Nuovi sapori dal mondo: la cucina chifa
La cucina chifa, originatasi 150 anni fa in Perù, è un esempio di cucina fusion che unisce due gastronomie in origine distanti, la cinese e la peruviana.
Gli amanti dei gusti esotici la conoscono bene ormai da un po’, i curiosi la stanno scoprendo adesso e non perdono occasione per manifestare consensi: parliamo della cucina chifa, ovvero la fusion cino-peruviana, una cucina fusion cino-peruviana nata in sudamerica circa 150 anni fa nata in Sudamerica circa 150 anni fa. Quando i primi immigrati cinesi sbarcarono sulle coste del Perù, stabilendosi principalmente a Lima, cominciarono la loro dura (ma pacifica) battaglia per l’inserimento sociale; da una parte accettarono i lavori più umili, spesso sopportando anche condizioni di semi-schiavitù, dall’altra manifestarono grande spirito di iniziativa aprendo piccole botteghe e dall’altra ancora cercarono un modo per non perdere le proprie tradizioni culinarie. La caparbietà, il coraggio e la determinazione di questa gente, del resto, è nota. E così prese forma la cucina chifa, appunto. Chifa deriva dal cinese chi fan, ovvero mangiare riso, e immediato è il collegamento con la cucina cantonese, anche se non possiamo considerarli universi sovrapponibili in quanto un ruolo di primo piano spetta ai tipici e numerosi ingredienti peruviani.
Il primo ristorante chifa, conosciuto come Kuong Tong, fu inaugurato nel 1921 proprio a Lima, per l’esattezza nel barrio chino (il quartiere cinese); soltanto in quella città, oggi, esistono oltre 5000 ristoranti chifa che di certo non sono a corto di clienti. Dell’elenco fa parte il prestigioso Madam Tousan dello chef Felix Loo, considerato il re indiscusso della cucina fusion cino-peruviana. Fra i suoi cavalli di battaglia è doveroso segnalare i tallarines, per certi versi simili ai noodles ma preparati con frumento e arricchiti di verdure. Felix Loo li fa saltare in padella per poi condirli con anatra tagliata a fettine sottili.
Altro piatto che caratterizza la cucina chifa è l’arroz chaufa, riso fritto cui si aggiungono generose dosi di soia, gamberi o carne (a scelta fra maiale, vitello, pollo). Un cipollotto tagliato ad anelli sottili e una spolverizzata di zenzero sono i tocchi finali. Poi c’è la sopa de wantan: in Cina prevede la presenza di un raviolo in pasta di riso ripieno di carne cotto al vapore e immerso nel brodo; nel menu chifa il raviolo in questione ha invece un ripieno a base di anatra e curry. Il pollo tipakay è particolarmente amato dagli estimatori del mix dolce-salato: la carne è cotta con coriandolo, salsa di tamarindo, fecola di patate.
Molte ricette della chifa sono equilibrate e delicate, composte da riso, quinoa, verdure, pollo o pesce, crostacei. Non mancano però portate più elaborate e sostanziose come le ali mem kam (ali di pollo e gamberetti macerati, fritti e aromatizzati) e l’anatra con pancake di mais viola. Un vero e proprio inno al potere fusion è la coppa di litchi con granita d’anatra e spuma di pisco, la bevanda nazionale: una sorta di acquavite che deriva dalla distillazione di vino bianco e rosato. Certo, un italiano dinanzi alla granita d’anatra potrebbe restare un tantino perplesso, ma questo dessert è decisamente degno di nota. Che dite, la provereste la cucina chifa?