Diminuire l’uso del sale in cucina? Usa il GOMASIO! Ecco la ricetta e come usarlo!
Il gomasio è un condimento antico della cucina asiatica, diffuso in Corea e Giappone: Si può utilizzare anche nella cucina nostrana e aiuta a ridurre l’utilizzo di sale e a rendere più saporite le pietanze. Se siete curiosi di sapere di cosa si tratta ecco un articolo che vi spiega come si prepara e come usare il gomasio in cucina.
Cosa è il gomasio? Se ne avete sentito parlare, siete sul pezzo; in caso contrario siete i clienti più distratti del negozio biologico, gli amici del circolo macrobiotico non vi guarderanno più in faccia e i vegani vi additeranno come irresponsabili e masochisti. In molti lo usano come sostituto del sale e oltre a dare sapore da alle pietanze un gusto tostato inconfondibile. Ma capiamo insieme di cosa si tratta.
- Cosa è il gomasio
- Ricetta del gomasio
- Varianti della ricetta del gomasio
- Uso in cucina del gomasio
- Come si conserva il gomasio?
- Conclusione Se volete dare un taglio al consumo di sale in cucina allora potete prepararvi a realizzare in casa il gomasio con poco sforzo e molta soddisfazione per il palato.
- Se volete dare un taglio al consumo di sale in cucina allora potete prepararvi a realizzare in casa il gomasio con poco sforzo e molta soddisfazione per il palato.
Cosa è il gomasio
Conosciuto come sostituto del sale, il gomasio è un alimento antico della cucina asiatica. In Corea si chiama ggaessogum, mentre il nome Giapponese rimanda ai suoi ingredienti: goma è il sesamo, shio il sale. Si tratta quindi di una miscela (in parti variabili) di sesamo bianco tostato e sale grosso. Dal punto di vista nutrizionale, l’uso in cucina del gomasio comporta notevoli benefici: il sesamo è un apportatore di proteine, vitamine e calcio, mentre dal sale integrale derivano iodio, fluoro, magnesio, rame.
Ricetta del gomasio
Per farlo in casa dovete procurarvi un suribachi, il più tipico e versatile dei mortai nipponici; si tratta di una ciotola dall’ampia svasatura, con pareti zigrinate, che permettono di triturare efficacemente ogni alimento premendo con un mazzuolo in legno. All’interno del suribachi (se non siete puristi, potete accontentarvi di un mixer), vanno inseriti dei semi di sesamo tostati in padella a fuoco lento e miscelati con del sale grosso; la proporzione varia a seconda dei gusti: generalmente, si oscilla tra un minimo di 7 parti di sesamo per una di sale (se si predilige una maggiore salinità), fino a un massimo di 20:1 (per una miscela molto più delicata). Il sale deve essere marino e integrale.
Per sapere quando i semi di sesamo sono pronti basterà verificare che una volta girati con un cucchiaio di metallo si stacchino senza problemi. Occhio però a non farli bruciare. A questa semplice ricetta però si possono apportare modifiche .
Varianti della ricetta del gomasio
Le proprietà nutritive del gomasio di cui abbiamo parlato in precedenza possono essere irrobustite con l’aggiunta di alghe: molte ricette tradizionali prevedono l’addizione di alghe Wakame, ricche di sali minerali, vitamine, proteine, acidi grassi omega 3; una variante recente è a base di alghe Dulse di Bretagna, che si distinguono per i contenuti antiossidanti e disintossicanti. La più utilizzata resta la kombu, che va scottata in padella e poi ridotta in polvere. Se siete degli avventurieri, potete sperimentare anche i sincretismi più spericolati, aggiungendo ad esempio pomodori secchi o le erbe che conosciamo meglio, come timo, origano, erba cipollina. Anche per quel che riguarda i semi, si possono cercare nuove sferzate di sapore con canapa, girasole, lino o anche con i comuni semi di zucca a patto di tostarli e tritarli finemente.
Uso in cucina del gomasio
Questa preparazione tipica può salvare molte cene a chi soffre di ipertensione, agevolando la possibilità di insaporire i piatti, senza per questo eccedere con le dosi di sale. Di contro, bisogna prestare attenzione al contenuto calorico del sesamo. Tradizionalmente, il gomasio non si usa in cottura, specialmente se si arriva ad alte temperature, ma può costituire un’inusuale aggiunta per le panature. La destinazione ideale è come condimento a crudo, in modo da esaltare tutte le sue proprietà e la fragranza dell’aroma.
Come si conserva il gomasio?
La preparazione casalinga va conservata in frigo e consumata nel giro di una settimana circa. Per non sprecarne nemmeno un grammo, possiamo prendere spunto dalla cucina orientale: il gomasio è usato come guarnizione del riso, specialmente sugli onigiri, ma anche come finitura di insalate o aromatizzante sapido per le salse. Senza contare l’elemento più importante: servirlo in tavola in un vasetto decorato e presentarlo ai vostri ospiti renderà la vostra cena più chic di ogni altra.