Le chips di verdura NON sono dietetiche
Le chips di verdure sembrano un’alternativa salutare rispetto alle classiche patatine fritte, ma in realtà non lo sono davvero: ecco svelato perché.
Lo sapevate che 100 grammi di semi di lino – tanto decantati perché salutari e consigliatissimi nelle diete – contengono ben 530 calorie, 29 grammi di carboidrati, 42 di grassi? Dopo le abbuffate di Natale e Capodanno, le chips di verdure non sono un prodotto dietetico dopo gli eccessi di un anno passato a cedere a piatti sontuosi e golosi, arrivano i classici buoni propositi del nuovo anno e il timore legato alla prova costume. Dimagrire per molti diventa un imperativo. Così ci si affida a diete che promettono miracoli tirando in ballo semi magici, barrette salvifiche anche se glassate al miele, coppe di granola, le famigerate chips di verdure e cereali. Ma quanto di vero c’è nel dire che questi cibi sono salutari?
Prendiamo in considerazione proprio le chips. Quante volte capita di afferrare al volo uno snack dietetico, come ad esempio le patatine di barbabietola, pensando “tanto è verdura, meglio delle patatine fritte, no?” L’industria alimentare ci legge nel pensiero e quindi investe sempre di più su questo segmento di mercato. Tutto ciò che è chips tira (anche se non è solo patatina, come ci ha istruiti Rocco Siffredi). Zucca, kale, cavolo riccio, palline probiotiche di cavolfiore, triangolini di legumi croccanti o lenticchie rosse e ceci: tutto è trasformato in chips e venduto agli irredimibili golosi a dieta. La tendenza a chipsizzare le verdure arriva dall’America naturalmente. Accanto a questi prodotti campeggiano slogan come “Ama te stesso, il tuo pianeta e tutti gli esseri viventi” e “snack il più possibile puliti e gentili“.
Costi e Calorie
A fronte di un apporto calorico significativo, anche il costo non è da trascurare. Un pacchetto di tradizionali patatine in busta – vegetali, no OGM, senza glutine proprio come le palline al cavolfiore – costano 0,54 euro contro i 3,79 dello snack fintamente salutare. Sul versante nutrizionale va ancora peggio. Infatti, come fa notare Il Post, tra le palline di cavolini di Bruxelle’s di Vegan Rob’s e le patatine San Carlo classiche ci sono solo 2 grammi di grassi di differenza. Le prime ne hanno 8, le seconde 10,2. Per essere davvero salutare e dietetico, un alimento deve essere anche povero di sodio, cosa che le chips vegetali non sono. Se si mettono a confronto i salatini al cavolfiore From The Ground Up e le patatine San Carlo classiche, scopriamo che le prime hanno 330 mg di sodio a fronte dei 225 mg delle seconde.
Vantaggi relativi
Tuttavia prima di gettare nell’immondizia l’intera scorta di chips vegetali che avete in dispensa e andarvi a fustigare sulla bilancia, c’è da dire che questi prodotti un vantaggio ce l’hanno: sono più ricchi di fibre e proteine. Ma non fatevi ingannare. Per dirla con Marion Nestle, ricercatrice nutrizionista della New York University e autrice del libro Unsavory Truth, questo è solo cibo spazzatura dietetico.
C’è chi è schiavo di una dipendenza da crostini da zuppa (mangiati sempre, anche senza zuppa). Chi soffre nel resistere a una confezione di patatine zenzero e limone. La risposta non sono le chips vegetali confezionate (e forse nemmeno quelle fatte in casa da voi). Si tratta in ogni caso di snack, pensati per essere mangiati uno dietro l’altro, quindi nient’affatto dietetici. Il fatto che dentro ci sia la barbabietola o il cavolfiore è solo un modo per placare i sensi di colpa. A questo punto, se proprio dovete sgarrare, scegliete qualcosa che vi piace davvero, grassi, zuccheri e sodio compresi, senza troppi rimpianti. Oppure abbandonate la dieta. Tanto ogni anno il Natale e le sue leccornie tornano comunque.