15 cose che fanno arrabbiare un romagnolo a tavola
• Pubblicato 10 Dicembre 2014 Aggiornato 24 Luglio 2015 14:11
Cosa non sopporta un romagnolo a casa? 15 cose da sapere per superare un pranzo indenne al fianco di un romagnolo.
I romagnoli, in generale, hanno un carattere bonario e hanno fatto dell’accoglienza la loro bandiera, ma quando si parla di cucina rasentano il maniacale e possono diventare intolleranti. Aperti a ogni tipo di esperienza, se si tratta di cibo guardano con sospetto novità e contaminazioni: sono disposti ad assaggiare, ma poi sono propensi a tornare alla tradizione e ci sono cose sulle quali proprio non si transige. Molte sono quindi le cose che davvero fanno arrabbiare un romagnolo a tavola. Ve ne proponiamo 15, con un paio di inossidabili verità.
- Per tutti i romagnoli, in pratica, il cibo e la buona cucina sono sinonimo di gioia e condivisione e questo ci porta dritto dritto alla prima delle cose che i romagnoli non sopportano a tavola: la fretta che ti fa chi sparecchia non appena finito un piatto. La tavola ha i suoi tempi, un pranzo non è solo ciò che si mangia, ma è anche chiacchiere, relax e un buon bicchiere di vino bevuto in tutta calma. La fretta è nemica della convivialità e poi, dopo una pausa, si può sempre ricominciare a mangiare.
- Mangiare di fretta ci fa arrabbiare così come mangiare in piedi davanti a un food track in strada o ad un fast food. A meno che non si tratti della signora che utilizza prodotti del territorio per preparare piadine. In questo caso il romagnolo fa pace con la sua anima slow e si dispone in file ordinate fuori dal chiosco.
- Le porzioni. Le nonne romagnole insegnano: se il cibo finisce vuol dire che non era sufficiente per tutti i commensali. Le porzioni non possono perciò essere scarse e nemmeno giuste, devono per forza essere abbondanti. Da questa certezza nasce la prima verità: l'alta cucina con porzioni giustamente piccole per permettere lunghe degustazioni non ha vita facile in Romagna.
- La tradizione è il porto sicuro in cui approdare la domenica a pranzo. Due in particolare sono i piatti che non possono mancare e su cui ogni romagnolo ha un’opinione: le tagliatelle al ragù e il ripieno dei cappelletti. Potete star certi che, almeno una volta l’anno, saranno oggetto di intense discussioni.
- A proposito di cappelletti: chi confonde tortellini e cappelletti ha la capacità di mandare in bestia un romagnolo: in Romagna si fanno i cappelletti, rigorosamente in brodo, i tortellini li lasciamo all’Emilia!
- Ma con gli emiliani siamo pienamente d’accordo almeno su una cosa: gli spaghetti al ragù, i cosiddetti spaghetti alla bolognese, sono una trappola per turisti, un insulto per il ragù che scivola via senza trovare nulla che lo trattenga.
- Parliamo del ragù: la cottura deve essere lenta e non inferiore a tre ore e il suo colore deciso. Il sugo pallido va bene per l’ospedale, diceva un vecchio adagio romagnolo.
- Inoltre il condimento deve essere abbondante: una volta finite le tagliatelle il sugo deve essere sufficiente per fare la scarpetta. Senza avrete rovinato il pranzo a qualsiasi romagnolo, pure per quelli a dieta.
- Pane/simbolo dei romagnoli, la piada, è la regina delle tavole da Forlì a Rimini passando per Ravenna. Sostenere che la piadina si fa anche a Bologna è più grave di una bestemmia. Inconcepibile poi il pensiero che a qualcuno possa non piacere.
- I piatti della tradizione romagnola sono semplici, non troppo elaborati e hanno sapori ben definiti. Per essere soddisfatto, quando un romagnolo si alza da tavola, deve avere ben chiaro in testa cosa ha mangiato. Questo ci porta a un'altra verità: la cucina fusion non ha speranze. E in Romagna con piatto fusion si intende anche una semplice pasta mari e monti.
- Per fare andare di traverso il pasto alla maggior parte dei romagnoli basta lavorare per sottrazione: un pasto non è da considerarsi tale se a tavola non sono presenti la forma, cioè il parmigiano reggiano, e il pane.
- Il pane è protagonista anche della grigliata di pesce. Una rustida non è tale se il pesce non viene protetto da una panatura di pane grattato e aromi prima di essere arrostito sulla brace.
- Il brunch è un concetto incomprensibile per un romagnolo: come si fa a sostituire il pranzo, magari proprio quello della domenica, con un buffet di torte salate e panini dolci? Ma cos'è, siete impazziti?
- E poi dai, andiamo, il buffet? Mettersi in fila e riempirsi il piatto non fa per noi: le portate vanno servite in ordine, non tutte insieme e senza dover fare a botte per metterle nel proprio piatto.
- Infine la cucina vegana. Timidamente qualche ristorante vegano sta sorgendo anche in Romagna, ma non scherziamo: centro insostituibile della nostra cucina è lui, il maiale. Le verdure? Ottime come contorni e da sole solo se stai male con tanto di domanda: "Perché mangi verdure? Stai male?" Così per dire.
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