Mondiale di pasticceria 2023: chi è Martina Brachetti?
Martina Brachetti, pastry chef del San Barbato di Lavello, è la prima donna ad entrare nella squadra italiana per il Mondiale di Pasticceria.
Si definisce pastry chef, femminista e ribelle. Questa è la descrizione di Martina Brachetti sul suo profilo Facebook. Da pochi giorni la pasticcera viterbese, è nata a Tuscania 34 anni fa, è anche una pioniera. Ha superato le selezioni per la Coupe du Monde de la Pâtisserie. È la prima volta che l’Italia schiera una donna in squadra per i mondiali. Martina è stata ammessa alla finale in programma il 20 e il 21 gennaio 2023 sul palco di Sirha, a Lione. Difenderà i colori della squadra italiana insieme ad Alessandro Petito e Jacopo Zorzi. Il nuovo Team Italia 2023 è chiamato a tenere alto il nome dopo la vittoria tricolore durante l’ultima edizione nel 2021. Le selezioni si sono svolte a porte chiuse nei laboratori di Cast Alimenti a Brescia. A giudicare ogni mossa degli aspiranti concorrenti: il maestro Alessandro Dalmasso, presidente del Club Italia, i campioni del mondo in carica Lorenzo Puca, Andrea Restuccia, Massimo Pica e uno dei tre allenatori del Team (nonché campione del mondo 2015) Francesco Boccia.
Martina Brachetti, pastry chef del San Barbato Resort di Lavello, progetto che il Don Alfonso 1890 sta portando avanti in Basilicata, ha convinto tutti per bravura e determinazione. Il suo curriculum racconta il lungo percorso di formazione per questa ragazza che ha lasciato il viterbese e ha viaggiato e lavorato tanto in cucine e laboratori di prim’ordine accanto a grandi maestri. Basti pensare alla formazione nella Maison del Maestro Pierre Hermé e il ruolo di Commis Pastry da La Pergola di Heinz Beck a Roma. Martina ha stregato la giuria, è proprio il caso di dire, con la sua scultura ispirata a uno dei personaggi di Alice nel paese delle meraviglie, lo Stregatto in cioccolato scolpito. Ha inoltre proposto una torta gelato alla frutta partagée. Due dolci che le hanno permesso di staccare il biglietto per la finale.
“Ho partecipato per una sorta di rivalsa sociale – rivela Martina a proposito della sua iscrizione al concorso – Volevo cambiare le cose e ho visto che c’era questa opportunità e mi sono fatta avanti. Ora l’auspicio è di vincere”. La giovane pastry chef riconosce che nel suo ambiente di lavoro c’è ancora chi è portatore di “mentalità antiche e pensa che le donne creano problemi” ma fa notare che molte donne neanche ci provano a cambiare le cose. “Tante donne non si buttano, magari non hanno visto nessuno farlo prima. Io ho deciso di provarci ma sono stata anche fortunata. Faccio parte di un grande team, lavoro per Don Alfonso 1890 e ho avuto la possibilità di allenarmi e di prepararmi per le prove da svolgere” sottolinea. Già perché non bastano curriculum e bravura, per i mondiali ci vuole tanto tempo per esercitarsi e anche tanto spazio visto che le costruzioni scolpite in cioccolato sono alte un metro. “Un impegno non indifferente” riconosce Martina. Da settembre comincerà ad allenarsi in vista dell’appuntamento a Lione. Il ristorante stellato Don Alfonso 1890 la sta sostenendo in questa sua nuova sfida. Al suo fianco anche il compagno, e pasticcere, Tommaso Foglia con cui sta condividendo l’esperienza del San Barbato Resort.
Tanti i maestri che ha trovato lungo il suo percorso in questi anni di carriera: dalla chef Iside De Cesare del ristorante stellato La Parolina a Trevinano in provincia di Viterbo a Francesca Castignani della Belle Hélène di Tarquinia (prima donna a ricevere le tre torte del Gambero Rosso) dal pastry chef della Pergola Giuseppe Amato per arrivare a quello che reputa un maestro Pierre Hermé. “Non ho mai avuto un mio preferito: stimo chi lavora bene, è moderno e rispetta le persone che lavorano con lui. Pierre Hermè in questo è sicuramente un modello”. Nell’immediato futuro Martina punta a vincere con i suoi compagni i mondiali. “Un giorno con il mio compagno vorremmo aprire una nostra attività – conclude – ma non prima di aver raggiunto tutti i traguardi possibili”.