Tradotto per voi: in India un cuoco di un villaggio diventa una star di Youtube
Village Food Factory è un canale di YouTube che ha raggiunto i 2 milioni di iscritti: protagonista un signore indiano che cucina in mezzo a un villaggio.
L’articolo originale “The Indian filmmaker who made his dad’s village cooking a Youtube sensation” di Priya Krishna compare su The New Yorker. L’abbiamo tradotto per voi.
Accovacciato su una zolla polverosa sovrastante un campo di Tamil Nadu, in India, un uomo attempato, scalzo e snello che indossa un lungi, un tipo di sarong bianco, tiene in mano un enorme vassoio di acciaio, un uomo attempato che cucina grosse quantità di cosce di pollo in mezzo a un campo contenente un centinaio di cosce di pollo crude, mostrandole alla telecamera che lo sta riprendendo. Le ricopre di curcuma, di un peperoncino in polvere rosso acceso, di aglio e yogurt, e poi piazza un wok arrugginito su un fuocherello alimentato da pezzi di corteccia. Versa nel wok una pozza di olio e poi sistema la carne ricoperta di spezie sulla fiamma vivace. Gli animali, in lontananza, fischiano e abbaiano e fuori campo si sentono delle persone che borbottano in Tamil. Una volta che lo stufato è cotto, l’uomo piazza dei grumi patinati di riso e dei cosciotti paffuti su una foglia verdissima di banano poggiata a terra e si divora il tutto con gusto, prendendo il riso con le mani e rosicchiando le ossa. Pezzettoni di pollo gli cadono dalla bocca mentre lui continua a guardare nell’obiettivo con un’espressione severa e soddisfatta.
Il video, che si intitola King of chicken legs / Using 100 chicken legs / Prepared by my daddy, è stato visto più di 16 milioni di volte su YouTube, 16 volte la popolazione media della regione Theni, un’area bucolica del Tamil Nadu dove l’uomo, Jaymukh Gopinath, cucina pasti giganteschi all’aria aperta, ripreso da suo figlio Arumugan, regista dilettante. Come accade quasi sempre alle persone che finiscono per diventare virali, Arumugan – un ventiseienne vivace che oltre al Tamil sa pronunciare solo qualche frase di inglese stentato – non aveva deciso a tavolino di far diventare suo padre una star di YouTube. Arumugan viveva a Chennai, la capitale di Tamil Nadu, lavorando come aiuto regista in produzioni cinematografiche Tamil, ma la paga era così bassa che riusciva a malapena a sopravvivere. Così, all’inizio del 2016, si è ritrasferito nel villaggio natale e ha deciso di iniziare a filmare suo padre che cucinava semplicemente perché, ha detto testualmente: “non c’era bisogno di pagarlo“.
Jaymukh, che ha 62 anni, ha imparato a cucinare quando, decine di anni fa, vendeva tessuti porta a porta. Non riusciva mai a trovare cibo che fosse di suo gradimento mentre era in viaggio per lavoro, ed è stato allora che ha imparato a cucinarsi dei piatti semplici. Dopo il matrimonio con Selvi, la madre di Arumugan, nel 1990, si è sistemato a Chengalpattu, dove gli abitanti del luogo sono rimasti così impressionati dal suo modo di cucinare da costringerlo ad aprire un dhaba, un chiosco a bordo strada, specializzato nel biryani. Amurugan va fiero dei suoi ricordi d’infanzia riguardanti la cucina di suo padre. “Mi ricordo che tornavo da scuola e mio padre aveva preparato i granchi al pepe“, dice Arumugan. Jaymukh spesso cucinava all’aperto per tutta la famiglia, come faceva anche suo padre prima di lui.
Nel primo video di Arumugan, postato su YouTube il 24 luglio del 2016, Jaymukh cuoce dei granchi in uno stufato sulla fiamma viva, con una enorme cascata che gli ruggisce alle spalle. il canale di arumugan ha raggiunto i 2 milioni di iscritti Arumugan ricorda che dopo un po’ di giorni il video era stato visto soltanto una quindicina di volte e che ha iniziato a prendere piede solo dopo che ha chiesto ai suoi amici di guardarlo. La coppia padre/figlio, da allora, ha fatto centinaia di video, con Jaymukh che prepara di tutto, dalla testa di agnello stufata con tanto di globi oculari che sobbollono tra i peperoncini, agli hamburger in stile fast food, con i quali imbottisce panini tipici, inframezzati da fette di formaggio americano. In meno di 2 anni, stando a quanto dice Arumugan, il suo canale YouTube, Village Food Factory, ha raccolto 2 milioni di abbonati e ha fatto guadagnare a tutta la famiglia più di sette milioni di rupie, più o meno centomila dollari, con i proventi della pubblicità – quello che in India è un piccolo patrimonio.
Come tutti gli altri video di grande successo – ad esempio quello delle mani incorporee che preparano una torta a strati arcobaleno o quello che mostra uno sconosciuto che cena da solo in Corea del Sud (un genere conosciuto col nome di mukbang) – i video della Village Food Factory hanno una formula specifica che ne determina la viralità, che ruota attorno al modo semplice, silenzioso e concentrato con cui Jaymukh prepara quantità stratosferiche di cibo avvalendosi di un equipaggiamento scarnissimo: lo vediamo decespugliare usando un machete, per crearsi lo spazio dove cucinare; lo vediamo trascinare rami giganteschi dagli alberi circostanti con i quali poi alimenta il fuoco; preparare un olio di cocco casereccio spaccando un centinaio di noci di cocco o strapazzare chili di uova dentro una padella grande quanto una piscina gonfiabile per bambini.
Nel video più visto del canale mette a friggere 200 pezzi di pollo in una vasca di olio bollente, per la sua interpretazione del Kentucky Fried Chicken.
I video hanno una qualità grezza e amatoriale: le riprese di Arumugan sono traballanti, il montaggio è brusco e il fruscio del vento spesso copre tutti gli altri suoni. I passanti attraversano senza troppi problemi l’inquadratura e non si fanno sforzi particolari per rendere più appetibile l’aspetto del cibo. C’è un che video inizia mostrando un branco di papere schiamazzanti per poi passare ad altro mentre Jaymukh le uccide. Quando gli animali tornano sullo schermo, Jaymukh è intento a condirli per preparare uno stufato speziato; e nella scena finale, lo vediamo divorare un succulento cosciotto. Arumugam dice che il cibo che avanza è donato agli ashram locali.
La Village Food Factory pubblica un nuovo video ogni 3 o 4 giorni e il progetto è diventato un affare di famiglia: sia la madre di Arumugan che sua moglie Pragathi, preparano gli ingredienti necessari. Il fratello minore, Manikadandan, aiuta a cucinare, e lo si vede spesso in video rubare bocconi qua e là. Ciò che è stato più inaspettato per Arumugan è vedere suo padre diventare una celebrità. “Amo quest’uomo come fosse mio padre!“, scrive una fan nei commenti di YouTube. “Meriterebbe una stella Michelin“, scrive un altro. Durante un viaggio in Kerala, nell’India del Sud, il viaggio più lungo mai fatto da Arumugan e da suo padre, “le persone ci circondavano e volevano farsi i selfie con mio padre“, dice Arumugan. Circa il sessanta per cento delle persone che guardano i video non vivono in India, ma principalmente negli Stati Uniti, in Gran Bretagna e in Canada. Una vedova canadese ha scritto una lettera chiedendo una foto autografata di Jaymukh. Prima di morire, suo marito stava seduto ore davanti al computer a guardare Jaymukh cucinare.
Ma quello che conta di più è che la Village Food factory ha completamente trasformato il tenore di vita della famiglia Gopinath. In passato, faticavano a mettere assieme le 500 rupie, circa 7 dollari, richieste dalla banca locale per aprire un conto. Grazie ai loro introiti attuali, sono passati dal vivere in affitto in un piccolo appartamento a comprare una casa di 200 metri quadri. Arumugan è riuscito a comprarsi anche una macchina e un grosso televisore. “La nostra vita in bianco e nero è diventata a colori“, dice Arumugan. Jaymukh, invece, con il quale sono riuscita a comunicare grazie al mio limitatissimo Hindi, perché parla quasi solo Tamil, affronta con molta non chalance la sua nuova occupazione: “Sono felice di aver dato a mio figlio qualcosa da fare“.
Traduzione a cura di Paola Porciello.
- FONTE
- The Newyorker