20 cose che fanno arrabbiare un toscano a tavola
Ci sono cose che gli italiani non sopportano a tavola in generale e in maniera molto più dettagliata a livello regionale. Cosa non sopportano i toscani?
Il toscano a tavola è un bel personaggio. Insofferente verso moltissime abitudini comuni invece nel resto del mondo, l’abitante della regione centrale dello Stivale ama stare ore a mangiare e bere dell’ottimo vino. Si possono quindi trascorrere momenti davvero piacevoli con i nostri amici livornesi, fiorentini, o aretini, l’importante è fare molta, molta attenzione a quanto segue. Nel nostro giro esplorativo delle insofferenze degli italiani a tavola siamo partiti dai napoletani per proseguire con i romani, siciliani, milanesi, liguri, romagnoli e piemontesi: oggi è la volta dei toscani: cosa davvero non sopportano a tavola?
- A tavola ci vuole educazione. Se c’è una cosa che un toscano non sopporta a tavola è la mancanza di educazione. Fino a che non sono tutti seduti al desco e fino a che tutti non avranno avuto la loro portata il toscano non comincerà a mangiare e guarderà in modo molto torvo chi addenterà il primo boccone senza aver avuto il permesso.
- Il pasto della domenica. Quando nel giorno di festa si mangia al ristorante, bisogna che ci siano almeno 5 portate: antipasto misto abbondante, 2 primi, un secondo con contorno e il dolce, altrimenti che pranzo al ristorante è? Si poteva stare a casa!
- Mai senza pane. Ogni toscano ha bisogno di una discreta dose di pane quotidiano, perché ne mangia tanto! Abituato a quello sciocco che abbina sia al salato che al dolce, non disdegna anche gli altri tipi di pane, da quello salato, ai panini, a quelli con olive o farine particolari. L’importante è che ci sia e in abbondanza. Gli piace vedere il cestino pieno, quindi scordatevi di mettere sul tavolo un panino a persona e che al toscano riesca a bastargli per tutto il pasto, non ci riuscirà mai.
- Ancora sul pane. Ricordate: lo dovete mangiare anche voi e solo un celiaco sarà esentato. Non vi fate mai trovare a gustare una salsiccia arrosto senza pane da un toscano, è un sacrilegio che pagherete con ore di spiegone sul perché non si fa. Poco democratico? Sì, ma tanto gustoso.
- L’Olio extravergine di oliva. La prima cosa che fa il toscano al ristorante è guardare la bottiglia dell’olio sul tavolo. In primis deve essere rigorosamente extravergine di oliva e di qualità, e se siamo in Toscana deve provenire assolutamente dal territorio. Al limite di un’altra regione che produce olio, come la Liguria o l’Umbria o la Puglia. La maggior parte dei toscani ha la fortuna di avere un piccolo appezzamento di olivi, oppure un parente o un amico che produce olio, quindi sa essere molto selettivo. Se l’olio non è di suo gradimento ve ne accorgerete: non lo toccherà e terrà su il muso per tutto il pasto.
- Il vino sulla tavola non manca mai. Se disgraziatamente siete astemi e dovete mangiare insieme a un toscano, sarete segnalati a vita. Non la passerete liscia facilmente, verrete prima incoraggiati a provare a ogni costo, e poi sgridati. O derisi nel caso peggiore. Il vino è un alimento sacro sulla tavola toscana. Quando si apparecchia è una delle prime cose che viene messa sul tavolo e sentirsi dire "no grazie non bevo vino, preferisco un bicchiere di aranciata", è come ricevere una pugnalata nello stomaco. Un goccino di vino cercheranno sempre di versarvelo nel bicchiere perché: "Mica vorrai brinar co'l'acqua!"
- Ancora sul vino. E ancor peggio di non bere affatto è aggiungere acqua al vino. Tranne per i minori di 14 anni, si intende.
- L’abbinamento cibo-vino. Il toscano ha le sue regole, non sopporta le mode e specialmente chi gli vuole insegnare a cambiare abitudini. Con il panino con il prosciutto ci beve il vino rosso, al limite un bicchiere di bianco con la schiacciata con la mortadella. Non vi venga nemmeno l’idea di dire che con la mortadella ci stanno bene le bollicine perché sgrassano, sarete rispediti al mittente all’istante.
- La panzanella deve essere semplice. Con l’arrivo dell’estate arriva sulle tavole toscane la panzanella e la ricetta classica vuole il pane toscano raffermo di qualche giorno, la cipolla rossa, il basilico, l’aceto, l’olio extravergine di oliva e il sale. Qualcuno, ma non tutti, può tollerare l’aggiunta del cetriolo o del pomodoro, ma se pensate che dentro ci vadano olive, tonno, feta, patate e uova sode, siete davvero sulla strada sbagliata. È panzanella, mica insalata. Ricordatevelo sempre.
- Il cavolo nero. Buono è buono, ma cos'è 'sta smania di metterlo ovunque? Non esageriamo: il cavolo nero - da mangiare solo in inverno - il toscano lo mette: nella zuppa di pane che il giorno dopo riscalda e diventerà ribollita, ci fa la farinata, lo mangia sul pane, nella minestra, al limite ci prepara un pesto. Basta! Queste sono le ricette, quindi nn vi presentate mai davanti a un toscano - magari in luglio - con un gratin di cavolo nero con besciamella, si strapperà i capelli.
- Il toscano mangia parecchio rosso. Che sia una fetta di prosciutto, una fettina di salame o un pomodoro, qualcosa di rosso in tavola ci deve sempre essere. Dalla bistecca alla pasta al pomodoro, passando per le cipolle, rigorosamente rosse. Le cipolle bianche o dorate nascondetele bene nella vostra dispensa se invitate un toscano. Anzi, fatele sparire.
- La bistecca. Sulla bistecca un toscano proprio non transige e non accetta sbagli e domande fuori luogo. Mai portarla in tavola con lo spicchio di limone perché l'oltraggio peggiore e strizzar quell'agrume impertinente su una splendida fiorentina.
- Ancora sulla bistecca. Rischio d’infarto per il toscano alla frase cotta bene. Ma che cotta bene? La bistecca si cuoce sulla brace quando c’è la possibilità, pochi minuti per lato e infine si lascia cuocere con l’osso in piedi. In questo modo risulta colorita fuori e morbida e gustosa all’interno.
- La ciccia con l’osso si mangia con le mani. Coniglio, pollo, piccione, faraona, anatra, fagiano e uccellini sono i secondi di carne che il toscano ama a dismisura. Che siano arrosto, fritti, in umido o alla griglia, i pezzetti, vanno rigorosamente mangiati con le mani, spolpati e succhiati, solo così la carne saprà darvi soddisfazione. Se vi vedrà mangiare il coniglio fritto con la forchetta e il coltello, preparatevi a grossi guai.
- Sbagliare il nome e l’origine degli ingredienti. Se c’è una cosa che proprio i toscani non riescono a mandar giù, è quando vengono sbagliati i nomi dei cibi e soprattutto a quale città o zona appartengono. Tortelli o Tordelli? C’è da fare una bella distinzione. Sembra tutta pasta ripiena e invece ci sono zone che vantano ripieni e forme diverse: i tortelli maremmani sono con spinaci e ricotta e più grandi, nel Mugello e nel Casentino si usano ripieni di patate, e entrambi sono simili nella forma ai ravioli, conditi normalmente con il sugo di carne. Mentre nella parte alta della regione, ovvero tra Versilia, Lucchesia e Garfagnana, fanno i tordelli ripieni di carne e erbe. Se non lo sai, sallo (cit.).
- A proposito di cecina. La torta di ceci, si mangia lungo la costa e nelle zone della Garfagnana e Lunigiana e di solito si serve a fette, e in particolare a Pisa e a Livorno. Mi raccomando imparate bene come si dice e dove si fa: la cecina si mangia a Pisa, mentre a Livorno i tortai fanno la torta, la farinata lasciatela a Genova e alla Liguria.
- C’è cacciucco e cacciucco. Non fatevi mai sentir dire da un toscano che il cacciucco è solo di Livorno. E del cacciucco alla viareggina ne vogliamo parlare? Pesce di scoglio o sabbia? Soffritto sì, soffritto no? Se non volete fare imbestialire un livornese o un viareggino, imparate le differenze tra le varie preparazioni.
- La pizza è sempre e comunque rossa. Il toscano è abituato a mangiare la pizza bassa, se la vuole alta alla napoletana la chiede lui, e se c’è una cosa che proprio non tollera quando esce dalla sua regione è sentirsi dire come la vuole la pizza bianca o rossa? La pizza è pizza perché c’è il pomodoro, altrimenti è un'altra cosa. È schiacciata, ciaccino, ciaccia, focaccia, chiamatela come volete ma mai e poi mai pizza bianca.
- Il formaggio per finire bene. Rammenta sempre che il toscano, oltre a riempire di formaggio qualsiasi tipo di pastasciutta, è famoso per chiedere un pezzettino di cacio prima del dolce. Che sia pecorino, parmigiano o caprino non importa, l’importante è che ci sia. Non lo avete? Beh, bussate a un vicino, telefonate alla suocera, procuratevelo. Non vorrete mica perdere un amico per questa sciocca mancanza, no?
- Cantucci e Vin Santo. Quelli che scrivono di vino e cibo vi diranno che cantucci e Vin Santo vanno consumati senza mischiarli. Un morso al biscotto e un sorso di vino liquoroso. Spiegateglielo un po’ alla maggior parte dei toscani che non deve inzuppare il biscotto dentro al Vin Santo! Uomo avvisato...
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