Elementare Parco Appio, una vera trattoria romana
Ha aperto nel parco Appio di Roma una trattoria con i sapori di una volta, L’Elementare. Antipasti, primi e secondi, c’è solo l’imbarazzo della scelta.
“Siamo una vera trattoria romana, popolare e schietta, senza fronzoli né ripuliture… tutta manico e sostanza”. Così si presenta sui social Trattoria Elementare che dal primo giugno ha aperto le porte al fresco di Parco Appio. Una nuova arrivata nella super squadra del progetto gastronomico che già la scorsa estate aveva catturato l’attenzione del pubblico.
L’importanza della figura dell’oste
In questo spazio polivalente, di fronte alla fonte Egeria, in un’area separata ma vicina all’omonima pizzeria, con coperti dedicati, si è deciso quest’anno di sviluppare anche il format della trattoria, perché, nella vita, non si vive solo di fine dining. E ce lo ricorda bene Federico Feliziani, la giovane e vulcanica mente dell’intero progetto che ha voluto fortemente il ritorno, al centro della scena, della trattoria e della figura dell’oste. Un oste che dialoga con l’ospite in uno stile scanzonato, votato a quella socialità ruvida e quotidiana che fatica a farsi sentire oggigiorno.
Intorno a tavolate spesse, rigorosamente provenienti da materiali di risulta – perché Parco Appio vuole essere un riferimento per la sostenibilità e il ridotto impatto ambientale – imbandite e accalcate di sorrisi, brindisi e forchette. Quelle stesse tavolate pronte ad accogliere birre artigianali, vini naturali e soprattutto assaggi che trasudano genuinità. In una zona nevralgica nel cuore di Roma – tra Appia Antica, Ardeatina, Parco della Caffarella e Appia Pignatelli – la Trattoria Elementare di Parco Appio si pone come una comfort zone d’eccezione, vera e verace, che spara a raffica dalla sua cucina una batteria di piatti sostanziosi e a pochi euro dalle 19 fino a chiusura.
Le proposte nel menu
Come in ogni trattoria che si rispetti non si da fiato alla bocca che zittisce subito con un benvenuto per principiare a base de er prosciutto marinato offerto da noi. Dolce e sapido che stimola all’ordine dell’intero menù fatto di proposte sempre verdi e di fuori carta occasionali. Tornano a galla le tante tradizioni domestiche della cucina capitolina con antipasti come le polpette di bollito e quelle della nonna che imbrattano matematicamente ogni centimetro di superficie corporea come anche la picchiapò – ricetta di recupero del lesso di carne – qui servita su una fetta erta di pane bruscato.Qui comanda la tradizione E dopo le polpette e le bruschette non possono mancare tra gli antipasti le fritture, di fiori di zucca, baccalà e miste “di tutto quello che se po’ frigge fresco di giornata”. Non si lesina sulla materia prima, la stessa usata in pizzeria, e lo si dimostra con l’antipasto all’italiana con i prodotti della tenuta agricola Il Radichino quali salumi da allevamento semibrado e formaggi a latte crudo accompagnati, per sgrassare, dai fermentati della casa e dalla focaccia di Mirko Rizzo uscita fumante dalla pizzeria adiacente. E a ribadire la fedeltà e la ricerca di prodotti agricoli di spessore, a suon di fraschetta, il martedì si può provare anche la porchetta di Vitaliano Bernabei, una leggenda nel campo.
La pasta
Sul fronte carboidrati si va dritti al punto, con tonnarello cacio e pepe, mezza manica alla carbonara e rigatone alla pajata: un autentico trattato di sapori arcaici che ogni avventore di Parco Appio dovrebbe avere tatuato nel DNA. Piatti volgari nel senso più positivo del termine, antichi nel gusto, dolci nel profondo. E se si vuole evitare lo schiaffo sapido del pecorino si può optare per lo spaghettone Mancini ajo, ojo, alici e pangrattato o per la lasagna der contadino con misticanza provola affumicata, mozzarella e parmigiano. E comunque, come in ogni Trattoria con la T maiuscola, ci sono anche le mezze porzioni.
Non c’è trattoria senza contorno e senza secondo
Spinaci “buro e alici”, agretti al limone, cicorietta, patate scaraventate ustionati nelle ciotole e nei piatti più vintage possibile, ricercati con perizia ossessiva personalmente da Federico. E se non c’è trattoria senza contorno, non c’è contorno senza secondo: saltimbocca alla romana, pollo con i peperoni e poi? Carne alla brace, solo su ordinazione la Domenica come non ci fosse un domani.
E tra talk, musica, presentazione di libri e dischi, spettacoli, c’è sempre posto anche per un dolce. Tiramisù, dolci del giorni, frutta “de stagione” piombano a tavola raccontando a gran voce l’amore per il cibo nella sua forma più libera e ribelle all’interno di un luogo che non vuole essere solo ristorante ma vita, intrattenimento a trecentosessanta gradi. E se si vuole portare a tutti i costi un pezzo di Elementare a casa c’è anche l’asporto mentre a pranzo l’offerta si riduce al Natural Bar.