Dove mangiare ai Navigli (senza spendere una fortuna)
Mangiare a Milano senza spendere una fortuna è possibile anche in zone del centro e della movida. Abbiamo selezionato per voi una manciata di indirizzi per mangiare bene e spendendo il giusto ai Navigli.
“C’è da svenarsi per mangiare a Milano”, ma anche no. Inciampare nel posto sbagliato, e spendere una follia, è semplicissimo a Milano, soprattutto se si è forestieri o se ci si lascia incantare da quei posti più belli che buoni. Ma basta scandagliare una zona alla volta, per dimostrare che anche nella città accerchiata dalle cinte romane, i nostri palati possono godere a prezzi contenuti. Puntiamo i riflettori sui Navigli, zona riconosciuta più che altro per il primato della cucina liquida, conteso tra cocktail bar pettinati, d’asporto o acchiappa turisti. In pochi sanno invece che questo è anche un ottimo quartiere per sfamare le proprie voglie, senza dover chiedere un prestito in banca. Abbiamo selezionato per voi 4 posti per mangiare ai Navigli benissimo e senza spendere una fortuna
FUD – Bottega Sicula
(Via Casale, 8, 20144 Milano) Iniziamo da FUD-BOTTEGA SICULA. Se già il nome è tutto un programma, aspettiamo di aprire il menu. Ma chi è FUD? Nasce a Catania nel 2012, passa a Palermo nel 2015 e nel 2018 arriva dritto dritto a Milano, presentandosi come un fast food declinato ai tempi, alla cultura, ai prodotti e soprattutto ai sapori della Sicilia, provenienti esclusivamente da piccoli e medi produttori siculi. La comunicazione di FUD scimmiotta la cultura americana on the road dei Burger Bars o dei Diners, ma si vincola fortemente al territorio siculo: Am Burgher, Cis Burgher, Eg burgher, Uain, Bir sono orami famosi per tutti gli appassionati di strit fud. I prezzi? Veri cip, ma apriamo il menu.
Una BEC POTETOS CIS costa 8,90 euro, e consiste in una porzione di spicchi di patate a pasta gialla con buccia, fritte in olio di semi di girasole, servite con provola delle Madonie, guanciale croccante di suino nero dei Nebrodi, Barbechiù sous. E per un AM BURGHER? Un euro in più. Dieci euro per quello più semplice, con carne di manzo siciliano, pomodoro, insalata, olio extra vergine d’oliva Selezione FUD, checiap e maio FUD in pane soffice con semi. Oppure 12,90 euro per chi magari preferisce la versione vegghi, come un VEGAN CHE BAB, kebab speziato vegano planted a base di piselli e proteine vegetali, servito con insalata mista, pomodoro, cipolla rossa, salsa tartara vegan, pesto piccante FUD, in pitta di grano. Il tutto può essere anche accompagnato da un COCTEL, per soli 8 euro o una BIR IN A BOTTEL a 6,50 euro.
Poor manger
(Via Vigevano, 10, 20144 Milano) Dal sud, ci spostiamo al nord, con una chicca torinese che ha deciso di arrivare anche in quel di Milano: Poor Manger, un’idea semplice, buona ed economica – lo dice il nome stesso, mangiare povero – che nient’altro è che la classica jacked potatos, farcita con il meglio che si possa immaginare. Prezzo? La più cara viene 9,50 euro. Il segreto? Prendono le patate migliori, quelle con la polpa più farinosa, le tagliano in due, le mantecano con olio extravergine e sale e poi le farciscono con la fantasia. Dentro ci buttano di tutto, basta che sia buono: dai salumi più gustosi ai formaggi più freschi, dalle verdure di stagione alle ricette regionali. Diamo un’occhiata al menu.
Tra le opzioni troviamo: Mortadella, stracciatella pugliese e pistacchi (8 euro), Scarola, nduja e stracciatella pugliese (8 euro), Carbonara con crema al tuorlo d’uovo, guanciale croccante, pecorino e pepe (8 euro), Cacio e pepe, guanciale e crema di fave (8,50 euro). Curiose anche le mezze porzioni a 4 euro degli antipasti, come il vitello tonnato, la salsiccia cruda di vitello, con valeriana e grana, e la parmigiana. I dolci? 4 euro. Poor Manger si è fatto in 4 per accontentarci, facciamoci avanti.
Le Striatelle
(Via Vigevano, 11, 20144 Milano) Proseguiamo in questo tour a poco prezzo. Sempre in zona Navigli, c’è un posticino che si affaccia su Via Vigevano con un piccolo dehor, Le Striatelle. L’idea nasce dai piatti di nonna Mafalda, l’ideatrice della ricetta delle striatelle, che oggi lo chef Ottavio cucina con mano fedele. Di che si tratta? Il gusto è quello di una piadina, la consistenza è quella del pane arabo, morbidissima ma croccante. Il ripieno è poesia: possono essere farcite con tutto, polpette, fichi, verdure, salumi etc.
Facile perdere i sensi con la Palm, farcita con prosciutto crudo stagionato, stracchino e composta di fichi (7,50 euro) o con la Norcia, imbottita con prosciutto cotto al Tartufo di Norcia, crema di carciofi, rosti di patate, olio tartufato e Brie (13,00 euro), o ancora con la Centro Ricambi, con burrata DOP (Caseificio Capurso, Bari), cime di rapa saltate con acciughe, basilico, pecorino DOP, pomodori Pachino e acciughe (12,00 euro). Spazio anche ai primi piatti, perché se le striatelle si fanno a mano, le paste le seguono a ruota, come i Pici cacio e pepe, un incontro celestiale a soli 13,00 euro, da gustare prima di un piattino di arrosticini piacevolmente sbaffato per la modica cifra di 7 euro.
Iter
(Via Mario Fusetti, 1, 20143 Milano) E perché non volare in Messico con un volo low cost? Il format “From Italy to the world” di Iter ogni sei mesi porta in un paese diverso, con un menu e una drink list dedicati a una cultura diversa. Cambia il viaggio, cambiano i prodotti e cambia anche l’arredamento del locale. Un aeroporto gastronomico con voli oltreoceano, o anche più vicino, che decollano a qualsiasi orario: colazione, pranzo, aperitivo e cena. L’ispirazione è internazionale, ma le materie prime sono tutte nostrane. Questo mese si vola in Messico, con la drink list “Iter goes to Mexico”, un racconto che ripercorre i sapori intensi, i colori sgargianti e le suggestioni messicane attraverso i personaggi simbolo di una terra magica. Apriamo uno scorcio su questo panorama allora: spaghetti, bisque, limone, polvere di aneto e pane nero al burro (13 euro), mondeghili al chili con sugo di pomodoro (12 euro), agnello in umido, verza arrostita e cioccolato bianco (14 euro), quesadillas de flor de calabaza (tortillias con formaggio e fiori di zucca a 8 euro) e churros con dulce de leche (6 euro).
E la drink list non scherza. Drink estivi pensati dopo un viaggio in Messico intrapreso dallo staff, che dissetano i palati con emozioni vissute in prima persona, 100% only good vibes. Ci sono quindi cocktail sin alcohol (Agua de Jamaica, Horchata, Champurrado, 10 euro), cervezas, vino espumoso, blanco, tinto e gli immancabili clàsicos della miscelazione messicana, Chelada (7 euro), Clamato (9 euro), El Ritual del Campo (11 euro), Margarita (11 euro), Michelada (8 euro), Paloma (11 euro), Tommy’s Margarita (11 euro). Per scoprire il resto, basta bussare in Via Mario Fusetti 1. Perdiamoci sui Navigli, il Messico è proprio dietro l’angolo.