Gatti nei ristoranti cinesi e altri luoghi comuni sul cibo degli altri
Gli italiani, viziati da una qualità e varietà di cibo con pochi rivali nel mondo, tende a essere un po’ critico verso le cucine degli altri: come?
Siamo italiani. Questo vuol dire principalmente 2 cose: possiamo criticare quanto ci pare la cucina degli altri e, mentre lo facciamo, possiamo gesticolare per enfatizzare la questione. Siamo gli unici essere umani che sviluppano un senso critico per la lasagna prima ancora di aver preso l’attestato di quinta elementare e abbiamo la pretesa di comportarci come critici gastronomici per diritto di nascita. Non rimane che capire se ne capiamo davvero o no. La risposta è semplicissima: no! La conferma l’avrete chiedendo pareri sulla cucina degli altri Paesi. Ne risulterà un elenco di banali luoghi comuni che conosciamo tutti. Semmai ve ne fosse sfuggito qualcuno, eccole qui, tutte le informazioni delle cucine del mondo da parte degli italiani:
- Cina. “Ma che scherzi? Quelli mangiano i gatti! E vedi che li fanno mangiare anche a noi nei ristoranti in Italia”. Il dovere mi porterebbe a scrivere altro in merito a quel che si dice sui cinesi in cucina ma credo che possa bastare questo. Ah, ovviamente grande plauso per gli involtini primavera che in Cina manco esistono per come li conosciamo noi.
- Giappone. Ma che scherzi? Quelli mangiano i gatti! – Ma non erano i cinesi? Ah, non sono la stessa cosa?! Una volta appurato che il Giappone è un Paese con altre tradizioni, si inizia a ricordare del sushi, del ramen e del sakè. “Ah, no, la cucina giapponese è veramente buonissima e leggera”, e ancora “alla fine è riso bianco e pesce crudo quindi puoi mangiarne quanto vuoi e non ingrassi”. Chiaro perchè gli All you can eat giappo sono sempre pieni. Ultimamente però c’è anche un altro punto di vista, comune, da non sottovalutare: il sushi ti avvelena perché il pesce è crudo. Eggià.
- Svezia. Va bene che vi siete affezionati molto a quel negozio che sforna mobili come fosse pane – e che si chiama IKEA – ma, non è possibile pensare che la cucina svedese sia incentrata solo sull’accostamento di una marmellata di mirtilli a delle polpette di carne. C’è altro. Cercatelo con lo stesso fervore di quando cercate le offerte all’angolo delle occasioni del sopracitato negozio.
- Stati Uniti. Hamburger, bacon, pollo fritto, cheesecake, hot-dog e junk food. Questo è il top della tipicità americana per un criticone mediamente informato. Ovviamente non la chiamerà neanche cucina americana, perché questi prodotti non sono degni di tale appellativo. Credete che negli Stati Uniti non siano capaci di far di meglio? La cucina statunitense è tra le più interessanti degli ultimi anni, soprattutto quella di buon livello, essendo l’America una babele di sapori e culture provenienti da tutto il mondo e che lì trovano un’identità nuova, molto interessante. Altro che hamburger, bacon, pollo fritto, cheesecake e hot-dog. Dai su.
- Messico. Basta anche solo un pizzico di piccantezza in più e il massimo esperto di luoghi comuni dirà che è una chiara ispirazione alla cucina messicana (o calabrese. Ma questa è un’altra storia). Ora, va bene che uno dei peperoncini più piccanti al mondo abbia un nome che ricorda la lingua del popolo col sombrero ma non è possibile limitare la patria del mais con solo note di piccante. Dove stanno i fagioli, le pannocchie o il chimichanga? Necessario informarsi meglio perché decisamente il Messico non merita di essere rilegato alla cucina che brucia e pizzica.
- Grecia. Dice di conoscere benissimo la cucina greca solo perché, una volta, ha comprato dello yogurt greco in offerta al supermercato. Preso dal fascino per l’esotico, ha approfondito la cultura fino a scoprire la feta. La cucina greca la definisce come un chiaro pilastro del gusto mediterraneo. Dice così perchè l’ha letto in un’intervista alla tronista di turno in un giornale di cronaca rosa. Non chiedete altro, per carità. La cucina greca, signori, non sarà magari la più ricca di piatti tradizionali, anche perché gran parte delle preparazioni è a base di pesci e carni cotti in modo semplice. Ma sapori e tradizioni influenzati dal Mediterraneo e dalla vicina cultura araba, rendono i sapori di questa terra eccezionali, da provare sul posto senza un attimo di esitazione.
- Inghilterra. Non esisterà mai un italiano che dirà qualcosa di buono sulla cucina inglese. Mai. Già alla parola porridge rabbrividiamo tutti. Nonostante gli sforzi di Nigella Lowson, Gordom Ramsay e Jamie Olivier, si fa ancora fatica a dare credibilità ai piatti delle Regina. C’è talmente tanto pregiudizio nei confronti di questo Stato che, quando scoprite che il fish&chips è un piatto della tradizione, non volete crederci. Anche qui però non bisogna fermarsi alle apparenze: la cucina inglese può dare molte soddisfazioni anche ai palati più raffinati, a partire dai loro arrosti e salse alle Pie di ogni tipo, fino a dolci e biscotti, invidiati quanto meno dai bambini di molte altre nazioni.
- Germania. “Saranno pure ricchi ma tanto alla fine mangiano sempre wurstel e crauti”. Alzi la mano chi non pensa che sia davvero così. Ok, magari i tedeschi non stanno troppo a preoccuparsi di cosa mangiare in termini di varietà, ma non per questo si possono additare con un luogo comune. E poi dove mettiamo le splendide carni? Lo stinco di agnello? Le incredibili Wiener Schnitzel? I contorni? Le zuppe? Per il 2015, impegniamoci a trovare una nuova definizione per il tedesco a tavola.
- Francia. Qui il luogo comune si mischia con lo spirito di competizione duro e puro. La frase è: “Ma che è quella roba striminzita? Basta con la novelle cuisine che ti lascia morto di fame. Pieno di salsine ovunque e con tutto quel burro! Dateci un bel piatto di amatriciana!” Ora, critichiamo tutti i Paesi del mondo ma, alla Francia almeno riconosciamo dei valori. Sì, magari noi facciamo i piattoni di pasta che ti emozionano solo a guardarli ma i cuginetti francesi sanno il fatto loro. Quindi smettiamola di prenderli in giro per le baguette perché la tecnica in cucina per come la conosciamo, se la sono inventata loro. Inutile dire di no.
- Lo Stato del Kebab. E infine c’è lui, il misterioso scrigno di pasta non lievitata con carni e verdure e salse. È turco, arabo, tedesco. Di dov’è? Il critico italiano che è in noi lo mangia (e non lo dice) dandogli una provenienza diversa. Lo mangia solo se non cade vittima dello stesso luogo comune tipico della cucina cinese, ricordate? Quello della carne di gatto nello spiedo, che ben si presta bene anche al Kebab.
Adesso aspettiamo di sapere i luoghi comuni sulla cucina etnica più banali che abbiate mai sentito o detto. Tranquilli, non ve lo faremo pesare.