Imparare cose nuove: come si produce il distillato d’uva
L’acquavite d’uva è un distillato che si produce utilizzando gli acini d’uva per intero, un prodotto molto diverso dalla grappa: ecco come si fa.
Noi editor di Agrodolce, andando verso l’inverno, verso il freddo, le feste e le grandi mangiate (tutte situazioni ideali per sorseggiare superalcolici), abbiamo sentito l’esigenza di conoscere meglio uno dei distillati più buoni che ci siano in Italia: l’acquavite d’uva. E lo abbiamo fatto grazie al nostro sponsor, Bonaventura Maschio, azienda con più di un secolo di storia, guidata oggi da Italo Maschio e i suoi figli Andrea e Anna.
Due sono stati gli incontri. La prima volta siamo andati per conoscerli e sapere come avviene il processo di distillazione, e la seconda – finalmente – per imparare a degustarlo. Al nostro arrivo, ci accolgono nella sala riunioni Anna, responsabile della comunicazione, e Andrea che segue la produzione. Ci raccontano la storia della loro famiglia, del trisavolo che col suo alambicco itinerante girava per le campagne a distillare di casa in casa; e di nonno Bonaventura che si è fermato a Gaiarine e ha fondato la distilleria che porta il suo nome. E poi ci parlano dei loro prodotti e della loro punta di diamante: il distillato d’uva, un prodotto nobile che racchiude i profumi e gli aromi della terra in cui ha origine, il Veneto.
DISTILLATO D’UVA E GRAPPA: LE DIFFERENZE
Con la regolamentazione legale di questo nuovo prodotto, a metà degli anni ‘80 avviene una rivoluzione nel campo dei distillati: a quella della grappa viene affiancata la produzione del distillato d’uva. “Quali sono le differenze?“, c’è da chiedersi. Entrambi portano con sé dei valori diversi. La grappa proviene dalla vinaccia distillata a vapore dopo che la polpa è stata utilizzata per la produzione del vino. La sua qualità dipende dalla freschezza delle vinacce ed ha bisogno di essere controllata ed esaltata dal lavoro dell’uomo, perché nella grappa c’è il contatto e l’impronta di chi la produce. L’acquavite d’uva, invece, distillando il chicco intero pigiato lievemente e fermentato, rispecchia l’espressione dell’uva e della vendemmia, cosicché ne erediti tutta la filosofia legata all’uva stessa ed assuma le caratteristiche della vigna di provenienza: la sua posizione, l’esposizione, le condizioni meteorologiche.
COME SI FA IL DISTILLATO D’UVA
La lavorazione del distillato d’uva avviene immediatamente dopo la vendemmia. Le uve vengono diraspate, leggermente pigiate e messe a fermentare a temperatura controllata. Si distilla a 60 °C in boule di rame (uguali a quelle usate per la concentrazione del pomodoro e per la produzione di marmellate) adattate a trattare sia le parti liquide che quelle solide del mosto. Il principio è quello del bagnomaria, per evitare che il prodotto entri in contatto diretto col calore, e del sottovuoto (peculiarità della distilleria Bonaventura Maschio), che facilita sia l’estrazione della parte alcolica, senza bruciare i profumi dell’uva, che il mantenimento di un perfetto equilibrio tra gli aromi e il gusto.
AFFINAMENTO DEL DISTILLATO D’UVA
Per Prime Uve e Prime Uve Oro l’affinamento poi è l’ultimo passo prima di poter degustare questi splendidi prodotti. Tutte le botticelle utilizzate non sono mai nuove, in questo modo si permette al distillato di vivere a contatto con un legno già ricco di sapori e di ricordi della materia prima da cui deriva.
Approfondire un prodotto prima di provarlo è davvero interessante ma l’assaggio – inutile negarlo – è la parte più divertente, a breve quindi, su Agrodolce, impareremo come si degusta l’acquavite d’uva. Stay Tuned.