La Spezia: gli indirizzi da non perdere per mangiare bene
Il mix culinario che è la cucina spezzina merita un’attenzione particolare: abbiamo girato La Spezia, questi sono i nostri indirizzi preferiti per mangiare.
“O bella Spezia, splendida perla sul mar, della Riviera quadro irreal…
Magico cielo, tinto di mille color, e là, sul mar, l’onda che muor sulla scogliera, al forestier sa mormorar:
Ritorna in questa città”
Così descriveva La Spezia Eugenio Giovando, il custode della tradizione spezzina e sulle note di questa canzone ha iniziato a gorgogliare nel coro dei ragazzi di Migliarina la cantante Alexia. Oggi si canta allo stadio, ma queste strofe raccontano molto bene la città. Borgo di pescatori, La Spezia diviene città attraverso la scelta di Cavour di insediare un arsenale militare e diviene la prima multiculturale città dell’Unità d’Italia. Raccontiamo tutto ciò perché non si può capire la cucina senza conoscere la storia della Spezia. Troverete qui i piatti della tradizione emiliana, toscana, ligure, mescolati con la cultura enogastronomica meridionale o sarda. Un mix che diventa nuova cucina e fa riempire le cozze (orgogliosamente chiamate muscoli dagli spezzini) con la mortadella oppure preparare il soffritto con olio e cipolla o friggere le zeppole per la festa patronale. Crocevia, incontro tra terra e mare, evoluzione e sperimentazione, sono le basi della cucina spezzina: ecco 9 indirizzi da non perdere a La Spezia.
- La Pia (via Magenta, 12). La prima tappa fondamentale è la storica pizzeria la Pia in via Magenta 12 (anche take- away). Altre sedi sono state aperte in città e provincia, e recentemente è sbarcata anche a Notting Hill. Un monumento al gusto, alla semplicità e al risparmio: la pizza nella teglia è la pizza della Pia, una categoria a parte. Qui si può gustare anche la farinata di ceci, la focaccia tipo Recco (siamo fuori dalla zona Igp) e il castagnaccio.
- La Suprema (piazza sant’Agostino, 6-7-8-9). Per un pranzo veloce, un aperitivo con gli amici o una sosta riposo o al ristorante, consigliamo la Suprema, ai bordi del quartiere del Poggio, messo fuori norma dalla legge Merlin e di fronte al nobile palazzo della Contessa di Castiglione in una piazzetta emozionante. Si può comodamente sorseggiare del buon vermentino dei colli di Luni, accompagnato da formaggi e salumi oppure ordinare un cappuccino o un caffè. Il nome del locale ricorda la casa di tolleranza che sorgeva nello stabile della struttura: a questo proposito sono state recuperate anche alcune camere di charme.
- Dai Pescatori (Banchina Revel). Alla fine della passeggiata Morin, prima del ponte che porta al porticciolo Mirabello, di fronte ai pescherecci attraccati, si trova questo ristorante di filiera corta, un self-service dai prezzi contenuti e dalla qualità altissima seppie in zimino, frittura, acciughe, il pescato fresco di giornata. Con un po’ di fortuna si può parlare con il Branca, il pescatore che non si stanca mai di spiegare come si rammagliano le reti, di narrare le storie del mare e di far conoscere il vero mondo della pesca.
- La Tripperia Tognocchi (via dei Nobili, 51). Un negozio di famiglia gestito dalla signora Franca che ha ereditato la passione per questo alimento ormai un po’ fuori moda. Nella cucina spezzina la trippa è molto presente: preparata in umido con le patate riempiva le tavole e le pance degli spezzini; il brodo di trippa riscaldava gli operai che dalla montagna giungevano al mattino presto in città per lavorare all'arsenale.
- Rizzoli (via Fiume, 108 oppure corso Cavour, 176). Sembra facile fare la focaccia (acqua, farina, sale e olio), e in tutti i forni della città il prodotto supera le vendite del pane, ma Rizzoli è il sinonimo della focaccia a triangolo, ormai copiata da molti forni spezzini. Il laboratorio originale è alla Scorza (zona stazione), ma è stato aperto un punto vendita anche nel centro città. Il triangolo di Rizzoli si può gustare anche al naturale, ma riempito di prosciutto o con burro e acciughe può valere da solo un giro in città.
- Osteria della Corte (via Napoli, 86). Nessuno può negare il fascino di questo locale dai mobili in legno: l’attenzione per i particolari e una bellissima corte interna vi rapirà. La chef Silvia Cardelli è attentissima anche agli ingredienti freschi, locali; innova tradizione e sapori, descrive i piatti e costruisce con l’avventore un rapporto didattico. È possibile seguire anche alcuni mini-corsi di cucina in cui Silvia fa la personal shopper e guida passo dopo passo nella realizzazione del piatto.
- Fiorini (piazza Giuseppe Verdi, 25). Pasticceria e sala da tè, un luogo in cui c'è sempre la gioia di essere accolti con un sorriso. La famiglia Fiorini è piazza Verdi, una piazza salita agli onori della cronaca per gli archi di Buren. Da generazioni coccola con le sue delizie gli spezzini: bignè, cannoli, millefoglie. I golosi non possono saltare questa tappa.
- Pagni (via Sarzana, 12). Nel quartiere di Migliarina-Marcantone, per gli amanti dell'autentico, non si può prescindere da Pagni: la sua farinata di ceci è il simbolo della tradizione. Nel suo locale si incontrano gli spezzini veri.
- Bisagni Sementi (via Calatafimi, 10). Nel centro città, Bisagni Sementi rappresenta una fortunata innovazione commerciale e non perde il fascino dell'antico consorzio agrario. Tra i sacchi di riso, fagioli e lenticchie, si sono però specializzati in prodotti di nicchia dai profumi e aromi imperdibili. Qui si possono acquistare la China Clementi, il chinotto candito sotto maraschino di Besio, i prodotti della Cooperativa della Vallata di Levanto e altri prodotti locali. Un luogo davvero da non perdere.