I cibi ammuffiti si possono mangiare: ecco cosa dice la Food Standards Authority
Come gestire gli alimenti con muffa: vi spieghiamo quali si possono mangiare e quali è meglio buttare per non incappare in malesseri e malattie.
Quando sui cibi che abbiamo in casa compare la muffa, si aprono immediatamente due scuole di pensiero: ci sono quelli che, nel dubbio, buttano tutto – con grande spreco di alimenti – e quelli che, invece, si accontentano di raschiare la parte superficiale contaminata e continuare a mangiare i prodotti come se nulla fosse. a volte la muffa si può mangiare, altre volte è tossica Le due idee sono giuste e sbagliate allo stesso tempo. Quando la muffa è davvero pericolosa? La risposta è quando produce micotossine, sostanze chimiche tossiche prodotte da funghi, appartenenti ai generi aspergillus, fusarium e penicillum. E basta rimuoverla per poter mangiare tranquillamente i cibi? Non sempre. Per fare chiarezza, ci aiutano le linee guida, diffuse nel tempo anche dalla Food Standards Authority (FSA), che distinguono chiaramente tra ciò che si deve buttare e ciò che, con dovute accortezze, possiamo continuare a consumare.
Alimenti che si possono mangiare
Tra gli alimenti consentiti ci sono salumi duri e prosciutto crudo. Nella loro produzione, con conservazione e stagionatura a temperatura ambiente, Gli alimenti che contengono poca acqua possono essere puliti e consumati è facile che questi prodotti presentino muffe sulla superficie. In questo caso è possibile raschiarle via e consumare la carne sottostante. Analogo discorso vale per i formaggi stagionati: se hanno la pasta dura, come il Parmigiano Reggiano o il Grana Padano stagionato, è difficile che la muffa riesca a penetrare in profondità. In caso di muffa, allora, è sufficiente tagliar via due o tre centimetri di prodotto intorno alla muffa e, una volta ripulito tutto, coprire il formaggio con un nuovo involucro non contaminato prima di riporlo. Diverso è il caso in cui si tratta di erborinati in cui la muffa è stata inclusa nel processo di produzione: il gorgonzola o il roquefort sono certamente sicuri da mangiare.
Carote, peperoni, cavoli, zucca sono sufficientemente sicuri da mangiare se sono ripuliti da eventuale muffa. Questo perché contengono un basso contenuto d’acqua, il che impedisce alla muffa di penetrare troppo in profondità. Anche qui vale l’accorgimento di tagliare via almeno 1-2 centimetri di prodotto intorno alla muffa. È chiaro, però, che se sono marce sono da buttare via.
Alimenti che non si possono mangiare
Ben più lunga è la lista degli alimenti che non sono consentiti. Per tutti, in generale, vale la regola dell’alto contenuto di acqua. Sono quindi proibiti la carne, il bacon, le salsicce, gli avanzi di carne cotta, perché contengono un alto livello di umidità e le muffe potrebbero farvi crescere ulteriori batteri dannosi per la salute. Stessa regola per la pasta e i cereali cotti, così come per i formaggi morbidi: pur avendo la crosta fiorita, il brie o ilcamembert ammuffiti non si possono decisamente mangiare. E lo stesso vale anche per lo yogurt o la ricotta.
Una diatriba piuttosto accesa riguarda invece la marmellata: mentre il Dipartimento dell’agricoltura degli Stati Uniti consiglia di gettare direttamente il prodotto, visto che la muffa potrebbe produrre le suddette micotossine, alcuni studiosi contrattaccano, sostenendo che il semplice raschiamento della muffa è sicuro, visto che a proteggere il prodotto sottostante ci penserebbe la presenza dello zucchero, legato all’acqua.
Pomodori, cetrioli, pesche, a causa del loro alto contenuto di acqua, non si possono decisamente consumare. E lo stesso vale per il pane: contenenti lieviti – e dunque sacche d’aria che si formano dopo il processo di fermentazione – a causa della sua natura porosa consente alle muffe di diffondersi facilmente sotto la superficie e contaminare l’intero prodotto. Se è quindi consentito consumarlo oltre la data di scadenza, fatta salva l’integrità del prodotto, è sconsigliato continuare a mangiarlo dopo averlo grattato dalle muffe. Molto importante, infine, è evitare il consumo di arachidi, noci e nocciole che presentino muffe, soprattutto quando si tratti di alimenti naturali, non tostati o salati.
Come evitare la comparsa di muffe
Per salvare i nostri cibi possiamo agire in maniera preventiva: ciò che possiamo fare è, innanzitutto, acquistare solo quello che consumeremo realmente, evitando lo spreco e la conseguente possibilità che i cibi vadano a male. Per la conservazione, invece, dobbiamo tenere i cibi separati tra loro una volta messi nel frigo, visto che le spore fungine sono in grado di spostarsi e intaccare i cibi attigui. Infine, se stiamo andando avanti ad avanzi, dobbiamo ricordarci di consumarli entro due, tre giorni al massimo.