Frutta secca: quale e quanta ne possiamo mangiare?
La frutta secca è una preziosa alleata della nostra salute. Tuttavia, è importante consumarla nelle giuste quantità individuando anche la tipologia più adatta a seconda delle esigenze personali. Se avete dei dubbi, leggete qui e vi sarà tutto più chiaro.
La frutta secca fa bene, anzi benissimo. Questa è una frase che si sente ripetere spesso e che corrisponde a un dato di fatto. Importante fonte di sostanze benefiche per il nostro organismo, in primis proteine, sali minerali, fibre, Omega-6 e Omega-3, vitamine del gruppo B e vitamina E, consumare frutta secca è un’ottima idea. Ma quale prediligere? E soprattutto: quanta mangiarne?
Fare le differenze
Se è vero che tutte le tipologie di frutta secca possiedono ottimi valori nutrizionali, bisogna anche sottolineare che tra l’una e l’altra ci sono delle differenze di cui bisognerebbe sempre tener conto. Innanzitutto, per quanto riguarda il contenuto calorico. Molto o poco, dipende dai casi. Chi segue una dieta dimagrante, per esempio, deve sapere che la frutta secca più indicata sono le castagne: 100 grammi equivalgono a circa 300 calorie. Le arachidi (che in realtà sono leguminose ma vengono ormai considerate frutta secca) sono infatti molto più caloriche. Sempre 100 grammi contengono circa 580 Kcal. Come anche i pinoli e le mandorle, che si assestano invece sulle 600 calorie, le noci con cui si sale a 650, quelle di macadamia con cui si arriva a 700 e le pecan che contano infine a 725 kcal.
Ma è bene non pensare solo alle calorie ma tenere invece conto anche dei punti di forza di ciascuna varietà. Gli anacardi, per esempio, aiutano a contrastare i problemi alle articolazioni e proteggono il cuore. Le arachidi riducono l’assorbimento del colesterolo cattivo, come le mandorle. Che a loro volta contribuiscono alla prevenzione delle patologie cardiovascolari. Le castagne favoriscono una buona funzionalità intestinale mentre le noci stimolano la diuresi. Inoltre, l’hanno dimostrato diversi studi, possiedono proprietà antitumorali. Pistacchi e pinoli possono essere utili invece in caso di anemia e ritenzione idrica.
Le giuste quantità
Fare la differenza in termini calorici e individuare il tipo di frutta secca più adatto, quindi, è importante. Ma lo stesso dicasi per la regola generale, l’indicazione che trova tutti i nutrizionisti d’accordo, per cui sarebbe opportuno consumare frutta secca ogni giorno. A conferma di ciò, l’OMS – Organizzazione Mondiale per la Sanità – l’ha inclusa nell’elenco degli alimenti consigliati per una vita sana. Tuttavia, è fondamentale rispettare la porzione giornaliera ideale pari a 20-30 grammi. Che diventano 10, al massimo 15 grammi per chi deve perdere peso.
Quando mangiare la frutta secca?
Un ottimo momento per mangiare la frutta secca coincide di sicuro con la colazione, proprio per fare il pieno di energia. Ma va benissimo anche consumarla come spuntino a metà mattina o a metà pomeriggio. Questo perché aiuta – tra l’altro – a non arrivare troppo affamati all’ora di pranzo o di cena. Gli esperti raccomandano inoltre di non mangiare frutta secca la sera perché potrebbe risultare poco digeribile e coincidere anche con un plus controproducente di calorie.
Infine, attenzione alle allergie
La frutta secca fa bene, sì, ma può anche causare violente reazioni allergiche. Per quanto riguarda l’Italia, ciò accade soprattutto nel caso delle nocciole. Per fortuna, l’allergia a un determinato frutto secco non si traduce nell’allergia a tutti gli alimenti di questo tipo. Ma è consigliabile fare gli opportuni accertamenti.