10 mete food in Veneto da provare quest’estate
Il Veneto è una ragione con una cucina ben codificata e numerosi ristoranti dove vale la pena sostare. Agrodolce ve ne consiglia 10 tra i più gettonati.
La cucina veneta è basata su sapori delicati che la rendono raffinata e unica. La conformazione fisica del territorio e le influenze storiche caratterizzano il profilo gastronomico di ogni sua provincia: nella zona costiera il pesce e i crostacei sono gli indiscussi protagonisti della tavola; la fascia della pianura e delle colline è caratterizzata dall’uso di carne (bovina, suina e da cortile); mentre la parte montana, ricca di pascoli, è la patria di apprezzatissimi formaggi. Di non minore importanza sono i prodotti degli orti, le erbe spontanee primaverili, il riso, nella varietà Vialone Nano, e il mais per l’immancabile polenta. Agrodolce vi propone 10 tra i ristoranti più gettonati nel Veneto.
- Antica Osteria da Cera (via Marghera, 24 – Lughetto, Venezia). A conduzione familiare, il ristorante è situato in un tratto della campagna che va da Venezia a Chioggia. Nato circa quarant’anni fa con cicheti di pesce fresco fritto e ombre de vin, da una quindicina d’anni è stato rinnovato e vanta, oltre alle 2 stelle Michelin, il titolo di uno dei migliori ristoranti di pesce del Nord Italia. La cucina proposta è quella veneta di mare che esalta la materia prima senza stravolgere la semplicità della tradizione. Il servizio in sala è impeccabile e la cantina offre una selezione di vini eccellenti con servizio al calice in abbinamento al piatto.
- Storie d’Amore (via Desman, 418 – Borgoricco, Padova). Non lontano da Padova, il ristorante è stato aperto nel 2008 da un progetto del maître Massimo Foffani e dello chef Davide Filipetto. Innovazione e creatività per una cucina totale, come la definisce lo chef: dal pane ai dolci, passando per i piatti principali, tutte le preparazioni sono totalmente curate nei minimi particolari e basate sull’uso di prodotti freschi, di stagione e a km 0, a volte anche raccolti o allevati direttamente nell’orto e nel cortile del ristorante. Il locale è accogliente e raffinato e la carta dei vini conta una lista di etichette che accontentano anche i palati più esigenti.
- Il Calandrino (via Liguria, 1 – Sarmeola di Rubano, Padova). Aperto tutto il giorno e tutta la settimana , il locale è l’alternativa economica al tristellato ristorante Le Calandre dello chef Massimiliano Alajmo, che gode di fama nazionale e internazionale. Nella struttura adiacente al ristorante, il bistrot gourmet offre una delle più buone colazioni di Padova, con una vasta gamma di piccoli lievitati e alta pasticceria assieme a uno dei migliori caffè del mondo, quello del torrefattore bustocco-veronese Gianni Frasi. Il bar è aperto a tutte le ore con i suoi aperitivi, cocktail, snack e cicheti. A pranzo viene servito un menu fisso, che varia di giorno in giorno, a base di piatti preparati con gli stessi ingredienti in uso alle Calandre, mentre per la cena il menu alla carta e a degustazione è più elegante. La qualità del cibo e dei vini è ampiamente oltre l’eccellenza e tutte le preparazioni portano la firma del grande Max Alajmo. Il sevizio è cortese e professionale.
- La Peca (via Alberto Giovannelli, 2 – Lonigo, Vicenza). Nasce nel 1987 come piccolo ristorante che racchiude nel nome le tradizioni della famiglia Portinari e della terra in cui sono nati e cresciuti. Peca, nel dialetto del vicentino, significa impronta, come quelle che i fratelli Pierluigi, maître, e Nicola, chef, erano soliti lasciare da bambini sul tavolo di cristallo del salotto in una sorta di gara. Peca è quella che, a distanza di molto tempo, gli stessi fratelli lasciano continuamente nella ristorazione gourmet italiana con la loro cucina di gran classe, dove ogni dettaglio è curato con minuziosa attenzione. Una menzione speciale va a Cinzia Boggian, moglie di Pierluigi, per la creatività nell’ideare e preparare con le sue mani gli originali centrotavola e gli oggetti appesi alle pareti, che danno una spiccata nota artistica alla sala. La cantina ha ricevuto il riconoscimento di Cantina dell’Anno nel 2009.
- Casin del Gamba (via Roccolo Pizzati, 1 – Altissimo, Vicenza). È un antico casino di caccia in mezzo ai boschi quello che ospita il ristorante della famiglia Dal Lago. La cucina, curata direttamente dallo chef e proprietario Antonio, è frutto di una minuziosa ricerca e applicazione di tecniche sempre più innovative. I piatti seguono la cronologia delle stagioni e sono basati su prodotti del territorio, erbe spontanee, funghi e selvaggina sia di pelo che di piuma. L’accoglienza in sala è affidata a Daria; Luca, il figlio, si occupa della cantina fornita sia vini prodotti da grandi firme che da piccoli produttori locali. Nel 1992 il Casin ha ottenuto la stella Michelin.
- Aqua Crua (piazza Calcalusso, 11 – Barbarano Vicentino, Vicenza). “L’acqua: simbolo di trasparenza, origine della vita. L’essenza che si fa materia. Cruda, naturale, senza filtri“: è così che definisce il suo ristorante il giovane chef Giuliano Baldessari, con esperienze varie in giro per il mondo, già sous-chef di Massimiliano Alajmo alle Calandre. Dalla sua cucina a vista escono piatti che coinvolgono il palato in un percorso degustativo di spessore. Le eccellenti materie prime sono trasformate in piatti innovativi e ricchi di sapori e aromi. Un occhio di riguardo anche per vegani, vegetariani e intolleranti al glutine. Lo staff è tutto altamente qualificato e la cantina conta una lista di vini di qualità superiore. È il caso di dire: è nata una stella.
- Damini e Affini (via Generale Cadorna, 56 – Arzignano, Vicenza). La filosofia del buono e sano è la corrente di pensiero che lo chef Giorgio Damini adotta per esprimersi in cucina. Il menu cambia continuamente e tutti i piatti sono frutto di un minuzioso studio degli ingredienti che devono essere rigorosamente stagionali, con la carne protagonista indiscussa delle ricette dello chef. Da provare la battuta al coltello, tritata a mano e servita al naturale, condita con due tipi di sale, olio extravergine di oliva e un filo di aceto balsamico tradizionale di Modena. A cena il menu si arricchisce con piatti particolarmente ricercati che traspirano passione. Molto fornita è l’enoteca con oltre 900 etichette selezionate tra piccoli produttori e un angolo dedicato alle birre artigianali, seguita dal fratello Gian Pietro.
- Confusion Lounge (via Ponte Nuovo, 9 – Verona). Locale fashion per una cucina fusion caratterizzata da piatti di altissimo livello a base di pesce. L’arte gastronomica giapponese si interseca con quella italiana attraverso i menu preparati a quattro mani dagli chef Italo Bassi (chef anche dell’Enoteca Pinchiorri di Firenze) e Masaki Hinoguchi, giapponese, che propone una cucina ricca di contaminazioni soprattutto orientali. Il locale, aperto dalle 7 di mattina per le colazioni alle 2 di notte per gli after dinner, è suddiviso su due livelli: al piano superiore si trova il Lounge, composto da una confortevole sala con camino; in quello inferiore c’è la caffetteria per le colazioni e la cucina a vista, vera punta di diamante del locale. Il personale è cordiale a molto preparato.
- Perbellini (via Muselle, 130 – Isola Rizza, Verona). Dal 1989 Giancarlo Perbellini, assieme alla moglie Paola, gestisce il ristorante di famiglia. Di collaudata esperienza, lo chef utilizza prodotti stagionali del territorio che propone in un crescendo di sapori tra il tradizionale e l’innovativo, trasportando il cliente in un’esperienza sensoriale unica. La sua è una cucina creativa che coniuga al meglio qualità ed eleganza. L’accoglienza è ottima e il personale di sala, seppur giovane, è impeccabile e cortese. Particolare nota di merito spetta alla pasticceria e alla cantina.
- Laite (Borgata Hoffe, 10 – Sappada, Belluno). È dal 1990 che Fabrizia Meroi e Roberto Brovedani, compagni nel lavoro e nella vita, sono entrati a far parte della ristorazione che conta: dapprima con il Keins poi con il Laite, il loro prato fiorito (dal dialetto sappadino), che ha aperto i battenti nel 2001. Il ristorante offre un’esperienza gastronomica di alto livello, con piatti creativi che valorizzano i prodotti del territorio e menu che seguono le quattro stagioni. La cucina è seguita da Fabrizia, insignita dalla guida dell’Espresso del titolo di cuoca dell’anno nel 2013; della sala e della cantina si occupa Roberto.
- IMMAGINE
- Osteria Cera
- Il Calandrino
- Ennio Calice