Cos’è la spuma?
Bionda o nera, la spuma è una bevanda dall’animo vintage tornata in auge: ma di cosa è composta e di cosa sa? Se non l’avete assaggiata, ve lo diciamo noi.
Bibita low cost, diffusissima a partire dagli anni ’40 in tutta Italia, in realtà la spuma non ha mai abbandonato totalmente i bar di paese, resistendo strenuamente all’avvento delle ben più famose cole, aranciate e gazzose. Molti di voi ricorderanno questo soft drink per essere l’onnipresente bevanda al baretto, all’oratorio o a casa delle anziane zie, quella che al circolino era mescolata con il vino rosso e chiamata mezzo e mezzo o su e giò, oppure a casa per diluire la birra, in una versione rivisitata di panaché o bicicletta. Ma che cosa contiene di preciso?
Ufficialmente la spuma è una bibita analcolica a base di acqua gassata, zucchero, quantità variabili di caramello e aromi vari (tra cui succo di limone, infuso di scorze di arancia, rabarbaro, vaniglia, spezie). Proprio a causa della varietà degli aromi che i gazzosai, molto diffusi in passato, potevano usare per la produzione, stabilire una ricetta unica è impossibile. La base per tutti era questa, dopodiché ognuno creava la propria spuma come meglio credeva, cercando di renderla in ogni caso dolce e dissetante.
Nasce bionda nella seconda metà dell’Ottocento, grazie a un oste creativo che prese a miscelare diverse gazzose, insieme a uva, altri aromi misteriosi ma pare sempre naturali, e caramello. Si può trovare anche in versione nera, soprattutto nel nord-est dell’Italia, ai gusti arancio, cedro e ginger. Questa versione nuova della bionda pare sia stata inventata nel 1938 dall’azienda Spumador. Qualcuno mormora anche dell’esistenza di una bianca, simile al sapore della gazzosa. È una bevanda molto antica e particolare, che purtroppo però è confusa spesso con il ginger, con la cola, ma anche con la cedrata o con l’aranciata.
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