Come si cucinano gli occhi del pesce
Il pesce è come il maiale: non si butta via niente. E gli occhi, in particolare, sono una prelibatezza. Ecco come cucinarli.
Forse, o meglio molto probabilmente, non tutti sanno che è possibile cucinare, quindi, consumare, gli occhi dei pesci. Nella cultura occidentale, gli occhi di pesce sono piuttosto snobbati e consumati in pochissimi luoghi, è una parte che viene considerata spesso povera e non buona da mangiare. In realtà, gli occhi sono una parte dalla consistenza molto particolare e si trovano su uno strato di tessuto adiposo che è nutriente e anche piuttosto gustoso. Vengono, però, consumati in diversi piatti della cultura ispanica e latina, e anche in Asia e nei paesi slavi, dove gli occhi di pesce vengono utilizzati come ingrediente in uno o più pietanze tradizionali.
Anche se non sono esattamente considerati una prelibatezza codificata, in realtà, gli occhi dei pesci si mangiano anche in Italia, ma di base ci si limita a consumare quelli del pesce cotto nelle nostre preparazioni tradizionali e senza particolare attenzione, sulla scia di un pensiero anti spreco. Gli occhi dei pesci sono una parte utilizzata da sola oppure cucinata insieme al pesce intero, a seconda delle preferenze, in diverse culture nel mondo e sono in grado di assorbire molto facilmente gli aromi e la salinità della preparazione in cui vengono cotti. Inoltre, il muscolo dietro l’occhio cattura ulteriore sapidità e aggiunge trame e consistenze diverse. Diversi cuochi nel mondo usano i bulbi oculari per aggiungere sapore e consistenza alle ricette, mentre alcuni li utilizzano persino passati come addensante per stufati e salse. Un consiglio: gli occhi del pesce hanno una pallina gessosa al centro, trattateli come un’oliva e asportate quella pallina, poi cucinateli. Vediamo quali sono i modi principali di trattarli.