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Cos’è il ramolaccio?

di Carlotta Mariani 18 Ottobre 2024 09:00

Una pianta di origine asiatica, sempre più diffusa anche nella cucina italiana. Scoprite tutti i segreti del ramolaccio o ravanello invernale

Se non avete mai sentito questo nome non mi allarmate. Il ramolaccio, infatti, è un ingrediente più comune nella cucina del Nord Europa e asiatica rispetto a quella mediterranea anche se, negli ultimi anni, sta crescendo la sua popolarità anche nel nostro Paese. Ecco perché ha senso rispondere a questa domanda: che cos’è il ramolaccio? Ebbene, è una radice, appartenente alla famiglia delle Brassicaceae, conosciuta anche con il nome di ravanello d’inverno.

Cos’è il ramolaccio

Il suo colore va dal bianco al nero a seconda delle varietà e, rispetto al classico ravanello rosso che tanto amiamo in primavera, ha un sapore più piccante e pungente. Ha poi dimensioni più grandi e una forma cilindrica. Le varietà più chiare hanno una consistenza leggermente più morbida. Come si può immaginare dal nome, il ramolaccio resiste anche ai climi rigidi e si può trovare nei campi oppure può essere coltivato tutto l’anno nell’orto o sul balcone, in vasi profondi. Probabilmente la pianta è originaria dell’Asia, ma era già conosciuta e apprezzata nella cucina dell’antica Roma.

Quali sono le varietà di ramolaccio?

Il ravanello d’inverno esiste in diverse varietà che variano per colore e sapore. Le più comuni sono quello bianco, nero, rosso e viola. Il ramolaccio bianco ha un gusto più delicato, mentre quello nero, noto anche per le sue proprietà medicinali, è più piccante e pungente.

Qual è la differenza tra ramolaccio e ravanello?

Anche se entrambi appartengono alla stessa famiglia (Brassicaceae), il ramolaccio si distingue dal ravanello per le sue dimensioni più grandi e il sapore più pungente. Inoltre, il ramolaccio è più resistente ai climi freddi ed è disponibile anche in inverno, mentre il ravanello è tipicamente un ortaggio primaverile.

Proprietà nutrizionali

ramolaccio

Il ramolaccio ha caratteristiche simile al ravanello: pochissime calorie e una piccola quantità di vitamine del gruppo B e C e sali minerali. Inoltre, ha interessanti benefici sfruttati in fitoterapia, come proprietà diuretiche, depurative, antispasmodiche, calma la tosse e favorisce il sonno. Infine, riesce a stimolare la digestione e l’appetito. È anche utilizzato in fitoterapia per trattare problemi come la ritenzione idrica e per sostenere la salute del fegato.

Come si usa in cucina?

È molto versatile in cucina. Può essere consumato crudo in insalate o cotto in varie preparazioni, come zuppe e minestre. È spesso accompagnato da ingredienti come cipolle e mele in insalate più saporite, oppure fritto per creare delle croccanti chips da abbinare a piatti di carne.

Ricette per gustarlo al meglio

ramolaccio

Il modo più semplice e immediato per assaporare il ramolaccio è quello di tagliarlo a fettine e aggiungerlo alle vostre insalate, magari in accompagnamento a del pesce cotto a vapore o alla griglia. Un po’ come i ravanelli. Ottimo l’abbinamento con la cipolla e la mela verde. Se il sapore del ramolaccio risulta troppo forte tenetelo un paio d’ore sotto aceto e vedrete che l’assaggio sarà molto più interessante. Molti amano cuocerlo al forno insieme alle patate, profumato con uno spicchio d’aglio e un rametto di rosmarino, oppure friggerlo. Le chips di ramolaccio possono accompagnare un arrosto, ma anche un’insalata di quinoa o di lenticchie. Il ramolaccio può arricchire i vostri minestroni di verdura o le vellutate e non si butta via niente. I germogli si possono infatti aggiungere alle frittate, le foglie si saltano in padella come se fossero spinaci, serviti con un manciata di parmigiano reggiano. In particolare, in Sardegna le foglie lessate vengono condite con lardo e vengono considerate un contorno ideale per la carne alla griglia.