Cibo degli astronauti: 10 piatti che si mangiano in orbita
Il cibo degli astronauti è stato oggetto di fascinazione o di scherno, ma vi siete mai chiesti cosa mangino davvero? Ecco 10 cibi immancabili in orbita.
C’è stato un tempo in cui i bambini sognavano di fare gli astronauti; poi Carlo Cracco ha sostituito Neil Armstrong e ogni cucciolo, al posto della tuta spaziale, ha cominciato a trovare tra i regali di Natale il Dolce Forno. si tratta sempre di versioni futuristiche dei nostri cibi quotidiani Ora, chi coltivasse mai l’ambizione di unire le due passioni può sperare di cucinare per Samanta Cristoforetti. Fino a qualche anno fa, i cibi per gli astronauti erano perennemente ridotti in cubetti, a portata di boccone, possibilmente racchiusi in gelatina e, inevitabilmente, ricoperti di salsa piccante, per dare almeno un’idea di sapore. Attualmente la scienza dei pasti in volo si è notevolmente sviluppata, arrovellandosi fino a creare gli oltre 200 diversi pasti che chi lavora per la Nasa può assaggiare. Come in certe famiglie in cui entrambi i genitori lavorano, tutto è precotto, in monoporzioni e quasi sempre liofilizzato; le uniche eccezioni sono le scorte di frutta e verdura fresche con cui si parte dalla base e che vanno consumate in pochi giorni. Per il resto, su una nave spaziale si possono incontrare numerose versioni futuristiche dei nostri piatti quotidiani: ecco 10 piatti da mangiare nello spazio che non ci fanno troppo rimpiangere di essere rimasti a terra.
- Mac and cheese da reidratare. Tutti gli astronauti statunitensi ritroveranno il comfort food preferito mentre orbitano verso Marte con questa confezione accuratamente sigillata dei classici maccheroni al formaggio. La pasta è reidratata direttamente prima del consumo e mangiata immediatamente, come quando riscaldiamo al microonde i resti di una pasta al forno avanzata la settimana prima. Nelle navi spaziali si diventa veri esperti di reidratazione, perché nelle confezioni ermetiche la Nasa trasporta anche gamberetti, creme a base di funghi e verdure, zuppe varie, latte e risotti.
- Tonno termostabilizzato. Già solo pronunciarlo farebbe sentire chiunque un gagliardo ingegnere: in realtà si tratta di alimenti non troppo lontani dal nostro tonno in scatola. I pesci, prima di viaggiare verso la luna, sono infatti sottoposti a trattamento termico, per sconfiggere ogni tipo di microrganismo pericoloso. Pensateci con orgoglio ogni volta che pranzate da soli sul divano con il tonno in scatola.
- Bevande in polvere. In una prestigiosa confezione in laminato d’alluminio l’astronauta può disinvoltamente trovare le sue polveri preferite e trasformarle in succose bevande. Il menu comprende succo d’arancia, caffè, tè, sidro di mele, limonata, da sorseggiare esclusivamente con una cannuccia.
- Alimenti irradiati. Se siete abituati a considerare come orrendamente negativo tutto ciò che riguardi le radiazioni, vi ricrederete in viaggio attorno al globo, quando vi spiegheranno che irradiare alcuni alimenti aumenta notevolmente la loro resistenza. Così, maiale, tacchino, manzo, alcuni frutti, persino alcune spezie assumono questo connotato fantascientifico per sconfiggere ogni data di scadenza.
- Tortillas. A leggerla così pare l’unico cibo immediatamente riconoscibile: una classica tortilla. A stupire è la sua funzione: dovrebbe sulle navicelle costituire l’involucro per tutti gli altri alimenti. Quanti mani servirebbero infatti per recuperare come un giocoliere tutte le parti di un panino in volo? La tortilla può facilmente diventare l’argine con cui vincolare ogni ripieno e portarlo serenamente alla bocca.
- Composta di mele in tubetto. Già succhiare la composta di mele a secco deve far inorridire ogni amante della pasticceria, ma pensate a farlo direttamente dal tubetto; il dessert per gli astronauti equivale spesso a quegli attacchi di fame bulimica in cui ci attacchiamo al paté di salmone senza nemmeno la forza di scongelare una fetta di pane.
- Insalata di prosciutto. Il piatto è ormai diventato storico perché si tratta della prima portata servita sulla luna. Niente di romantico: le strisce di prosciutto sono condite con pastose salse da reidratare e avvolte in grandi foglie d’insalata che dovrebbero costituirne il contenitore.
- Cocktail di gamberetti. Chi pensava che fosse ormai relegato ai soli ristoranti di provincia che non cambiano il menu dagli anni ’80 può tranquillamente essere smentito: il cocktail di gamberetti è il pasto del futuro. L’antipasto che va per la maggiore nella Stazione Spaziale Internazionale pare proprio essere un misto di gamberetti liofilizzati e polvere di salsa di rafano.
- Sale e pepe liquidi. La versione granulata volerebbe senza mai raggiungere il cibo; per questo, affinché i condimenti possano davvero insaporire i piatti, sale e pepe si versano dalle bottiglie, in una versione liquida che magari non oserebbe nemmeno Ferran Adrià.
- Gelato liofilizzato. Ricetta che nemmeno il ristorante cinese di Cisterna di Latina è mai riuscito a mettere a punto, questo è il dolce per i palati spaziali più esigenti, quelli che non si accontentano della mela in tubetto. La consistenza e l’aspetto sono più vicini a un tofu che a un fiordilatte e chi l’ha assaggiato cita tra i sapori gesso e chewingum. Ma in orbita è quanto di più vicino a un gelato si possa concepire.
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