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Come organizzare l’alimentazione di bambini vegetariani e vegani

di Stefania Leo 3 Luglio 2023 15:00

Aumentano le famiglie vegetariane e vegane. Con esse, crescono anche i bambini svezzati e alimentati seguendo le scelte del nucleo familiare. La scienza afferma che questo tipo di alimentazione può essere proposta anche ai bambini, purché vengano seguite alcune raccomandazioni.

Aumentano le famiglie con bambini vegetariani e vegani. Secondo le ultime indagini il 7,3% degli italiani è vegetariano, cioè esclude derivati animali diretti quali carne e pesce, o vegano, quindi esclude anche derivati animali indiretti come latte, latticini, uova e miele. Inoltre, crescono anche i cosiddetti flexitariani, persone che scelgono di ridurre i derivati animali, senza rinunciarvi del tutto. Ma se per gli adulti è più facile – pur senza dimenticare i controlli nutrizionali e le necessarie integrazioni – come va organizzata l’alimentazione dei più piccoli a cui si sceglie di far seguire la dieta vegetariana o vegana?

I bambini possono essere vegani?

L’alimentazione a base vegetale non va confusa con stili alimentari più restrittivi, come la dieta crudista o quella fruttariana. Secondo l’Academy of Nutrition and Dietetic (USA) le diete vegetariane e vegane, correttamente pianificate, sono nutrizionalmente adeguate e sono adatte in tutti gli stadi del ciclo vitale, inclusi la gravidanza, l’allattamento, la prima e la seconda infanzia, l’adolescenza. Quindi anche i bambini possono crescere adeguatamente con un’alimentazione vegetale, purché comprenda cereali, legumi, verdure, frutta e frutta a guscio e preveda l’integrazione di vitamina B12 (attraverso gocce per i lattanti o compresse sublinguali per i bambini). Oltre ad avere un minore impatto ambientale, questa scelta alimentare previene sovrappeso, obesità, malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2 e alcuni tumori.

Tuttavia, secondo la Fondazione Veronesi, è consigliabile rimandare l’alimentazione vegana ai sei anni. “Affrontare la fase di crescita senza la carne, ed eventualmente il pesce, è possibile: purché sotto stretto controllo medico. Ma rinunciando finanche a latte, uova e burro si corre il rischio di «provocare effetti devastanti sulla salute dei bambini»: parola degli esperti del Vecchio Continente, riunitisi a Praga per il congresso della Società europea, di nutrizione, epatologia e gastroenterologia pediatrica (Espghan)”.  Quindi niente fai da te.

Cosa non deve mangiare un bambino per essere vegano

Vediamo dunque cosa non deve mangiare un bambino per essere vegano. Il primo passo è escludere derivati animali diretti quali carne e pesce. Per crescere un bambino vegano vanno esclusi anche derivati animali indiretti come latte, latticini, uova e miele.

Come far mangiare frutta e verdura ai bambini

Per crescere bambini vegetariani o vegani è necessario che apprezzino frutta e verdura. Il che richiede un allenamento sin dai primi giorni dello svezzamento.

Secondo Sofia Erica Rossi e Carol Coricelli, autrici di Guida per cervelli affamati (Il Saggiatore), i bambini hanno una preferenza innata verso gli alimenti dolci, salati e dal gusto umami (cioè dal glutammato presente nelle carni), e verso i cibi a elevata densità calorica, come quelli con un maggior contenuto di grassi. Tendono, invece, a respingere i cibi dal sapore amaro, presente in molte verdure, e quello acido di alcuni frutti. La ragione è genetica. Infatti, il nostro istinto va alla ricerca di cibi indispensabili per la sopravvivenza, quali proteine, zuccheri, sali e grassi. Quelli dal sapore amaro o acido, in passato, erano dannosi o velenosi. Per questo, l’organismo infantile ha ancora attivi quei geni che trasmettono un’innata diffidenza verso le verdure.

Quindi: come far mangiare frutta e verdura ai bambini per impostare un’alimentazione vegetariana o vegana? Per fortuna queste preferenze non sono immutabili. La chiave di volta per trasformare il rifiuto dell’amaro e dell’acido in accettazione sta nel rispettare i tempi del bambino e nel fargli esplorare il cibo. Secondo il pediatra Sergio Conti Nibali, autore del manuale Non chiamatelo svezzamento, «è dimostrato che l’offerta ripetuta di una stessa verdura nell’arco di dieci o quindici giorni, o la proposta di diversi vegetali in un singolo pasto o in pasti successivi, in un clima accogliete e rilassato – e dunque senza esercitare forzature – ne migliora l’accettazione, e che il gradimento per tali sapori si mantiene nel tempo.

Secondo le conclusioni della British Nutrition Foundation per educare il gusto dei bambini verso l’accettazione e il gradimento di una varietà di verdure, e ridimensionare le eventuali reazioni di diffidenza si deve:

  • proporre le verdure come primi alimenti attraverso piccoli assaggi, soprattutto di vegetali dal sapore amaro. Nelle prime settimane di avvio dell’alimentazione complementare c’è una “finestra di opportunità” per l’apprendimento dei sapori: non va sprecata;
  • offrire assaggi frequenti di ogni singola verdura fino a otto o più volte, ma senza forzature;
  • offrire un’ampia varietà di verdure, privilegiando quelle dal sapore amaro, senza cadere nell’errore di proporre solo quelle dolci.

Alimentazione vegetariana e vegana nei bambini: una giornata tipo

I principi dell’alimentazione complementare vegetariana indicati dalla dottoressa Francesca Zambri dell’Istituto Superiore di Sanità prevedono:

  • introduzione graduale e responsiva;
  • assunzione di vitamina A, C e D;
  • valutazione del regime alimentare in base alla crescita ponderale del bambino;
  • allattamento almeno per il primo anno;
  • pasti frequenti;
  • varietà di cibi.

Secondo la pediatra Carla Tomasini, autrice del volume Lo svezzamento è vostro (Sonda), lo schema alimentare vegetariano o vegano per i bambini prevede l’uso abbondante di verdure, sia cotte sia crude, e varie porzioni di frutta, sia fresca sia disidratata. Si devono consumare molti cereali, preparandoli nei modi più vari. Pasta, polenta, risotti, zuppe di cereali, insalate di farro oppure orzo sono i benvenuti, senza dimenticare pane, pizza, pancake, piadine e crêpes. Via libera ai legumi, freddi e caldi. Con i più piccoli funziona molto bene l’hummus di ceci. Frutta a guscio e semi sono un gruppo alimentare da non dimenticare dal momento che offre grassi insaturi e soprattutto i preziosi omega3 (in particolare noci, semi di chia, semi di lino e l’olio derivato), oltre a sali minerali come calcio, zinco e ferro. Non è affatto necessario, invece, ricorrere ad alimenti esotici come le alghe o ai cosiddetti superfood.

Le linee guida da seguire

Le linee guida italiane per l’alimentazione a base vegetale sono nate dalla collaborazione tra la Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana e l’Università Politecnica delle Marche. Il modello di alimentazione vegetariana mediterranea messo a punto dal progetto soddisfa i LARN, cioè i Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti. Da questo studio è nato Il PiattoVeg, che comprende anche Il PiattoVeg Junior. In queste sezioni ci sono dei criteri guida per creare diete a base vegetale per grandi e piccini.