Dove mangiare e bere bene in Casentino
Il casentino è una delle zone più belle della Toscana. Qui si possono scoprire borghi meravigliosi e ristoranti e botteghe che propongono tutto il meglio della cucina di territorio. Abbiamo selezionato per voi i migliori indirizzi del Casentino da scoprire quest’autunno
Dopo avervi portato alla scoperta dell‘Appennino Reggiano e Modenese , questa volta vi suggeriamo dove mangiare e bere bene in Casentino, in Toscana, un territorio ricco di storia e di tradizioni. Vi porteremo all’interno del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, costeggeremo il fiume Arno passando per Bibbiena, Poppi e il famoso Castello dei Conti Guidi, ma anche in luoghi che fanno bene allo spirito come l’Eremo di Camaldoli, il Santuario della Verna, e la bellissima Pieve di Romena. Senza dimenticarci dei paesi di Castel Focognano, Castel San Niccolò, Ortignano e Raggiolo, il borgo di Talla che ha dato i natali a Guido Monaco, ma anche di Chitignano, Pratovecchio e Montemignaio, fino a giungere nella piazza Tanucci di Stia, dove sono state girate diverse scene del film il Ciclone di Leonardo Pieraccioni. E dopo tutto questo girovagare in territorio casentinese, ecco una piccola mappa dove mangiare e bere bene.
Ristoranti e osterie
Ristorante Mater (Via Camaldoli Moggiona)
A Moggiona a pochissimi km da Poppi, è situato il Mater, il ristorante dove Filippo Baroni e Marta Bidi, si fanno custodi di un’accoglienza monastica e di ricette sacre. Portavoce di un territorio millenario, hanno qui ricreato una realtà unica nel suo genere, che attinge dalla natura gran parte degli ingredienti. La cucina dello chef Filippo Baroni è una cucina diretta, nuda, primitiva, immediata ed essenziale. Al cuore della sua filosofia gastronomica, le Foreste Casentinesi, la sua terra, il suo luogo di appartenenza.
Nei piatti dello chef troviamo il territorio, le tradizioni antiche, i prodotti di piccole realtà che producono eccellenze e che si ritrovano nella Risina con susina, ruta e finocchietto, ma anche nel Piccione di Laura Peri con porro alla brace e il Pan del Garzone, ovvero il collo ripieno di rigaglie.
La Natura delle Foreste è protagonista nelle sue stagioni, con i ritmi dettati da Madre Terra, così come i prodotti dell’orto, che tra cosmee e tagete, da vita a numerosi ortaggi e che ritroviamo in tante preparazioni. Uno dei piatti più iconici è senza dubbio l’Insalatina selvaggia, da assaporare boccone dopo boccone e che nasconde i germogli di abete sott’aceto, ma anche il fungo marzuolo dormiente e la grifola frondosa.
Un viaggio di meditazione dentro sapori antichi in un recupero di una cucina delle origini, da terminare con il Servizio Assenzio”.
Locanda dei Baroni (località Camaldoli)
A pochi metri dal Santuario di Camaldoli la Locanda dei Baroni, propone una cucina di territorio e di tradizione: tra i primi sono da provare i tonnarelli al sugo di coniglio e tartufo, i ravioli di cervo con sugo di arrosto e verdurine croccanti e la zuppa di ceci e porcini. Mentre i bocconcini di cinghiale con le polentine sono uno dei capisaldi del ristorante. Il bonus sono le camere per chi vuole rimanere a rigenerarsi nel parco delle Foreste Casentinesi, e tavoli dove mangiare all’aperto per respirare l’aria di montagna.
Il Tirabusciò (Via R.Scoti 12 Bibbiena)
Festeggia vent’anni questo ristorante situato nel centro storico di Bibbiena, che propone i sapori del Casentino con qualche guizzo più spericolato. Crostini con sugo di piccione e Prosciutto del Casentino sono un ottimo modo per iniziare il pasto, seguiti da linguine con salmerino e pomodorini gialli. In stagione provate il baccalà con la farinata di cavolo nero e i ceci piccini, ma anche i pici con la coda di Chianina.
La Buca (Piazza Garibaldi 24 Soci)
Ha compiuto da poco sessant’anni questo ristorante a gestione familiare posto nella piazza principale di Soci, dove si viene per mangiare la cucina toscana. Non mancano negli antipasti i Presidi Slow Food come la Tarese del Valdarno e il Prosciutto del Casentino, ma anche pasta fatta in casa come i classici tortelli di patate e le pappardelle al sugo di cinghiale. La carne alla brace è cotta nel grande camino, e tra i secondi non mancano mai il Peposo e il Cinghiale alla cacciatora.
La Tana degli Orsi (Via Roma 1 Pratovecchio)
Una vera e propria istituzione che vede partire la gente da molto lontano per andare a mangiare Alla Tana che oltre per la cucina è rinomata per le sue famose serate enoiche, dove ospita produttori che danno vita a degustazioni memorabili. In menu Risotto con crema di carciofi, briciole di pane, burrata e pesto di pomodori secchi, ma anche Pasta e patate con funghi porcini, il Filetto di cervo alla griglia con marinata di senape e ristretto di lamponi e pinot nero e Guancia di maiale con salsa di agrumi e scalogno.
Terramira (Piazza della Vittoria 13, Capolona)
Terramira è un ristorante che vanta una stella Michelin alle porte del Casentino, situato lungo il fiume Arno, è un luogo ricco di tradizioni e ingredienti autentici, il regno dei fratelli Filippo e Lorenzo Scapecchi. La cucina si ispira al territorio e ai suoi prodotti, dando spazio a piccoli allevatori e produttori locali. Qui si può provare il Salmerino del Casentino marinato, barbabietola rossa, caviale, panna acida e olio al levistico oppure i Tortelli di coniglio, aglione della Val di Chiana, agresto, porcini e tartufo del Casentino, ma anche la Pasta e fagioli Zolfini all’uccelletto, molluschi e crostacei, e se siete appassionati del genere il Piccione in due cotture: petto arrosto, coscia fritta, cipolla di Giarratana e prugne di scuola Arnolfo, non delude mai.
Agriturismo Il Ristoro di Cervoli (Località Cervoli, Via Fiorentina, 38, Pratovecchio)
Un vero e proprio agriturismo che produce latticini come formaggio pecorino, ricotta e raviggiolo e che su prenotazione offre un ristoro con cucina tradizionale tipica del territorio, con piatti che lo rispecchiano e lo valorizzano, creati con materie prime principalmente prodotte all’interno dell’azienda agricola di Cervoli. Tra i piatti, il diaframma di vitello alla griglia, è una di quelle parti di carne spesso snobbate, ma che invece regala sapore e sostanza.
Cafè del Parco (Camaldoli)
Il luogo perfetto dove assaggiare l’antica Schiacciata di Camaldoli, sfornata calda al momento, fatta con farina integrale, lievito madre, sale, olio, acqua di Camaldoli e 110 anni di tradizione. Da gustare in modo semplice oppure farcita con salumi locali come la Capaccia, il Prosciutto del Casentino, ma anche con i funghi porcini, oppure quella con la Gota e provola, o la Mortadella di cinghiale.
Cantine
Podere della Civettaja (Loc. Civettaja-Via di Casina Rossa 5a, Pratovecchio Stia)
Vincenzo Tommasi è colui che è riuscito nell’impresa di coltivare il Pinot Nero in Casentino e che ha aperto la strada a molti vignaioli d’altura. Ha creduto nella sua terra e in questo vitigno, dando vita a un vino, diventato una vera e propria istituzione nel settore enoico. Il Pinot Nero Podere della Civettaja è frutto di rigore e pazienza, doti che bisogna possedere per arrivare a questi livelli.
Ornina (Strada dell’Ornina 121, Castel Focognano)
La creatura di Marco Biagioli che con passione e determinazione ha portato questa piccola azienda ad alti livelli. Si lavora in biodinamica, e i vini sono un po’ come i “Casentinesi”, ovvero schietti e lunatici ma conquistano il cuore di chi ne scorge l’anima, come dicono a Ornina. Tra i vini di punta ci sono il Trigono, l’Ornina e Ornoir, ottenuto con il 100% di Pinot Nero Casentinese.
Cuna (loc.Civettaia, Pratovecchio)
Federico Staderini è un altro di quei nomi da segnarsi in agenda, se si vuole capire perché il Pinot Nero, nel Casentino cresce bene. Bisogna calpestare il suolo delle sue vigne per capire bene cosa vuol dire fare vino da queste parti. Anche qui si è scelto di fare biodinamica e il Cuna IGT è un cavallo di razza che da filo da torcere a tanti Pinot Noir d’oltralpe.
Macellerie
Macelleria Salumeria Fracassi 1927 (Piazza Giuseppe Mazzini 24B Rassina)
Quando si parla di “ciccia bona”, il nome che viene subito in mente è quello di Simone Fracassi, che da tempo da lustro al territorio con le sue carni pregiate come la Chianina e il Grigio del Casentino. Un macellaio che sa il fatto suo, che rifornisce i migliori ristoranti, e che va addirittura a fare formazione alle brigate, perché fare il macellaio è un arte antica, e saper riconoscere un animale e i suoi tagli di carne, e come trattarlo, è fondamentale. Una persona controcorrente, che ha avuto il dono della calma, dote che applica nel suo lavoro, e che quando una carne è finita, pazienza, si aspetta il periodo giusto per tornare ad assaporarla. Nella sua bottega a Rassina, troverete carni certificate di Razza Chianina, ma anche il rinomato Prosciutto del Casentino, Presidio Slow Food, il salame di Grigio del Casentino e tante altre prelibatezze.
Dove dormire
Camping Camaldoli (Località Camaldoli)
Per immergersi totalmente nella natura e respirarne i suoi profumi non c’è nulla di meglio che provare l’esperienza del campeggio. Vicino al Monastero di Camaldoli, il Camping Camaldoli è completamente immerso in un bosco di castagni secolari e offre piazzole, aree sosta camper, area barbecue ed è possibile affittare un bungalow o prendere una tenda a noleggio, se non la possedete. Inoltre all’interno del campeggio c’è il ristorante “Girarrosto”, (aperto anche agli ospiti esterni) dove gustare taglieri di salumi e formaggi, la schiacciata ripiena, hamburger, ma soprattutto la “carne allo spiedo”.
Borgo i Tre Baroni (Moggiona di Poppi)
Se cercate un luogo tranquillo e con vista panoramica, questo è il luogo adatto a voi. Piccole suite con giardino privato, Spa suite che racchiudono vasca idromassaggio e doccia sensoriale il tutto accompagnato da professionalità e competenza. Il piccolo Resort, è dotato di una piscina immersa nel verde con vista su Poppi, il Casentino e il Pratomagno, per rigenerarsi dalla fatica. Un luogo dove l’opitalità è sacra, c’è molta attenzione riservata alla clientela, e la colazione è un altro fiore all’occhiello: circondati da libri, messi a disposizione degli ospiti, si ordina alla carta salame e prosciutto del territorio, uova di galline “nostrali” e torte fatte in casa con marmellate di visciole e albicocche. Un vero e proprio paradiso per staccare dai ritmi della città e immergersi nella tranquillità di Moggiona.