Cosa significa PAGARE ALLA ROMANA?
L’espressione pagare alla romana è conosciuta in tutta Italia. Ma sappiamo da dove arriva? E, soprattutto, sappiamo quando è il caso di applicarla e quando invece sarebbe bene evitare?
Sarà capitato a tutti di andare a una cena tra amici o tra colleghi e, una volta alla cassa, pagare alla romana. Nonostante si tratti di un’espressione in uso in tutta Italia, tuttavia c’è ancora chi non ne afferra il significato, vuoi perché non gli è mai capitato di sentirla, vuoi perché in precedenza si è sempre affidato a un semplice dividiamo?.
Poi c’è di sicuro anche chi, pur conoscendola, vuole semplicemente conoscerne meglio il significato e vuole sapere perché, nonostante sia un modus operandi applicato a tutto lo Stivale, faccia riferimento a una sola ristretta parte geografica. Qui di seguito cerchiamo di capire quale sia l’origine di questa espressione e di definire quali siano i casi in cui conviene applicarla.
Cosa significa pagare alla romana?
Per pagare alla romana (o fare alla romana) si intende dividere in parti uguali il conto finale di un pasto, senza tenere quindi in considerazione quello che ha ordinato ogni singolo commensale. Si tratta di una semplificazione, soprattutto nel caso di medie o grandi tavolate in cui spesso si finisce per condividere, oltre alla compagnia, anche cibi e bevande. In tal caso, nonostante possa capitare che ci sia chi, per esempio, non ha bevuto il vino o mangiato il dolce, si evita di dover dividere il costo della singola bottiglia d’acqua o recapitare dal menu la spesa esatta del contorno.
Pagando alla romana si fa più in fretta a dire quale sia la cifra che ogni commensale deve dare e si evita di arrivare in cassa con soldi mancanti o magari di addossare a una singola persona il costo delle bevande. Nonostante questa sia la spiegazione più battuta, non va dimenticato che ci sono posti e persone che per pagare alla romana intendono pagare esattamente ciò che hanno consumato. Il che, come è facile intendere, è tutt’altra cosa.
Da dove deriva questa espressione?
La storia di questa espressione, non stupisce, è abbastanza misteriosa. Non sembrano esserci significati precedenti a quelli dell’odierna accezione. Se infatti, nel Grande dizionario della lingua italiana (1961 – 2002), la definizione alla romana è rintracciabile in espressioni che riconducono a una dipartita, come ad esempio partire alla romana (alla chetichella), non esiste alcuna esplicita traccia letteraria dell’espressione che abbiamo preso in esame.
Alcuni autori dell’Ottocento, con alla romana indicano una vivanda messa in comune tra i vari commensali, alla quale va di buon grado ad affiancarsi il termine romanata, ovvero una merenda campagnola, un pretesto di ritrovo in cui ogni commensale paga una quota della spesa complessiva. In quest’ultimo caso, si è trovata testimonianza del lemma in una lettera di Ugo Foscolo. In questa, il poeta fa riferimento a un invito del diplomatico spagnolo Orozco per la campagna fiesolana. Il che ha destato però sospetto e inapplicabilità: davvero alla fine di un ritrovo del genere, tra gente di quel calibro, ognuno avrebbe pagato la sua parte?
C’è anche un’altra storia che potrebbe però spiegare l’origine dell’espressione, la quale che ci dirotta nel cuore delle trattorie trasteverine (uno dei quartieri più veraci della Capitale), in cui i proprietari applicavano tale formula al fine di semplificare la riscossione del conto.
Quanto e quando conviene pagare alla romana?
Diciamo che tutto dipende dalla situazione. Il pagare alla romana è una semplificazione ma anche una questione di buon senso. Proprio per evitare lunghi calcoli su ciò che è stato ordinato e cifre impossibili per dividere quanto consumato in comune, è la soluzione più comoda sia per i commensali che per chi si trova alla cassa (spesso sono i locali stessi a fornire il conto provvisto della divisione).
Tuttavia, va tenuto conto anche di altri aspetti. Se tutti hanno ordinato più o meno le stesse cose, nessuno farà caso a qualche euro di più che si è trovato a sborsare ma ci sono anche situazioni in cui, a fronte di chi ordina dall’antipasto al dolce, magari pretendendo anche una bottiglia di prestigio senza prima consultare gli altri commensali, c’è chi si limita a una sola portata, possibilmente per evitare di spendere più del dovuto. Se una cosa del genere accade in occasione di un pranzo o di una cena in cui era già palese l’intenzione di pagare alla romana di certo nessuno si sentirà preso in giro, viceversa ci sarà sicuramente chi si lamenterà.
Siccome di solito si tratta di casi eccezionali, che capitano di rado, si fa presto a prenderla con filosofia e ad accettare il fatto che la cifra sborsata non corrisponda a quanto consumato. In altre situazioni, sarebbe invece più cortese sollevare chi ha ordinato di meno dal pagamento di determinate pietanze, specie se sono situazioni che si ripetono con frequenza e che si sa potrebbero infastidire.
Eclissando la spinosa questione economica, che talvolta è al centro di discussioni – sia che si tratti di cene di lavoro sia che si parli di comitive di vecchia data – quando si pasteggia fuori e con altre persone, si dovrebbe pensare che, oltre a dividere equamente il conto, si divide anche il tempo, la compagnia e il piacere.