Guanti di lattice in cucina: quando utilizzarli?
I guanti in lattice sono molto comodi quando si devono toccare cibi particolari, come il pesce o la carne, e si vogliono evitare contaminazioni batteriche o semplicemente odori forti sulle mani. Ma quali sono i guanti monouso migliori e in che occasioni specifiche utilizzarli?
Come cucinate? Con o senza guanti? Siamo abituati a vedere questi semplici strumenti vicino al lavello. Tante e tanti infatti preferiscono indossarli quando lavano i piatti per non rovinarsi eccessivamente le mani con acqua calda e detersivi. Nella prima fase della pandemia, avevamo imparato a usare i guanti anche per fare le spesa ma può avere senso usarli ora pure quando si cucina? Ci sono ragioni igieniche ragionevoli per farlo oppure può essere semplicemente un modo per limitare i danni da scottature o tagli? E se sì, quali tipo di guanti sarebbe meglio utilizzare?
Il dibattito va avanti da anni. In California dal 2014 esiste una legge che impone agli staff di ristoranti, bar e simili di indossare guanti per maneggiare cibo cotto, pronto per essere mangiato, per evitare contaminazioni con ingredienti ancora crudi. Quindi, per esempio, nel momento dell’impiattamento, è necessario indossare guanti o impiegare appositi strumenti per non toccare le preparazioni a mani nude. In Italia e in Europa ci sono normative simili soprattutto per i lavoratori dell’industria alimentare. Raccomandazioni comprensibili, ma a casa? Sarebbe meglio usare le stesse accortezze nelle nostre cucine di tutti i giorni? Cerchiamo di capirne di più.
Che tipo di guanti usare per cucinare?
Ce ne siamo accorti con la pandemia, esistono diversi tipi di guanti. In cucina e nell’industria alimentare si usano solitamente i guanti in nitrile o in lattice, ma anche in polietilene. I guanti monouso in nitrile sono resistenti, elastici, garantiscono una buona sensibilità e riducono la possibilità di reazioni allergiche, al contrario dei guanti in lattice che sono comunque tra i più usati. Del resto, sono economici, elastici, sensibili, seppur meno resistenti al contatto con alcune sostanze rispetto a quelli in nitrile.
Infine ci sono i guanti monouso in polietilene, adatti a qualsiasi allergia e al contatto con gli alimenti, abbastanza sensibili ma poco resistenti. Quando si parla di industria alimentare sono i guanti in nitrile a essere i più usati, ma nella ristorazione e nelle cucine casalinghe i guanti monouso di lattice sono i più diffusi. Benissimo, ma ha senso usarli tutti giorni?
Quando utilizzare i guanti di lattice in cucina?
I guanti di lattice possono essere utili anche per gli appassionati quando maneggiano ingredienti crudi, soprattutto carne, in modo da evitare quella che chiamano cross-contaminazione o contaminazione incrociata. Per essere però efficaci e veramente igienici devono essere impiegati nel modo giusto ovvero è necessario lavare le mani prima e dopo aver usato i guanti perché, con l’umidità e il calore, diventano facilmente luoghi di crescita batterica.
Inoltre, devono essere indossati della giusta misura e cambiati se si passa a un’altra attività così come è importante pulire regolarmente gli utensili e il piano di lavoro. Neanche a dirlo, se il guanto si rompe deve essere subito eliminato ed è bene controllare che non siano caduti dei residui in mezzo al cibo. Ecco perché anche alcuni chef sconsigliano di usarli quando si tratta di tagliare gli alimenti. Se poi avete una ferita, non basta coprirla con l’involucro in lattice, ma deve essere prima medicata. I guanti di lattice in cucina possono quindi essere utili ma è comunque importante lavare sempre le mani.
Conclusione
Mentre negli USA ci sono delle leggi che obbligano all’utilizzo dei guanti nelle cucine professionali, in Italia e in Europa sono solo obbligatori per chi lavora nell’industria del cibo. Sicuramente, però, usare i guanti in lattice in cucina può essere utile per evitare la proliferazione di batteri e la contaminazione del cibo. Voi li usate quando cucinate? Fatecelo sapere sui nostri social.