18 digestivi dal mondo per sopravvivere alle feste
Se durante le cene delle feste avete decisamente esagerato, vi suggeriamo 18 digestivi dal mondo con cui rimettervi in sesto: fatene buon uso.
Vi eravate promessi di mangiare con moderazione, di assaggiare tutto ma in piccole quantità; avevate assicurato a voi stessi, alla vostra coscienza, di essere parchi, frugali, di passare un Natale meditativo e salutare; allegro, ma salutare. un aiuto valido per rimettersi in sesto dopo i pasti abbondanti, è il digestivo Al terzo piatto di lasagne, sapevate già che la vostra coscienza era andata a farsi friggere e che frugale era solo un concetto astratto, perduto nel tempo. Adesso, è inutile colpevolizzarsi: bisogna digerire. Un aiuto valido, tra l’altro un aiuto voluttuoso, nient’affatto dietetico o sobrio, può essere rintracciato nei tanti digestivi in commercio. Da definizione, il digestivo è una bevanda alcolica, a base di frutta, erbe o spezie, che riesce a facilitare il processo di assimilazione degli alimenti. In Italia quasi ogni regione mette a punto un digestivo saporito e rinfrescante, ma se vogliamo fare gli internazionali, ecco 18 idee dal mondo con cui tentare di finire il pasto.
- Arak. Bevanda tipica di Siria, Giordania, Israele, molto diffusa in Iraq, non va confuso con l’arrak (che è invece un succo fermentato con cereali e melassa); in Libano potrete gustarne la versione di ben 25 diversi produttori. Si tratta di un succo d’uva distillato, lasciato a fermentare in contenitori di rame per 3 settimane; l’aggiunta caratteristica è quella dei grani d’anice.
- Awamori. Se avete esagerato col sushi, a Okinawa dovrete ricorrere all’awamori: si tratta di un sakè ricavato dalla distillazione di riso, acqua e lievito, secondo una tecnica importata dalla Thailandia già nel XV secolo. Normalmente è allungato con l’acqua e servito con il ghiaccio; la gradazione alcolica varia, anche sensibilmente, a seconda degli anni d’invecchiamento.
- Brombeergergeist. Delizia della Foresta Nera, è un liquore tedesco ottenuto dal succo di mora selvatica, per una gradazione alcolica del 40 %. Se sarete in grado di reperirlo, si assicura un effetto positivo sulla digestione, in virtù delle spezie aggiunte durante la distillazione.
- Cachaça. In Brasile, dove se ne contano più di 5000 marche, per finire il pasto potrete sfruttare questa acquavite dolce, ricavata dalla canna da zucchero; il succo è fatto fermentare con lieviti appositi, distillata, lasciata a riposo in botte, per poi subire un invecchiamento breve (di 2 anni) o lungo (anche 12).
- Calvados. Durante le sue inchieste, il Commisario Maigret ne ordina a litrate; si tratta di un sidro di mela, prodotto nella Bassa Normandia (dove gode della Denominazione d’Origine Controllata). Se i distillatori di mele sono noti in Francia fin dall’epoca di Carlo Magno, è nel XIX secolo che, con la produzione industriale, il Calvados raggiunge la massima diffusione, fino diventare un simbolo del pasto francese; non è raro servirlo tra le varie portate di pranzi e cene, per agevolare la digestione e gustare meglio i piatti.
- Elisir Vegetale della Grande Chartreuse. Digestivo francese distillato dai monaci certosini nell’antichissima certosa di Voiron; la complessa ricetta (ovviamente segreta) arriva direttamente dal Seicento e prevede l’utilizzo di 130 erbe. L’effetto è miracoloso.
- Curaçao. Per questo amaro noto fin dall’Ottocento, i Paesi Bassi utilizzano una specifica varietà di arancia amara, rinvenuta nell’isola di Curaçao, appunto. Le scorze sono essiccate e poi lasciate a macerare in una saporita miscela, a base di acqua, alcool, zucchero, spezie. Di base, sarebbe trasparente, ma spesso è colorato, anche in maniera molto suggestiva, fino al rosso acceso o al blu elettrico.
- Maitrank. La cosiddetta bevanda di maggio, orgoglio della distilleria belga, vanta una citazione antichissima, addirittura dell’854, da parte di un monaco benedettino tedesco; diffuso anche in Francia, Germania e Lussemburgo, si ottiene macerando in acqua, zucchero e vino bianco il fiore di asperula (il Galium Odoratum). A fermentazione avvenuta sono aggiunti spicchi d’arancia e cognac.
- Drambuie. Da gustare puro o con ghiaccio, il Drambuie è un liquore scozzese profondamente aromatico; diffuso fin dall’Ottocento (alcune leggende cercano di retrodatarlo anche fino al ‘600), la distribuzione commerciale risale al 1910. Si ottiene mescolando whisky e miele, a cui si aggiungono zafferano, anice e molte altre spezie che forse non scopriremo mai.
- Kummel. A rigore, questo distillato olandese dovrebbe aiutare le più complicate delle digestioni: gli ingredienti sono infatti finocchio, semi di cumino e carvi; il carvi, detto anche cumino dei prati, è una pianta medicamentosa utilizzatissima in erboristeria, proprio in virtù delle capacità digestive e antisettiche. In Russia ha avuto larghissima diffusione, con una serie di modifiche sulla ricetta che riguardano soprattutto il tempo d’invecchiamento.
- Ouzo. La storia appare molto intricata: pare che risalga addirittura ai tempi dell’Impero ottomano, con le modifiche apportate al più antico raki. In ogni caso, dall’Ottocento è difusissimo in Grecia, dove si produce con mosto d’uva e semi di anice. A Plomari, presso gli stabilimenti Varvagiannis, troverete addirittura un suggestivo museo dell’Ouzo.
- Qneu. La ciliegia mahaleb, detta anche di Santa Lucia, dal gusto amarognolo, è l’ingrediente principale di questo liquore libanese; i frutti si fanno macerare nel vino rosso per mesi, per poi gustare il succo estratto e zuccherato in purezza.
- Southern Comfort. Questo liquore statunitense potrebbe trovare un inventore ufficiale in Martin Wilkes Heron, un barman irlandese che mise a punto la ricetta nel 1874 e cominciò a venderla autonomamente nel Tennessee pochi anni dopo. Se in un primo momento era composta da whisky, cannella e arancia, attualmente il contenuto di whisky è diminuito a vantaggio di erbe e spezie, che ne accentuano la funzione digestiva.
- Thibarine. Si tratta di un distillato messo a punto in svizzera, da ardimentosi monaci domenicani, che poi lo esportarono, assieme al loro monastero, fino in Tunisia. Ancora oggi, questo amaro che per gradazione alcolica supera il 40%, costituisce un vanto della regione di Thibar; per produrlo si fanno macerare i datteri con molte erbe.
- Tilus. La Repubblica di San Marino può permettersi di fare distillati addirittura col tartufo; per questa ricetta il tartufo è lasciato a macerare in una miscela di acqua e spezie (anche in questo caso, segretissime, ma si assicura, tutte raccolte nel territorio di San Marino); si può allungare con l’acqua, ma l’efficacia come digestivo è massima se servito puro.
- Tuica. In Romania si usa soprattutto per cominciare il pasto, ma non è raro recuperarlo dopo cena, per aiutare la digestione e placare la voglia di dolce. La Tuica deve essere imbottigliata prima di Natale ed è costituita da frutta macerata per circa 8 settimane (prugne, ciliegie, pere), da far stagionare esclusivamente in botti di legno di gelso.
- Vana Tallinn. In Estonia, vi potrebbe capitare di correggerci il caffè; si tratta di uno dei più noti prodotti di Tallinn, ottenuto mescolando rum, cannella, vaniglia, ma soprattutto oli essenziali di agrumi (soprattutto limone); servito quasi sempre con ghiaccio, non è raro vederlo unito alla soda.
- Baijiu. Digestivo cinese a base di cereali, ha una gradazione alcolica alta (può arrivare al 60%); si ottiene stimolando la fermentazione del sorgo con un apposito fungo filamentoso; al posto del sorgo, a seconda della regione, si possono usare orzo, miglio, grano; raramente, è aggiunta della frutta. Normalmente si beve caldo e si trovano in vendita gli appositi fornelli per servirlo.
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