Le guide di Agrodolce: dove mangiare giapponese a Roma
Roma è gremita di ristoranti giapponesi di tutti i tipi: per orientarvi, vi forniamo una guida per mangiare nipponico in città, dal ramen al sushi ai dessert.
Siamo ormai ben lontani dall’associare la cucina nipponica al nostro buon caro e vecchio amato sushi. Oggi avere voglia di mangiare giapponese può voler dire tante cose: può voler dire ramen, trattorie autentiche, ristoranti eleganti, street food o pasticcerie. un'offerta di gastronomia giapponese declinata in locali molto diversi Ma l’aspetto davvero interessante è che, qualsiasi voglia abbiate, troverete il giusto modo di soddisfarla. Roma ha esteso l’offerta della gastronomia giapponese declinandola attraverso locali molto diversi tra loro, ognuno con la propria personalità e il proprio tipo di cucina. Ecco che allora vi proponiamo una guida che, pur non promettendo di essere esaustiva – sicuramente mentre leggerete questo articolo staranno nascendo progetti di nuove aperture capitoline – vi darà una mano nell’ordinare le idee quando sarete indecisi se mangiare sushi, ramen o avrete semplicemente voglia di una merendina con dorayaki e tè matcha.
- Akira Ramen Bar (via Ostiense, 73). Tra l’offerta capitolina dei locali da ramen, spicca Akira specializzato nella preparazione dello Iekei ramen secondo la tradizionale ricetta risalente alla sua prima apparizione a Yokohama nel 1974 grazie all’estro creativo della famiglia Yoshimura. Composto da brodo tonkotsu e futomen (una tipologia di noodles molto più spessi), potrete gustare il vostro ramen seduti in uno dei moderni tavoli di legno immersi in un’atmosfera giovane e informale.
- MaMa-Ya (via Ostiense, 166/a). Qui la cucina del Sol Levante è affidata a una duplice sensibilità: quella generosa ed esuberante della chef argentina Mariana Catellani e quella più rigorosa del maestro Kotaro Noda. Il risultato? L’elaborazione di un menù che ha fatto del ramen e dei gyoza i suoi cavalli di battaglia. In questo ambiente semplice ed essenziale, frequentato soprattutto da giapponesi, tutti i piatti sono cucinati espressi, totalmente privi di glutammato di sodio e serviti direttamente dalla cucina a vista: vedrete sfilare zuppe di noodles fatti in casa, ravioli di carne o verdure e dolci a base di farina di riso, fagioli e tè matcha.
- Umami (via Veio, 45). Il ramen bar di San Giovanni, ideato da Marco Pucciotti e guidato da Giuseppe Milana, propone in realtà molto di più oltre al ramen. Il menu sciorina gyoza, takoyaki, bun farciti di maiale, yakitori. Notevole la selezione di sake.
- Hokusai Ramen (via Prenestina, 123). Anche per questo locale di Roma Est, il menu si estende oltre al ramen, disponibile in 7 versioni, dalle classiche (shoyu, shio, miso) fino alle più insolite come la jigoku, molto piccante. In carta si trovano anche okonomiyaki, gyoza, curry, tempura e yakitori.
- Sushisen (via Giuseppe Giulietti, 21/a). Molto più di un semplice ristorante: da Sushisen potrete scegliere tra due differenti tipologie di ambiente. Un’ampia sala con 44 posti a sedere e un’ambientazione più innovativa e originale caratterizzata dal kaiten, ossia il nastro rotante sul quale scorrono piattini monoporzione a base di sushi, sashimi e di ricette innovative. Eiji Yamamoto, chef di fama internazionale propone infatti eclettiche rielaborazioni dei piatti della tradizione: da non perdere gli uramaki ripieni di gamberoni in tempura, verza, zenzero, nocciole, miso giapponese, pistacchi; gli involtini di tartare di salmone con gambero, avocado, sesamo, e le sette spezie Shichimi.
- Sakana Sushi (via del Gazometro, 54). Nel cuore della movida del quartiere ostiense, da Sakana Sushi vi troverete di colpo immersi nella caratteristica atmosfera nipponica. L’ambiente particolarmente raccolto esige la prenotazione con un certo anticipo in qualsiasi giorno della settimana. La ragione sta nella cucina fortemente originale e creativa che prevede anche numerose opzioni vegetariane nella scelta dei nigiri – con melanzane, peperoni o verdure miste – e dei classici roll. Piatto distintivo del locale è però il chirashi, servito su una ciotola di riso, di solito coperto con del pesce, oppure con carne di maiale e cavolfiore coreano piccante. Per degustarlo potrete scegliere se mettere sopra della salsa di soia, mescolare e mangiare in un unico boccone il pesce con il riso, o se mangiare prima il pesce e la carne e terminare con il riso.
- Kiko Sushi Bar (piazzale del Verano, 90). Un riuscitissimo mix tra la tradizione della cucina giapponese e quella newyorchese affidato alle sapienti mani del maestro Atsufumi Kikuchi. Nello storico quartiere di San Lorenzo il Kiko Sushi Bar offre la possibilità di gustare le sue specialità sia al classico bancone del sushi bar che comodamente seduti ai tavoli della sala principale con circa 45 coperti, o ancora nell’esclusivo ed elegante spazio paradise con luci soffuse e pezzi di design tipico giapponese.
- Yoki (via di Priscilla, 105). Qui il kaiten, ossia il rullo trasportatore, è il vero protagonista del locale. Tutte le portate di sushi si possono mangiare servendosi direttamente dal bancone scegliendo tra vari tipi di formule: a cena per esempio è possibile ordinare due tipi di menu – da 20 o 25 euro – rigorosamente all you can eat. Ricordatevi però che tutto ciò che lascerete nel piatto andrà pagato. Date, quindi, la precedenza ai crudi e i carpacci sia di tonno che di salmone.
- Zenzero (via Flaminia, 573). Da Zenzero potrete scegliere tra il menu all you can eat o alla carta. Il servizio veloce e attento ai dettagli lo rende il luogo perfetto dove decidere di fermarsi a mangiare durante una veloce pausa pranzo. Provate l’Ebi tempura maki e non lasciatevi sfuggire le bowl preparate con riso, alghe e pesce. Da Zenzero troverete solo piatti semplici e genuini ben lontani dalle ricette sostanziose ed elaborate.
- Itoya (viale Regina Margherita, 164). Se siete dei veri appassionati di sashimi siete nel posto giusto. La specialità di Itoya sono i crudi preparati con un pesce di altissima qualità e freschezza: potrete scegliere tra salmone, gambero rosso, ventresca e capesante. Altro cavallo di battaglia da non perdere, sono i futomaki, i rotolini avvolti dall’alga nori e ripieni di riso.
- Hayashi (via Faleria, 36). In una tranquilla traversa della trafficata Appia Nuova, da Hayashi potrete vivere l’esperienza di una piacevole cenetta di quartiere. Il locale molto piccolo – con la possibilità di sedersi anche fuori – e la simpatia della proprietaria vi metteranno subito a vostro agio. Iniziate con gli antipasti scegliendo tra insalate a base di alghe, gyoza e deliziose polpettine di polpo (takoyaki); proseguite con un succulento piatto di noodles e completate con la selezione di sushi che ultimamente ha inserito nell’offerta anche una deliziosa varietà preparata con riso rosso integrale.
- Shinto (via Ludovisi, 39). Aperto nel 2006 da Antonello di Stefano, Shinto si distingue per un arredamento particolarmente moderno e all’avanguardia tanto da aver ottenuto importanti riconoscimenti nazionali sia per la cucina che per la location. Sotto l’aspetto gastronomico, oltre a poter assaggiare le specialità a pranzo e a cena, potrete vivere l’esperienza omakase, che in giapponese vuol dire “fidarsi del cuoco”: dovrete affidarvi all’estro creativo dello chef gustando le proposte del giorno preparate in diretta in modo scenografico e suggestivo.
- Sui Generis (via Giambattista Bassani, 13). Una scelta sui generis per l’appunto, quella portata avanti dal team tutto all’italiana di questo ristorante che propone una curiosa offerta di abbinamenti tra il sake e le ricette della cucina giapponese: Sui Generis offre dei percorsi di degustazione guidati che unisce il buon bere al piacere del cibo. Avrete, inoltre, la possibilità di assaggiare varietà poco conosciute di sakè, come lo Junmai, ottenuto dalla sola fermentazione di riso e acqua, senza l’aggiunta di alcool, perfetto per accompagnare i crudi.
- Zuma (via della Fontanella Borghese, 48). Una cucina giapponese di alto livello situata all’interno del lussuoso palazzo di Fendi in pieno centro storico. Zuma porta con sé le dimensioni di un progetto di vocazione internazionale proponendo piatti sia tradizionali che contemporanei elaborati dallo chef Rainer Becker e sotto la supervisione di Bjoern Weissberger. Il locale è suddiviso in tre luoghi: la cucina principale, il sushi counter e la Robata Grill, dove si cucina alla griglia e a carbone.
- Waraku (via Prenestina, 321/a). Nel cuore di una delle riscoperte periferie romane troverete questa trattoria giapponese dove assaggiare i piatti della tradizione popolare all’interno di un ambiente informale e minimalista. Il locale si compone di una sala interna con circa una cinquantina di coperti e uno spazio esterno perfetto da sfruttare già con l’arrivo della primavera. La cucina propone una vasta selezione di ramen, i buta kimchi (maiale) e i gyoza da sei pezzi per porzione. Tra i piatti più elaborati spiccano invece il pollo teriyaki, il wafu hambagu, un hamburger molto comune in Giappone, e le takoyaki, ossia frittelle di pastella con il polpo.
- Taki (via Dionigi, 56/60). Un luogo che potrete godervi in moltissime circostanze diverse: da un incontro di lavoro a una cena in compagnia di amici o una serata romantica. Taki è così, la sua duplice anima trasmette un’atmosfera non solo elegante e raffinata, ma anche semplice ed informale. Inoltre, nella proposta del menù, Taki si distingue per la vasta offerta di sakè, champagne e bollicine, selezionati da rinomati sommelier e abbinati a pietanze sia calde che fredde. Lasciatevi uno spazio per il momento del dolce e non perdetevi la Matcha Cake, una torta di pan di spagna farcita con chantilly al tè verde.
- Hasekura (via dei Serpenti, 27). Rispetto all’animosità del quartiere Monti, questo locale vi rapirà con la sua atmosfera elegante e rilassata: una leggera musica di sottofondo e un arredamento minimal fatto di qualche sgabello davanti al bancone dove viene servito il sushi. Di ispirazione essenziale è anche il menu con piatti ben lontani dalle stravaganti rivisitazioni occidentali: potrete scegliere tra le crocchette di dentice, nigiri di salmone, riso cotto a regola d’arte e fritti di tempura estremamente leggeri e digeribili. Quanto al sushi, assaggiate i California Roll con polpa di granchio, avocado, lattuga e maionese, e il negi-toro con battuto di ventresca di tonno rosso ed erba cipollina.
- Doozo (via Palermo, 51-53). Doozo offre un’esperienza totalizzante, a metà tra quella culinaria e artistica. Sarà la vicinanza con il Palazzo delle Esposizioni, fatto sta che lo chef, proveniente da Tokyo, ha deciso di creare un’ambientazione molto simile a quella di una galleria d’arte dove gustare un’ampia selezione di sushi. Potrete provare il menu degustazione tradizionale kaiseki, composto da tante piccole portate, oppure optare per la tempura insieme all’yakizakana (pesce cotto alla griglia) e marinato in salsa teryiaki o in salsa di soia.
- Hamasei (via della Mercede, 35). Precursore del boom della cucina giapponese, l’apertura di Hamasei risale a ben 60 anni fa in pieno centro storico, a metà strada tra Piazza di Spagna e Fontana di Trevi. A far da padrona la tradizione, quella autentica, con ricette un po’ desuete rispetto a quelle più note. Non perdetevi l’esperienza del tipico pasto kaiseki, anticamente servito durante la sacramentale cerimonia del tè: si tratta di un menu alquanto frugale composto da una zuppa, tre contorni e del riso, cucinati con ingredienti freschissimi e di stagione.
- Somo Restaurant (via Goffredo Mameli, 5). Da Somo è riduttivo parlare di atmosfera giapponese perché l’intenzione è quella di creare – nel cuore di Trastevere – un ambiente che parli di oriente a 360 gradi. Il progetto, realizzato dall’architetto spagnolo Elena Piulats, unisce elementi ricercati e sofisticati creando un particolare connubio tra statue del Buddha, legni, drappi e tessuti. E anche il menù non sfigura di fronte a così tanta eleganza: Somo propone una cucina fusion di piatti rivisitati attraverso l’utilizzo di ingredienti nostrani, pur mantenendo l’impianto base delle ricette del Sol Levante.
- Leo’s Gyoza Factory (via Pellegrino Matteucci, 15-17). Il paradiso dei ravioli: Leo’s Gyoza Factory riprende il tipico format dello street food nato in Giappone proponendo un menu composto quasi soltanto da ravioli. Il locale, arredato in stile moderno con le tonalità calde e luminose del legno, offre dalle versioni classiche di ravioli ripieni di carne, pesce o verdure, a quelle più particolari in versione vegan. E ancora: troverete golose zuppe di gyoza con ravioli ripieni di maiale serviti in brodo di pollo, e personalizzare la vostra scelta tra l’opzione fritta o alla piastra. Per completare il piatto avrete a disposizione numerose salse, come la negi sesame o il miso.
- Hiromi Cake (via Fabio Massimo, 31). Se volete concedervi una pausa a base di dolci specialità nipponiche, Hiromi Cake è la scelta giusta. Si tratta della prima pasticceria giapponese aperta in città da tre donne, tra cui la pastry chef da cui il nome del locale. Ci sono pochi posti a sedere e un bancone dal quale potrete seguire in diretta la preparazione dei vostri dolci. Tra le specialità più apprezzate ci sono i mochi, polpettine di riso con le guarnizioni più fantasiose e i dorayaki, dall’impasto simile a quello dei pancake con un ripieno di confettura di fagioli rossi. Ogni dolcetto inoltre potrà essere accompagnato da una vasta selezione di tè matcha preparati nei modi più diversi.