Epic fail: la cena del primo appuntamento
La cena del primo appuntamento è un campo minato pieno di insidie: ecco i 7 maggiori epic fail in cui cercare di non incappare.
Tremori, rossori… i primi appuntamenti sono costellati di sorprese. Ci chiediamo di continuo cosa starà pensando l’altro, se vivrà le nostre stesse emozioni. C’è chi riesce a metter da parte tutto e si gode la serata, mentre altri o favoleggiano fino al termine dell’universo (“Ci sposeremo, avremo otto figli, sei nipoti, una barca che si chiama come mia nonna, un canarino sordo e giocheremo a briscola nel centro anziani fino a cent’anni”) o cadono nel gorgo dell’ansia (“Non gli piacerò, mi sposerà ma non mi amerà, divorzieremo, vagherò sola con la ricrescita per una casa enorme e piena d’eco”). la cena del primo appuntamento è una sorta di misteriosa vertigine che potrebbe finire in ogni modoLa cena del primo appuntamento è una sorta di misteriosa vertigine che potrebbe finire in ogni modo: potresti incontrare il pervertito da 50 sfumature, la pazza maniaca che la sera stessa si trasferisce da te, un uomo bello e simpatico che ti sposa per avere la tua pensione, ma anche l’amore della vita, il ricordo migliore della giovinezza, il partner perfetto per una cugina che volevi sistemare, il padre dei tuoi figli o dei figli di un’altra. I primi appuntamenti sono anzitutto un meraviglioso catalogo di aneddoti; tutto quello che succede, viene raccontato per generazioni e tramandato ai posteri, aumentando tanto l’ansia dei futuri primi appuntamenti, quanto l’incredibile fascinazione. Se siete fan di Sandra Bullock, immaginate già che a un primo appuntamento si può cadere in un tombino, sventare un attacco terroristico, incontrare i suoceri, dare fuoco al partner; ma ecco almeno altri 7 epic fail da evitare.
- Vestirsi con troppe aderenze. A ogni primo appuntamento ci si vuole tassativamente sentire belli e impossibili, per questo ci si strizza nei vestiti più aderenti che la storia abbia saputo fabbricare, ci si inguaina in fodere lucenti che dovrebbero rilevare i nostri punti di forza, ci si trucca e atteggia tanto che al confronto la Parietti è una donna acqua e sapone che non ha mai ammiccato nella vita. Ovviamente, tale outfit risulta perfetto sulla foto di Instagram ma completamente incompatibile con la vita vera: alla prima nocciolina, iniziano a crearsi bolle d’aria; dopo un bicchiere di prosecco, le parti del corpo cominciano a cambiarti posizione; quando ti siedi, tutto preme sui polmoni; già solo mentre ordini l’antipasto, senti che stai per trasbordare. Volevi essere Nicole Kidman agli Oscar ma al massimo riesci a somigliare a Emma a Sanremo; per gli uomini, che mirano inevitabilmente a David Beckham, il risultato è sempre uno: Renato Pozzetto, Sette chili in sette giorni.
- Trovarsi al tavolo con chi ha già mangiato. Che sia per l’ansia di doversi sfamare in pubblico o perché a casa nonna ha sfornato il ciambellone, potrebbe capitarvi di portare a cena un partner che prima di uscire ha già mangiato. In questo caso, tu ordini e l’altro guarda, tu mangi e l’altro aspetta, tu scegli e l’altro commenta, tu lecchi il fondo del piatto e l’altro scrive su Facebook a un’amica che non vede dal nido. È un precipizio che non ha rimedio: la prossima volta siate più chiari sull’appuntamento (tra i balbettamenti, scandite bene la parola CENA, in fono è solo un bisillabo), oppure sperate di incontrare un invitato così grazioso che, se anche ha mangiato, rimangia; in quel caso, fate subito le pubblicazioni di matrimonio.
- Non pensare bene a ciò che si mangia. Vestiti carini, capelli splendenti, anelli, bracciali; sedersi insieme al ristorante, bere così tanto da dimenticare il proprio nome; parlare dell’infanzia, del futuro, di aneddoti buffi e tragici che ci hanno cambiato la vita. Scenario perfetto che può in ogni momento essere sabotato da: cicoria (che resta tra i denti), cipolla (che resta per sempre), aragosta (visto che non sai tagliare nemmeno i tramezzini), minestra di lenticchie (effetto risucchio), minestra di fagioli (effetto gonfiore), bucatini (macchieresti il vestito anche della signora che sta al ristorante nella via accanto), pesto (che l’unto te lo ritroverai pure all’anniversario di matrimonio). Quando ordini, non forzarti per fare bella figura, però un paio di accorgimenti tienili a mente.
- Non scegliere con cura il ristorante. L’errore più scontato è questo: scegli quel ristorante carino, gradevole, abbastanza economico; ci si mangia bene, c’è parecchia scelta; i dolci li fanno loro, la musica non è troppo alta, la sala è accogliente, il cameriere discreto. Soltanto quando ti siedi ricordi che tutte queste considerazioni, nello stesso ordine, le faceva il tuo ex, che ti ha portato lì per il primo appuntamento e che, dopo averti vergognosamente lasciato, ora è lì, al primo appuntamento, con un’altra persona che vorresti strozzare, mentre la persona che hai portato tu, ignara di tutto, sparisce nel vortice delle tue relazioni irrisolte. Meno grave, ma ragionevolmente imbarazzante, è scegliere il posto che ti consigliano sempre i tuoi zii, che ora sono a cena lì, festeggiano il loro anniversario e augurano 35 anni di matrimonio a te e al tuo accompagnatore, vi fotografano, scelgono le bomboniere. Per dirla in breve, quando vi occupate del ristorante, premuratevi di selezionare un luogo in cui a nessuno possa venire in mente di unire il tavolo.
- Esagerare con le confidenze. C’è un momento, passati i primi imbarazzi, spesso quando il cameriere serve il secondo, in cui a uno dei due (di solito, quello che pareva più controllato), viene in mente di raccontare tutto di sé, scoperchiare l’abisso e non lasciare il più vago spazio all’immaginazione. Influenzati dai tanti film con Jennifer Aniston in cui lei, alla fine, rimedia comunque una relazione degna di nota, questi individui pensano di poterti affibbiare ogni loro complesso in virtù del fatto che apprezzerai la loro sincerità. Sono quelli che pensano: “Meglio che lo sappia subito: io sono così”. Risultato: la bistecca ti va di traverso, scopri cose sull’essere umano che ti fanno sognare la vita solitaria del guardiano di faro, hai così tanta voglia di chiuderti in convento che paghi la cena e chiami un taxi ancor prima che il cameriere possa proporti un dessert.
- Non pagare (o pagare). Pagare è un problema, sempre; lo scoglio più grande di ogni appuntamento, figurarsi del primo. Se è vero che normalmente deve offrire l’uomo e, se non lo fa, schiere di romantiche potrebbero unirsi in un pianto da far straripare il Nilo, è vero anche che certe femministe non accettano di essere considerate il sesso da proteggere e coccolare; ma altre femministe pretendono invece di essere rispettate nella loro supremazia, ma sedotte (quindi, il conto lo deve pagare l’uomo, eccome); la situazione si complica tra uomo e uomo: chi paga? E tra donna e donna (specialmente se si tratta di due femministe di stampo diverso)? Il Galateo, in proposito, non ci aiuta: da prontuario dei reazionari, generalmente contempla solo relazioni tra maschi avvocati e femmine casalinghe col grembiule in piedi davanti al forno. Si può risolvere con un ecumenico “paga chi invita”.
- Non fare la prova della doggy bag. Gli avanzi per alcuni non sono soltanto una passione, ma un caposaldo: si vive di microonde e scarti mischiati. La prova della doggy bag ci aiuterà a stabilire se il partner è giusto per noi o se stiamo sprecando tempo con qualcuno che non ci capirà mai. A metà della cena, quando i piatti sono ancora pieni perché siamo amabilmente coinvolti in una stuzzicante conversazione, chiederemo al cameriere di incartarci quel che resta. Se il partner si dimostra seccato, turbato o addirittura inorridito, possiamo con disinvoltura cancellarlo dalla rubrica e dalla nostra vita; se apprezza e anzi aggiunge avanzi da incartare (e da mangiare a fine serata sul lungolago mentre ci si sfiorano le mani), è fatta: siamo fidanzati.