10 cose da dire per sembrare esperti di vino
I sedicenti esperti di vino si trovano ormai ovunque, ma come fare a imitare un vero esperto senza capirne nulla? Ecco 10 frasi fatte a cui ispirarsi.
[Warning: articolo politicamente scorretto] “Sono in mezzo a noi, intorno a noi, in molti casi siamo noi” (cit.) Frankie Hi-nrg mi ha anticipato di brutto ma lui aveva puntato a quelli che ben pensano, qui invece si parla degli esperti di vino. i sedicenti esperti di vino sono ovunque, fotografano tutto e condividono ogni scatto sui social Chi sono? Cosa fanno queste figure mitologiche metà uomo e metà cavatappi? Il loro habitat naturale sono le degustazioni, possibilmente quelle gratuite e, se non lo sono, l’importante per loro è essere accreditati, mettendo in bella mostra il pass. Si fanno vedere col calice in una mano roteante modello centrifuga (anche se rischiano di sgasare la prestigiosa Cuvée di Champagne) e con il blocco per gli appunti nell’altra. Nel mentre fotografano il fotografabile, postando sui social tutto il postabile. Se fossero tutti come loro, Zuckerberg avrebbe chiuso baracca e burattini per mancanza di spazio. E come possiamo noi cercare di assomigliargli? Sempre se ci teniamo ovviamente. Ecco un decalogo pronto per l’uso, 10 frasi fatte per sembrare esperti di vino.
- Bevo solo i vini dei piccoli produttori: cosa buona la ricerca, la passione nel valorizzare gli artigiani del territorio. Peccato che nel mentre nel vostro calice si stia gustando un vino di un’azienda da milioni di bottiglie e che, se potesse, spargerebbe napalm per combattere erbe infestanti, insetti e parassiti. Però così non darete l’idea di essere complici della grande industria del vino. La Luna consiglia: mentite spudoratamente, anche a voi stessi.
- Questo vino puzza? Sa di aceto? Per forza, è naturale! Non è vero ma a molti piace pensarlo per giustificarne i difetti: un vino da agricoltura attenta al territorio, con il minimo indispensabile dell’intervento umano, non è sinonimo di vino difettato. Un vino sconclusionato lo è e basta, e in alcun modo si dovrebbero giustificare errori marchiani. Ma il movimento naturale, oltre a tante persone che ci credono e ci lavorano seriamente, ha portato con sé tanti improvvisati che hanno cavalcato la moda che si è parallelamente generata. La Luna consiglia: chiudete un occhio e anche le narici.
- Senti questo vino, è molto territoriale! Eppure non avete idea di dove siano le vigne, di quale clima ci possa essere in zona, della composizione del terreno. Lo dite perché fa figo, tutti i vini sono diventati improvvisamente territoriali, tutti parlano di territorio, anche quei produttori che non sanno nemmeno dove siano le vigne da cui l’enologo gli produce il vino. Fategli da eco, siate una retro etichetta capace di intendere e di volere. La Luna consiglia: mettete due soldi di benzina e viaggiate.
- Bevo solo vini da fermentazione spontanea e senza solforosa, gli altri sono tossici e bananosi: questione annosa, soprattutto sui bianchi. A voi le selezioni non sono mai piaciute nemmeno in discoteca, figuriamoci per i lieviti: schieratevi in maniera netta con gli indigeni e disprezzate gli altri. Poco importa se per fare vini da fermentazione spontanea e senza solforosa servano competenza, tanta attenzione e cura maniacale per ottenere davvero un risultato che abbia carattere, riconoscibilità del vitigno e del territorio. E non pensate nemmeno per un attimo che ciò possa essere ottenuto anche coi lieviti selezionati. Oddio, potrebbe essere ma vuoi mettere? Adesso fermentano spontaneamente e non aggiungono solfiti ai propri vini anche le aziende di grandissime dimensioni, ci sarà un perchè? La Luna consiglia: integrate il potassio diversamente, morte alle banane!
- Senti che acidità, questo vino sarà longevo! L’acidità insieme al sale è il nuovo grido di battaglia dei vini che piacciono alla gente che piace. Vini dalle bocche vibranti, che non scendono a compromessi, poco accondiscendenti con il gusto dolce e omologato. Peccato poi trovarne alcuni morti e sepolti dopo poco, mentre il vino equilibrato e con tutte le sue cosine al posto giusto gli fa ciao ciao con la manina. Ma per quando sarà successo tutti avranno dimenticato il vostro giudizio al profumo di sentenza. La Luna consiglia: scurdatv ‘o passato e magnatv ‘o limone.
- Questo vino è buono ma il 1945 era molto meglio!Prima regola del Wine Club? Non dare soddisfazione all’amico o produttore che vi offre una bottiglia, anche rara e preziosa. Seconda regola del Wine Club? Non dare MAI soddisfazione all’amico o produttore che vi offre una bottiglia, anche rara e preziosa. Voi avete bevuto di meglio e di più, fatelo capire. Il vino che avete nel calice potrà valere tot punti ma mai quanto il suo antenato, anche se il produttore ancora non aveva iniziato a mettere bottiglie commercio, voi già lo stavate apprezzando. La Luna consiglia: almeno la Delorean non parcheggiatela in doppia fila.
- Bevo solo vini da vitigni autoctoni: per forza, non puoi far altrimenti. Il produttore davanti a te sta versando il prezioso liquido, prodotto rigorosamente da vigne a piede franco, proveniente da un vitigno che ha rischiato di sparire. La domanda nasce spontanea: ma se stava per sparire ci sarà un perché? In molti casi l’operazione di salvataggio è valsa davvero la pena, in altri i risultati sono talmente discutibili da rimpiangere un po’ di merlot o chardonnay per quelle vigne. O patate, fate voi. “Autoctono è bello, autoctono è meglio”: molti, anche il sottoscritto, sono d’accordo con questo slogan. Ma a tutto c’è un limite. Voi non consideratelo, andate oltre. La Luna consiglia: le patate le abbiamo portate dall’America, boicottatele.
- Sul pesce ci bevo il rosso: sì, ma che rosso? Voi intanto dichiarate al mondo intero che siete in grado di osare. Poco importa se il rosso che avete in mente è un Sagrantino di Montefalco, con i tannini in grado di stendere un elefante vivo, e il pesce è una sogliola alla mugnaia. Il trend è per sfatare la classica proporzione matematica bianco:pesce=rosso:carne. Mostratevi audaci negli abbinamenti e allappate allegramente i palati dei vostri poveri amici meno esperti. Vi ringrazieranno appena riusciranno ad aprir bocca. La Luna consiglia: non mettete del barolo nella vaschetta del pesce rosso.
- Sono un blogger famoso: conosco Tizio, collaboro con Caio, scrivo per Sempronio. Questa fa grande presa ed effetto. Di blogger ce ne sono a bizzeffe, uno in più o uno in meno non cambia la sostanza. Nella frase siate attenti ai ruoli: Tizio di solito è un produttore o un enologo di grido, Caio potrebbe essere un ristoratore a cui fornite la vostra preziosa consulenza per la carta dei vini, Sempronio un famoso giornalista (o il sito o testata per cui scrive). Attenzione però a non parlare a voce troppo alta: qualcuno accanto a voi potrebbe essere uno dei 3 personaggi citati e smentirvi categoricamente davanti a chi vi sta ascoltando a bocca aperta. Siate discreti, quasi silenziosi e millantate a più non posso. La Luna consiglia: non sussurrate solo ai cavalli.
- Sono stato il primo a scoprire questa azienda, il suo successo/premio lo deve a me: Pippo Baudo ha fatto proseliti e non potete permettervi in alcun modo di interrompere questa decennale tradizione. Siate spavaldi, fate capire al prossimo che siete davvero qualcuno nel mondo del vino. Parlate di visibilità sui social che avete dato, parlatene anche coi produttori stessi che verranno ammaliati da questa fantastica opportunità. Vantatevi della scoperta e del premio del produttore X che, senza di voi, oggi sarebbe un signor nessuno. La Luna consiglia: dire “il Sangiovese l’ho inventato io” potrebbe essere un po’ troppo.
Ah, c’è un ultimo consiglio della Luna, non è una frase ma è ugualmente udibile. Ok voler ossigenare il vino in bocca, ma l’effetto gorgoglìo del lavandino semi-otturato evitatelo, siate più discreti.
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