Miti da sfatare: il vino fa male?
Il vino è considerato un vero e proprio alimento, è quindi saggio conoscerne i reali effetti sul nostro organismo: ecco qualche consiglio.
Il vino ha una serie di proprietà nutrizionali tali da non poter essere considerato solo come una bevanda ma come un vero e proprio alimento. È quindi importante conoscerne le proprietà per capire meglio come inserirlo nella propria alimentazione. La prima cosa da analizzare è l’apporto calorico del vino, e dell’alcol in generale. Il vino si ottiene dalla fermentazione alcolica del mosto d’uva, fresca o appassita, e a seconda della tipologia, con o senza la presenza di vinacce. Con il processo di produzione e le tecniche di vinificazione varia ovviamente anche il contenuto di alcool presente nel vino, espresso in gradi, in percentuali che vanno dal 5% al 18%.
Apporto calorico del vino
Oltre all’alcol, che è in grado di produrre 7 kcal ogni 100 grammi di prodotto, in funzione della tipologia di vino Più è alto il grado alcolico del vino, più alto è il suo apporto calorico varia anche il suo contenuto di zucchero, che, a sua volta, genera 4 calorie per ogni grammo. Ovviamente maggiore sarà il contenuto alcolico di un vino, più calorie esso conterrà: in poche parole più alti saranno i gradi di un vino espressi in etichetta, più aumenterà l’apporto energetico del vino. Pertanto ecco il primo indizio: osservare sull’etichetta il grado alcolico della bottiglia: tanto più è alto, tanto maggiore sarà l’apporto calorico. A seconda delle tipologie, l’apporto calorico di un vino può oscillare dalle 280 calorie dei vini secchi a basso tenore zuccherino fino ad arrivare intorno alle 1.500 calorie nei vini più dolci.
Considerando che un bicchiere da vino è in genere intorno ai 150 ml, è possibile fare una distinzione tra le varie tipologie di vino in funzione delle calorie contenute:
- Vino Rosso (150 ml): un bicchiere può contenere da 80 a 120 calorie a seconda della gradazione (che oscilla tra i 10° e i 14°);
- Vino Bianco (150 ml): le calorie di un bicchiere di vino bianco possono oscillare tra 80 e 110, sempre in funzione della gradazione alcolica (10-12°);
- Vino Spumante (150 ml): un bicchiere di spumante contiene invece dalle 120 alle 150 calorie, in funzione della componente alcolica (10-12°) e degli zuccheri contenuti.
Le calorie del vino sono comunque sempre inferiori a quelle di qualsiasi altra bevanda alcolica o ad alto contenuto di zuccheri. Il contenuto calorico di un bicchiere di vino è, infatti, molto più basso rispetto a quello di una bibita gasata, di un succo di frutta o di un bicchiere di superalcolico, a patto di limitarne la quantità assunta ovviamente. Proprio per il suo apporto calorico il vino può essere uno dei responsabili dei fallimenti delle diete, soprattutto quelle fai da te. In questi casi è allora importante sapere di doverne limitare il consumo e nel caso inserirlo nel pasto al posto del carboidrato (pane o pasta).
Possibili controindicazioni
Quindi consumare vino anche regolarmente può andar bene ma senza eccessi. Ricordiamo infatti che il vino, se troppo, può aumentare il rischio dell’insorgenza di numerose patologie: cirrosi epatica, pancreatite, tumori maligni e benigni (per esempio quello del seno), epilessia, disfunzioni sessuali, demenza, ansia, depressione. L’alcol è inoltre responsabile di molti danni indiretti i cosiddetti danni alcol-correlati, dovuti a comportamenti associati a stati di intossicazione acuta. Un’altra controindicazione sono i disturbi gastrici nei quali va evitata soprattutto l’assunzione a digiuno.
Le componenti del vino
Considerandone quindi un consumo in quantità limitata, è più utile il vino rosso, per il suo maggiore contenuto in antocianidine, resveratrolo, saponine, ferro, acido gallico, composti fenolici e altre sostanze con azione antiaggregante piastrinica. La vinificazione in rosso, infatti, prevede la fermentazione con le vinacce che contengono queste sostanze terapeutiche. Nelle bucce ritroviamo gli antociani, altri pigmenti, composti aromatici e fenolici, nei vinaccioli si concentrano i proantocianidoli, che sono le catechine e loro oligomeri (OPC) e numerosi flavonoidi. I polifenoli, tra cui i proantocianidoli ed il resveratrolo, sono biologicamente più attivi se il vino è invecchiato in botti di legno impregnate d’acido tartarico e pigmenti. In aggiunta, i raspi presentano un’elevata concentrazione di tannini idrolizzabili. Dalla polpa dell’uva derivano le vitamine B1, B6, B2, A e C, i Sali minerali, rame, ferro, magnesio, zinco, potassio e sodio e gli acidi organici, malico, tartarico, citrico di cui si arricchisce anche il vino.
Pertanto non tutti i vini sono uguali; gli antiossidanti sono quindi presenti soprattutto nei rossi invecchiati, molto meno nei vini giovani e nei bianchi. I componenti del vino agiscono a vari livelli: hanno un effetto antiossidante e antinvecchiamento; agiscono positivamente su colesterolo, trigliceridi e glicemia basale; inducono un aumento della sensibilità dei tessuti all’azione dell’insulina; hanno un’azione fibrinolitica e antitrombotica. È stato ipotizzato un ruolo protettivo del vino anche nei confronti del morbo di Alzheimer e di altre malattie degenerative del sistema nervoso. Anche in questo caso il merito andrebbe agli antiossidanti e in particolare al resveratrolo. L’invito è quindi sempre quello di bere in modo consapevole, quantità molto limitate e vino di buona qualità!