Il pesce del futuro? Quello scorpione
Il pesce scorpione potrebbe presto sostituire il tonno: data la sua natura invasiva, potrebbe rappresentare l’alternativa sostenibile alla pesca.
È uno dei rappresentanti più eleganti del mare, tanto da essere molto noto come esemplare d’acquario per la sua incredibile bellezza. Eppure ben presto lo si potrà ammirare anche nel piatto, poiché possibile alternativa al classico tonno. Si sta parlando del pesce scorpione, una specie in rapida crescita, tanto da minacciare la biodiversità dell’Atlantico. Da qui l’idea degli esperti: unire l’utile al dilettevole – o al gustoso – riducendone la presenza nei mari con un salto in padella.
Pesce scorpione e nuova cucina
Il Pterois volitans, noto anche come pesce scorpione e pesce leone, è una specie originaria del Pacifico, al largo delle coste indiane. Si caratterizza per un corpo striato sui toni del rosso, un corpo striato sui toni del rosso, pinne a ventaglio accompagnate da aculei velenosi nonché da pinne a ventaglio, accompagnate da una coppia di aculei velenosi sfruttati per tenere alla larga i predatori. Dalla rapida riproduzione e dalla natura decisamente invasiva, il pesce scorpione si è diffuso ben oltre le sue zone originarie, ad esempio nell’Atlantico, nei Caraibi e nel Golfo del Messico, destando serie preoccupazioni per la biodiversità autoctona. Il pesce, infatti, riduce fortemente la crescita delle varietà autoctone, anche per l’assenza di predatori naturali al di fuori delle zone d’origine.
Una problematica non da poco, soprattutto in termini di salvaguardia delle risorse marine dell’Atlantico occidentale, la cui soluzione potrebbe essere però a portata di mano. Proprio sulle coste del Pacifico, e da qualche tempo anche nelle zone Caraibiche, il pesce scorpione è una varietà da banco, cucinata da secoli dalle popolazioni locali. E perché, allora, non estenderne il consumo altrove, per ridurne la presenza in natura, salvaguardando così altre specie a rischio e ripristinando la fauna marina nelle aree colonizzate? L’idea nasce dalla NOAA statunitense e, secondo quanto riportato da Focus, troverebbe anche il supporto da Seafood Watch. E gli esperti non sembrano avere troppi dubbi: è il tonno del 2050.
Pesca e sapore
L’alternativa potrebbe essere molto gradita sul mercato, poiché pare che questo pesce offra delle carni friabili, molto saporite e sovrapponibili a quelle del tonno, almeno come uso nelle ricette. le carni del pesce scorpione sono morbide, saporite e sovrapponibili, come tipologia, a quelle del tonno Inoltre, data l’elevata presenza in natura nonché la possibilità di allevamento, i costi dovrebbero rimanere mediamente contenuti rispetto ad altre varietà ittiche. Un problema giunge però dalla pesca, poiché deve essere realizzata con tecniche particolari, sia per la presenza degli aculei, che per non disturbare le altre specie marine. Il pesce scorpione, infatti, tende a nascondersi e mimetizzarsi in grandi banchi di prede, spesso a rischio, di conseguenza si dovranno escogitare delle strategie affinché la raccolta non le coinvolga. Non resta, nel frattempo, che attendere: quale sarà la prima ricetta dei grandi chef con protagonista questo elegante esemplare?
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