Piccole regole di sopravvivenza alimentare a Roma: cosa NON mangiare
Roma è una città immensa, con una proposta gastronomica tentacolare: con molta ironia, vi spieghiamo cosa dovreste evitare di mangiare in città.
Roma non è una sola città, in realtà è molte città tutte insieme. C’è una città conosciuta, delimitata dalle Mura aureliane fatta di negozi di cianfrusaglie, ministeri, preti, auto, blu e monumenti; gli abitanti, i romani, vivono altrove. in una città immensa come roma, esistono alcune regole di sopravvivenza alimentare da tenere a mente Espandendo il centro al di fuori delle Mura e sino all’anello del Sacro GRA, potrei dividerla in 4 generici spicchi. La Roma Nord che si espande limitrofa al Tevere, da via Salaria sino ai colli Portuensi, con abitanti che vanno dal pariolino al monteverdino; Roma Sud, dove si passa dai quartieri studenteschi della Tiburtina alle lussuose ville dell’Appia Pignatelli: palazzi alti, strade trafficate, quartieri popolosi come Tuscolano, Casilino, Prenestino, Tiburtino, San Giovanni e Appio Latino; TransAniene: da via Salaria a San Basilio, una città a parte di quasi un milione di abitanti che raramente attraversano il fiume Aniene. Infine Eur e Via del Mare, una distesa di oltre 40 chilometri quadrati come l’isola di Antigua. In questa immensa distesa popolata, ho imparato a seguire alcune piccole regole di sopravvivenza alimentare per mangiare a Roma e, soprattutto, per sapere cosa non mangiare. DISCLAIMER: ovviamente l’ironia è la prima regola, non prendete tutto troppo sul serio.
- Colazione: a Roma è quasi solo caffè e cornetto, rare le eccezioni. Se usate cortesia e buone maniere, se ammiccate al barman sorridendo e lasciate una piccola mancia, il servizio sarà piacevole. I bicchieri di acqua in accompagnamento sono serviti solo su espressa richiesta o per raccomandazione del Santo Padre. Per trovare un buon barman o un buon posto affidatevi alla fortuna, ne avrete bisogno. Io osservo con cura la pulizia del bicchiere d’acqua e la cura della macchina del caffè. Mi affido al naso: posto buono, buoni odori.
- Pranzo e cena: i romani mangiano tardi e spesso la tirano per le lunghe. Il lunedì non c’è quasi nulla di fresco nei frigoriferi, quindi state attenti all’Hosteria (con l’H alla Buzzi), quelle che reclamizzano pesce fresco anche il lunedì. Le trappole del centro città arrivano anche dai menu fissi, quelli tipici; dalle insegne luminose e lampeggianti (che fungono anche da avviso di pericolo, ormai); dalle scritte cangianti o scorrevoli. Diffidate dei camerieri o butta dentro. Le buone locande non sono sfarzose, ma piuttosto familiari: guardate anche se sono pulite, una visita al bagno è di solito esaustiva. Cercate di pensare da romani, che stanno lì casualmente: ma me la farei fare una amatriciana da un cuoco che potrebbe essere il mio vicino di casa? Questo posto mi ispira fiducia? Un’occhiata al menu potrebbe aiutarvi: se troppo lungo, sarà principalmente fatto con prodotti surgelati; se troppo modernista, contate gli ingredienti e il relativo costo. Se i vini in carta li trovate al supermercato, lasciate perdere o almeno guardate il ricarico: se supera di tre volte il prezzo base, è sproposito.
- Pizza. Ho visto cose che voi napoletani… Miei cari amici napoletani, se pensate di mangiare a Roma la pizza come quella a cui siete abituati, semplicemente scordatevelo. Salvo poche, e ripeto poche, degnissime eccezioni, la media romana della pizza non è eccellente. E comunque è spesso bassa e scrocchiarella. Se cercate una pizza economica e ben fatta, mangiatela piuttosto al taglio in piedi o su una panchina, oppure provate con la pizza dei forni: dal panettiere per uno spuntino alle 12 è una buona vecchia usanza operaia. Quasi tutti gli alimentari non vi rifiuteranno pizza bianca e mortadella o ricotta e prosciutto. Non comprate la pizza bianca al supermercato o, peggio, in busta: di forni e di panetterie dignitose è pieno anche lontano dal centro. Inoltre eviterei come la peste il connubio pizza e kebab o peggio ancora pizza e sushi: dovreste arrivarci da soli sul perché.
- Aperitivo. I migliori aperitivi solitamente stanno altrove, ma per garantirvi un buon aperitivo a Roma ci sono alcune cose da tenere a mente: la presenza di un buffet dignitoso intorno alle 18; la mancanza di ballerini saettanti, di patatine anziane e di prosecco sgasato. Un altro metodo è osservare i prodotti in dotazione al barman: due o tre occhiate al banco saranno sufficienti a capire l’andamento, male che vada prendete una bottiglietta d’acqua e fuggite.
- Risotti. I risotti a Roma semplicemente non esistono: non li amano molto i romani, anche gli chef bravi dopo tanti tentativi smettono di farli.
- Dolci tradizionali. La pasticceria romana tipica è poca cosa. Con un po’ di fortuna troverete un buon tiramisù o qualche dolce ben fatto con visciole e ricotta.
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