Cosa sono le izakaya giapponesi e perché piacciono tanto
Le izakaya sono locali tradizionali giapponesi dove fermarsi dopo il lavoro per bere alcolici e consumare piattini di fritti, carni alla griglia o sashimi.
Dopo una lunga giornata di lavoro, cosa c’è di meglio di una birra, anche in solitudine? Niente, e chiunque vi dica il contrario, sta mentendo. Lo sanno bene i giapponesi, che hanno dei negozi appositi per comprare da bere e consumare gli alcolici seduti, spizzicando qualcosa da mangiare. Sono le izakaya e stanno prendendo piede anche in Italia.
Cosa sono le izakaya giapponesi
La parola izakaya è composta dai kanji i – che sta per sedersi – saka, che sta per sake, e ya, che sta per negozio. Quindi, sommando tutti i fattori, si ottiene un locale in cui si servono bevande per lo più alcoliche. Ma la vera particolarità delle izakaya e che gli alcolici sono accompagnati da cibo. Questo tipo di locale si contrappone al tachinomiya, in cui si va a bere alcolici che i clienti possono consumare in piedi. Nell’izakaya invece si sta seduti. Molto spesso sono chiamati anche akachōchin, termine che indica le lanterne (chochin) rosse (aka) poste all’ingresso.
All’interno ci sono dei tavoli, ma sono pochi perché solitamente ci si sistema attorno al bancone, posto al centro del locale. Una volta seduti, si riceve un oshibori, un piccolo asciugamano umido per pulirsi le mani. D’inverno sarà leggermente caldo, mentre d’estate sarà piacevolmente fresco. Se dovessimo trovare un locale omologo in Europa, potremmo vagamente paragonare una izakaya a un pub inglese. Si beve sake o birra dopo il lavoro, si mangia qualcosa e si paga poco. Una ricetta vincente.
Cosa si beve e si mangia in un’izakaya
In un’izakaya si va per lo più per bere. Si possono scegliere tra molte birre locali per poi spostarsi su vino, cocktail a base di shochu, gli ambitissimi whisky nipponici, liquori e naturalmente il sake, bevuto freddo. Per farsi servire, basta attirare l’attenzione con un “Sumimasen!”, che significa “Mi scusi“. In alcuni tipi di izakaya si può anche scegliere la formula nomihodai, cioè all you can drink, che dura solitamente dai 90 minuti alle 2 ore.
Per assorbire l’alcol, si può scegliere di mangiare qualcosa. I menu sono molto intuitivi, con grandi foto stampate, lavagne e scritte,piattini di fritti, cibo alla griglia, ma anche sashimi e verdure in modo da essere ben chiari anche per chi è ormai oltre l’aver un po’ alzato il gomito. Al contrario del nostro aperitivo, il cibo servito qui è degno del miglior ristorante giapponese a cui siamo abituati. Sul menu ci sono per lo più antipasti e i piatti serviti sono più piccoli di quelli a cui si è abituati, ma sono studiati per essere assaggi. Anche per questo il costo di ogni pietanza non è molto elevato. Si può scegliere da gyoza, yakisoba e okonomiyaki, yakitori e karaage. Largo spazio anche a pesce, tofu e verdure. L’unica regola da rispettare all’interno del locale è rilassarsi e divertirsi. Dopo una dura giornata di lavoro è quello che ci vuole.
Izakaya e Italia: dovremo aspettare?
La risposta è no. La buona notizia infatti è che a Milano, già da qualche anno, ci sono già alcune izakaya che non tradiscono la tradizione nipponica. Tra quelli presenti in città si può scegliere tra Kanpai, Casa Ramen Super, e Sakeya. Roma tiene il passo con Tanuki Izakaya e Mikachan. A Lecce invece c’è Yumi Izakaya.