Champagnino: l’aperitivo alternativo dall’Abruzzo
Conoscete il tipico aperitivo abruzzese? Una combinazione di vino e gassosa, dalle origini molto antiche: lo champagnino.
Agrodolce Talent: riceviamo spesso proposte per cimentarsi nella scrittura da chi si affaccia per la prima volta al mondo dell’editoria gastronomica. In questa rubrica abbiamo deciso di pubblicare i migliori articoli di autori in erba.
Se vi doveste trovare in Abruzzo all’ora dell’aperitivo sul menu potreste trovare, accanto allo Spritz e al Negroni, lo Champagnino, tipica bevanda abruzzese a base di vino e gassosa. Ma da dove viene questa tradizione? E perché in Abruzzo lo Champagnino è così amato?
Cenni storici
A quanto pare, in Abruzzo, annacquare il vino è un’usanza che ha origini molto antiche. Questa abitudine sembra arrivare dai greci, che la utilizzavano per evitare di offuscare la mente di chi beveva in grandi quantità. La miscelazione dei due ingredienti, preferibilmente fredda, avveniva in grandi vasi chiamati crateri, e di solito il rapporto era di tre parti d’acqua e una di vino. Per non essere da meno, anche gli antichi romani cominciarono a diluire il vino. Non solo per evitare di berlo in purezza ma anche per migliorare la qualità del prodotto stesso, all’epoca di scarso valore. In tempi più recenti, invece, è stato lo Spritz, in origine preparato con vino bianco e un po’ di seltz, o la sua versione francese dello Champagne Piscine, vino con ghiaccio, ad avere successo e a diventare sempre più popolare.
Da dove deriva il nome?
Nella sua versione abruzzese, il vino annacquato era la bevanda utilizzata dai contadini per dissetarsi al ritorno dai campi, dopo una giornata di duro lavoro. La gassosa, tra le più antiche bibite gassate, risale all’Ottocento e anticamente veniva preparata in casa con acqua, zucchero e limone, versata dentro a delle bottiglie e posta al sole per far sì che il liquido fermentasse. Se ne consumava in abbondanza, spesso proprio aggiungendoci il vino. Era, insomma, lo champagne dei poveri. Proprio per questo motivo l’aperitivo tipico abruzzese è stato chiamato Champagnino. Conosciuto anche come Sciampagnino, Chambagnino, Mezz e mezz, Lampadina, Manichino o Bicicletta, ogni famiglia abruzzese ha la sua ricetta segreta, diversa da zona a zona, ma le più comuni sono quelle che prevedono 3/4 di vino bianco e 1/4 di gassosa o mezzo e mezzo.
Gli abbinamenti
In Abruzzo, lo Champagnino ha una vera e propria valenza simbolica, è l’aperitivo tipico dell’estate, soprattutto nelle località di mare della costa. Tramandato di generazione in generazione, esportato in tutte le regioni d’Italia e vittima di variazioni anche all’estero continua a essere molto apprezzato, tanto da avere delle sagre dedicate, come quella di Ortona. Il suo abbinamento ideale, ovviamente, è quello con gli arrosticini, altro grande classico abruzzese. Ma non è detto che non possiate sorseggiarlo insieme a patine, noccioline o a qualche crostino.