Ecco cos’è l’Amasake e come si produce anche a casa
Amasake, o Amazake, significa “amore dolce”, è un dolcificante naturale dalla consistenza gelatinosa e viene dal Giappone.
Tra i dolcificanti naturali, una valida alternativa allo zucchero tradizionale, ce n’è uno che viene direttamente dal Giappone. Si chiama amasake, o amazake, che significa “amore dolce”, ha la consistenza di una crema gelatinosa tra il grigio e il beige e nel paese del Sol Levante viene utilizzato (soprattutto) durante la stagione invernale.
Che cos’è l’amasake
Conosciuto fin dall’antichità proprio nei paesi orientali, dove si consuma abitualmente, l’amasake si ottiene tramite fermentazione del riso e di altri cereali, come miglio e avena. Questa fermentazione avviene grazie all’attività di un microorganismo, il fungo kōji.
Il kōji
Fungo filamentoso, una muffa in effetti, l’Aspergillus oryzae, cioè il kōji, è stato domesticato già 2mila anni orsono. In molte cucine dell’Asia orientale viene comunemente usato come fermentante naturale. È lo stesso, infatti, che viene utilizzato nella produzione del sake o del miso, della salsa di soia, ma anche nel makgeolli coreano. È importante a tal punto che, nel 2006, la Brewing Society of Japan lo ha insignito del titolo di “fungo nazionale”.
Le ricette giapponesi
In Giappone l’amasake viene utilizzato per preparare una bevanda calda, nutriente e riscaldante, durante l’inverno. La pasta dolcificante viene diluita con il doppio del suo volume di acqua, quindi riscaldata sul fuoco ed eventualmente perfezionata con una scorza di limone o zenzero.
Come si prepara l’amasake
Nonostante si trovi già pronto nei negozi specializzati, prepararlo in casa è piuttosto semplice. Servono soltanto 1 litro d’acqua, 500g di riso e 250g di fungo kōji. Dopo aver cotto il riso in acqua bollente per un’ora circa, si lascia freddare fino a intiepidirlo, quindi si aggiunge il fungo e si mescola bene. Il riso dovrà fermentare per 24 ore a temperatura ambiente, poi l’amasake sarà pronto e dovrà essere conservato in frigorifero in barattoli di vetro chiusi, per un massimo di due settimane. Se si preferisce una consistenza più liscia, visto che naturalmente risulta granulosa, si può frullare.
Come usarlo
Più digeribile e meno calorico rispetto allo zucchero tradizionale – si parla di circa 150kcal per 100g – si può tranquillamente utilizzare per la preparazione di bevande calde ma anche budini e gelati. Vista la sua consistenza, è peraltro piuttosto indicato per i dolci al cucchiaio.