter dare una risposta anche a chi vuole sapere qualsiasi cosa, presenza di grassi compresa. Perché i rompiscatole ci sono anche a Natale. Senz’altro la prima grande distinzione va fatta per 2 grandi categorie, la frutta fresca e la frutta secca, compresa quella disidratata.
Frutta fresca
- Litchees. Definite anche ciliegie cinesi, hanno un colore rosso, ideale per marcare in che periodo dell’anno ci troviamo. Si tratta di un frutto di origine orientale ma che di recente ha visto spuntare qualche albero anche in Sicilia e una ridotta produzione. È un frutto fresco e, di conseguenza ha un basso contenuto calorico ma un ottimo apporto di vitamina C. Prima di mangiarlo, ricordate di togliere la buccia esterna e consumare solo la parte chiara del frutto.
- Maracuja, che però tutti chiamiamo frutto della passione, è uno dei frutti dalla polpa più profumata in assoluto. Nonostante le origini esotiche, l’Italia ne possiede una produzione nelle regioni calde come la Sicilia che gli consentono di coltivare fino a 3 raccolti l’anno, a settembre, gennaio e febbraio. Le grandi coltivazioni sono tipiche di Brasile e Sud Africa.
- Agrumi. Quello degli agrumi è un mondo bello e complesso e perfettamente di stagione sotto il Natale, per questo motivo non possono mancare in tavola. Oltre a essere uno dei simboli di queste feste, gli agrumi hanno un effetto digestivo grazie alla loro acidità. Tra i frutti più gettonati di questa famiglia, ritroviamo le clementine, ibrido tra mandarini e arance. Per la maggior parte coltivate in Calabria, rispetto ai mandarini sono prive di semi, rendendole più piacevoli per molti consumatori. Un agrume meno usuale ma molto suggestivo è il mandarino cinese, grande come un’oliva da mangiare con tutta la buccia. E poi mapo, kumquat e tangerini, tutti agrumi nati dall’incrocio di arance, mandarini e limoni.
- Completate infine il cesto con la frutta che vi consiglierà il fruttivendolo: prestate attenzione alla stagionalità ma ricordate che questa non va presa troppo in considerazione nel caso in cui acquistiate frutta esotica proveniente da nazioni lontane. Mango, ananas, papaya saranno i benvenuti. Anche il melograno sa il fatto suo ed è perfettamente in tinta con le decorazioni.
Frutta Secca
- Frutta disidratata. I fichi secchi, ad esempio, sono forse uno dei frutti simbolo del Natale insieme ai datteri. Solo che, nel primo caso, bisogna impegnarsi a cercare quelli prodotti in Italia, molto più gustosi. Nel secondo caso parliamo di un frutto non coltivato in Italia ma proveniente da Marocco e Israele. A questa lista aggiungete anche albicocche e prugne.
- Mandorle. Un vanto dell’agricoltura italiana anche se quella trovata al supermercato è spesso di provenienza estera. La mandorla però non può mancare in tavola: la sua assenza dal cesto della frutta secca è giustificata solo se il dolce è a base di questo frutto dal sapore unico.
- Nocciole. Madri delle creme dolci spalmabili e dei gianduiotti, sono le regine delle terre piemontesi. Delle nocciole la provenienza può anche non essere riportata in etichetta, perché si capisce subito quando sono di qualità. Non dimenticate di farne una scorta perchè gli ospiti, non appena inziano a schiacciare noccciole, non si fermeranno fin quando saranno finite. A voi rimarrà tanta soddisfazione.
- Noci. Tutti sappiamo che le nocciole si coltivano in Piemonte e le mandorle tra Puglia e Sicilia, pochi però sanno che la noce si coltiva per la maggiore in Campania. Ci si può riferire a frutti racchiusi in guscio ma esistono numerose tipologie e provenienze diverse tra loro. Dalla noce comune in Italia si passa alla noce Pecan e alla noce del Brasile. Quest’ultima ha visto una riduzione del mercato negli ultimi anni perchè contiene livelli di radioattività più alti rispetto ad altri alimenti, dovuti probabilmente a un complesso apparato radicale della pianta che raccoglie l’elemento dal suolo. Tuttavia un normale consumo di questo frutto non è dannoso. Quindi non state in ansia, qualche noce brasiliana nel vostro cesto è assolutamente ben accetta.
- Arachidi. È un frutto internazionale, coltivato e consumato in tutto il mondo. In Italia si conoscono produzioni in Campania e Veneto. L’arachide è un passatempo perfetto durante le chiacchiere di Natale. Certo, forse un po’ ricco in grassi (e anche di proteine) ma, dopo primo, secondo, contorno e doppio secondo, non vi formalizzerete così tanto. La gioia sarà grande quando riuscirete a trovare il baccello contenente almeno 3 semi.
Ci hanno insegnato sin da piccoli che la frutta fa bene e va mangiata: approfittate del Natale per assaporare nuove esperienze, ma ricordate di ripeterle nel corso dell’anno, senza aspettare che arrivi la stella cometa a ricordarvi che c’è un mondo oltre la solita mela.
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