Non solo pasta: ricette che nascono (quasi) a cottura passiva
La cottura passiva è una modalità con cui si possono preparare numerose ricette. Ecco i nostri suggerimenti.
Fuoco spento sì, fuoco spento no? La grande polemica che in questi giorni sta ruotando intorno alla cottura della pasta e al risparmio del gas, proprio in vista di tempi bui e magri nel campo dell’energia, non sembra voler scemare. Tra chi perora la causa della cottura passiva, come il fisico e premio Nobel Giorgio Parisi – e ancor prima di lui il chimico di quartiere Dario Bressanini – e chi invece la aborre, come lo chef Antonello Colonna, anche il pubblico di appassionati cuochi casalinghi continua a dividersi. Alcuni difendono strenuamente il bollore e altri, invece, comprendono l’utilità di una sana pazienza in cucina. Se non sapete da che parte schierarvi provate a pensare che, in effetti, il problema non sussiste. Per tanto tempo e senza accorgervene, infatti, vi siete già imbattuti in piatti e ricette che si realizzano con un metodo di cottura molto lontano da quello più comune dell’acqua che bolle sul fuoco. Non ci credete? Ecco qualche esempio.
Il primo piatto, che quasi tutti avete preparato almeno una volta nella vita (e se non lo avete fatto rimediate perché è molto buono), è il cous cous. A scanso di equivoci, parliamo di quello precotto. Questo prodotto, che si trova facilmente sugli scaffali di ogni supermercato, cuoce per assorbimento. Basta portare a bollore l’acqua necessaria, in proporzione alla quantità di cous cous che volete cucinare (trovate le informazioni sulla confezione), per poi aggiungerla alla ciotola in cui avete versato i grani. A questo punto, dovete coprire e attendere dai 5 ai 10 minuti. Più o meno allo stesso modo, sempre per assorbimento, avete di certo preparato anche il riso basmati. Per sciacquarlo con cura e lasciarlo in ammollo, prima di metterlo in pentola a cuocere, si usa dell’acqua ma poi, una volta sul fuoco, bisogna lasciarlo bollire soltanto 10 minuti prima di spegnere per farlo riposare per altrettanto tempo, sgranarlo e servirlo.
Invece, una portata velocissima ed economica a base di pesce è quella con le cozze. Basta metterle, pulite, in pentola o in padella, accendere al volo il fuoco, tappare con un coperchio e spegnere per averle pronte in qualche minuto. Dopodiché un po’ di limone e via. Che dire, poi, del polpo? Notoriamente si cuoce nella sua acqua, uscendone ben più saporito di quanto lo sarebbe se fosse cotto in sola acqua bollente. Dopo averne arricciato i tentacoli in acqua calda (e ancor prima averlo congelato/scongelato per romperne le carni) non resta che portare a bollore poca acqua, lasciarla andare per circa 10 minuti e poi anche qui: spegnere, tappare e lasciare che il tempo faccia la sua parte. Infine, una remota e antica ricetta di cottura dei cereali con acqua e latte è il porridge, che se nella classica versione anglosassone cuoce a fiamma bassa per 5 minuti, nella sua evoluzione – molto social – dell’overnight si prepara totalmente a crudo, solitamente mettendo l’avena a bagno in un liquido la sera prima così da avere la colazione pronta per il mattino successivo. Ne volete una ancora? Giochiamo un ultimo jolly: la marinatura. Come ci ha raccontato lo chef Roy Caceres, una volta si usava per conservare a lungo gli ingredienti prima di cuocerli. Pur non essendo una cottura passiva, questa sorta di precottura dei cibi, di cui esistono tanti tipi diversi, è a tutti gli effetti un metodo con cui portiamo in tavola piatti pronti a impatto energetico zero.