La mela artica che non annerisce mai
La artic apple, mela artica, è un frutto geneticamente modificato che non scurisce quando è tagliato: negli Stati Uniti è appena stata lanciata sul mercato.
Lo sanno anche i bambini: la mela non solo risulta gradevole al palato ma fa anche bene alla salute. Ha un solo difetto, pure questo noto a tutti. Una volta sbucciata bisogna mangiarla subito, altrimenti diventa velocemente scura. la prima mela modificata geneticamente e che non annerisce Ciò avviene perché l’ossigeno presente nell’aria, entrando in contatto con l’enzima contenuto nella polpa (il polifenolo ossidasi), determina l’ossidazione. La polpa è ancora buona, intendiamoci, però l’aspetto scoraggia e fa passare la voglia. Il fenomeno riguarda qualsiasi tipo di mela, ma c’è un’accezione: l’Arctic Apple, la mela artica. Un inatteso dono di Madre Natura? No, la prima mela geneticamente modificata, che non annerisce. A prova di morsi e coltello, insomma. Persino ammaccata, mantiene intatto il suo colore.
Il test in 400 supermercati
L’Arctic Apple è realizzata dall’azienda canadese Okanagan Specialty Fruits. Nel 1995 il cofondatore Neal Carter ha cominciato a interrogarsi sui possibili modi per rafforzare le vendite delle mele e meglio rispondere sia ai gusti che alle esigenze dei consumatori. Dopo attente riflessioni, ha concluso che una mela già tagliata e che non diventa scura sarebbe stata una proposta vincente, soprattutto in riferimento ai più pigri. Nel frattempo alcuni ricercatori australiani hanno capito come eliminare un gene che codifica proprio l’enzima a causa del quale, a contatto con l’ossigeno, le piante e i frutti assumono un colore bruno; da qua alla prima mela geneticamente modificata il passo è stato breve. Per diversi anni gli anti-ogm hanno combattuto contro la sua commercializzazione, ma nel 2015 il Dipartimento dell’Agricoltura ha dato il via libera e a breve approderà sugli scaffali di circa 400 supermercati del Midwest.
Fettine già tagliate e invitanti
La Okanagan Specialty Fruits, più precisamente, metterà in vendita sacchetti contenenti fette di mela fresca, prive di qualsiasi sfumatura scura, da consumare senza fretta e senza ansie. Non è una cosa definitiva, bensì un test. Fondamentale non solo per gli affari dell’azienda in questione, ma anche e soprattutto per il futuro degli Ogm relativo al rapporto con i consumatori. Se le vendite andranno bene, potrebbero essere messi in commercio altri prodotti similari. In caso contrario, molto probabilmente le campagne contro manipolazioni delle biotecnologie potrebbero farsi ancora più accese ed è possibile che sia chiesto a tutti gli Stati di rendere obbligatoria la specifica etichettatura come già accaduto nel Vermont.
I pro e i contro
La mela artica fa parecchio discutere e divide nettamente gli animi. Da una parte c’è chi la sostiene perché è realizzata senza l’introduzione di geni di specie diverse, perché potrebbe essere allettante anche agli occhi dei bambini e contribuire alla lotta contro gli sprechi alimentari. “La mela – ha sottolineato Mary Maxon della Lawrence Berkeley National Laboratory di California – non è il primo ogm che la gente potrà mangiare, ma è il primo che i consumatori possono valorizzare”. Sul fronte opposto troviamo invece chi boccia a priori l’Arctic apple perché la ritiene innaturale: consumatori, ma anche coltivatori. Questi ultimi, fra l’altro, temono che i primi possano reagire con grande fastidio dinanzi all’inevitabile aumento dei prezzi. E poi ci sono coloro che criticano la Okanagan in quanto non ha ancora spiegato bene come la Arctic sia cresciuta (le varietà sulle quali si interviene sono la Granny Smith, la Golden Delicious e la Fuji). L’azienda promette di fornire lumi al più presto.