Cose di Anteprima che mi hanno colpito
• 13 Maggio 2015 14:19
Siamo stati alla 14ª edizione di Anteprima Vini della Costa Toscana a Lucca: ecco le cose che ci hanno colpito di più della manifestazione.
Sono state due giornate molto intense, quelle della 14ª edizione di Anteprima Vini della Costa Toscana a Lucca il fine settimana appena passato: banchi d’assaggio, laboratori di degustazioni, showcooking, negli ampi spazi del Real Collegio, che hanno consentito un’adeguata fruizione della manifestazione, senza assembramenti, con la possibilità di provare e degustare nei tempi adeguati. E dunque complimenti all’organizzazione. Un primo bilancio, principalmente legato ai vini ci porta a fare alcune considerazioni sulle cose che più ci hanno stimolato.
- Una maggiore leggerezza. Degustando in primeur l’annata 2014, ma anche le ultime in commercio, la cosa che risaltava nettamente era quella di un auspicato alleggerimento dei vini: freschezza, note fruttate pulite e croccanti, tutte al servizio di bevibilità e piacevolezza dei vini. Quasi impietoso il confronto con l’annata 2005, per la quale sono stati organizzati due laboratori: concentrazioni, anche nel colore, eccessive, legni piccoli a farla da padrone, vini stanchi e difficili da bere. Sembra passata un’era geologica e invece sono passati solo 10 anni, ma il cammino verso la scorrevolezza di beva, senza rinunciare alla complessità sembra irreversibile. Certo ancora a Bolgheri e nel grossetano resistono prodotti legati al passato, ma spostandoci verso il pisano e il lucchese, soprattutto in quest’ultimo, molti vini ci hanno particolarmente colpito.
- La crescita dei vini lucchesi. È stata veramente una bella sorpresa, soprattutto provando l’annata 2014 in anteprima a bottiglie coperte, scoprire gli assaggi più interessanti venivano dalla provincia di Lucca: l’austero Urlo di Lupo di Tenuta Maria Teresa, uvaggio di Sangiovese, Cabernet, Merlot e Syrah; la tagliente salinità del Brania delle Ghiandaie dell’azienda Colleverde, a maggioranza Sangiovese, con uve convertite al biologico; la propulsiva eleganza del Segreto Rosso, Merlot 100%, di Tenuta Mariani. E su tutti Tenuta di Valgiano e l’ononimo vino: propulsore dei vini di qualità in zona, in biodinamica sin dal 1999, ci ha colpito sia con l’anteprima del 2014, ancora ispida, ma già con tutte le stimmate del grande vino, che nella verticale di dodici annate dal 1999 al 2010. In particolare per la resa in annate ritenute minori quando non infelici: la freschezza del 2005 e la gastronomicità del 2003 sono stati fra i migliori assaggi di Anteprima Vini 2015.
- I bianchi. In una manifestazione sui vini toscani, i bianchi, come è normale che sia, hanno un ruolo, meno importante, quando non secondario, ma qui si trattava di vini della costa e questo fa la differenza. A partire dal sempre più importante produttori dell’Isola d’Elba. Intenso e saporito il Vermentino Bianco delle Ripalte 2014 di Tenuta delle Ripalte, così come hanno confermato la loro qualità i vini di Cecilia: di beva invitante l’Elba Vermentino, secco, sapido, verticale l’Elba Ansonica, entrambi del 2014. Ma il top, ormai non solo regionale, è Terenzuola. Ivan Giuliani,quasi ai confini con la Liguria, produce due bianchi straordinari: nelle versioni 2014, sia il Colli di Luni Vermentino Vigne Basse che il Fosso di Corsano, hanno entusiasmato con la mineralità pirica, la freschezza, la complessità, che sembra quasi di stare a Meursault.
- I vini delle coste del mondo. E a proposito di vini stranieri, ogni anno un capitolo è dedicato ai vini delle coste del mondo: quest’anno avrebbe dovuto essere dedicato a Bulgaria, Croazia e Grecia, ma problemi organizzativi hanno impedito che ci fossero i banchi d’assaggio, ma non il laboratorio dedicato a Croazia e Bulgaria. E proprio di quest’ultima ci ha colpito un produttore, Borovitza, che, aldilà di bianchi un filo didascalici, ha proposto una bollicina, 18 mesi sui lieviti, da Chardonnay e Dimiat (un’uva locale), che ha veramente colpito per spontaneità, naturalità e freschezza.
- Gli showcooking. E, last but not least, il cibo. Quattro show cooking (Mauro Colagreco per motivi familiari non è potuto essere presente) da Marcello Leoni ad Aurora Mazzucchelli ai giovani emergenti Oliver Piras e Alessandra Del Favero. Ma dovendo parlare di uno, non si può fare a meno di soffermarsi su quello di Valeria Piccini: era domenica, festa della Mamma, e lei che fa una cucina materna come poche, l’ha allietata cucinando cuore, piedini di maiale e il suo strepitoso panino al lampredotto, da mangiarne uno via l’altro, degno simbolo finale della due giorni lucchese.